lunedì 28 febbraio 2022

Non smettere mai di amare la vita.



Finche' la mano e la mente ti guideranno non smettere mai di amare la vita. Anche se aiuterai una sola anima non avrai vissuto invano. Non guardare gli uomini piccoli che ti girano intorno, ma guarda l'uomo grande che e' in te. Vivi apprezzandoti e fai silenzio, vedrai che ritroverai la calma e la serenita'. In mezzo al rumore non si avvertono ne' i respiri ne' i sospiri delle persone che ti vogliono bene. Fai in modo di non sentire la cattiveria degli uomini, ma di apprezzare la loro bonta'. I destini dell'uomo sono come fiumi, alcuni scorrono veloci, senza incertezza, lungo facili percorsi. Altri passano attraverso mille difficolta' ma arrivano ugualmente al mare. La meta finale e' per tutti la stessa. Non lamentarti se sei ricco o potente: anche un uomo umile e solitario puo' diventare grande come una montagna Ci sono uomini che vivono di certezze e non hanno mai dubbi: quelli non vivono, esistono. L'unica cosa che hanno di tangibile e' il corpo. Camminano sicuri nel buio della loro strada, non avvertono i pericoli nascosti, le loro orecchie sentono i rumori del mondo, ma non sanno ascoltare il silenzio dei loro interlocutori. La loro anima e' un sogno della mente, non possono conoscerla perche' il sogno e' irrealta'. Questi uomini dormono l'infinito sonno del nulla e credono di vedere. La vita non e' breve, la rendiamo noi breve, con la nostra incapacita' di vedere lontano....
 
Romano Battaglia

 

A fare il male.........


 

Il gioco dei se


 

domenica 27 febbraio 2022

🙏🙏🙏

 


Questa mattina senza importanza

 

 
Questa mattina senza importanza
Qualcosa canta dove
I mantelli si girano sui loro lati
E il caldo Adriatico cavalca
Il suo azzurro e sole che lava
Ai confini del mondo e delle sue scintillanti scogliere.

Il giorno risuona nelle arie più alte
Puro di cicale, e rallenta
come un impulso al fumo delle fattorie, estinto

nella terra esausta,
si apre come un pugno e se ne va.
Gli alberi fumano, rinfrescano, si riversano - e traboccano
Distedono le piume degli uccelli e scuotono i
tappeti dalle finestre, spennellano di rugiada
L'audacia: e ora i giovani amanti
fanno le loro piccole resurrezioni.

E ora baciare leggermente tutti coloro che dormono
Ricucito - e svegliati, mia cara, svegliati.
L'impaziente Barcaiolo ha aspettato
Sotto la casa, i suoi lunghi remi piegati
come ali in attesa sul lago oscuro.

Lawrence Durrell



(Jalandhar, 27 febbraio 1912Sommières, 7 novembre 1990)

è stato uno scrittore e poeta britannico.
Fratello di Gerald Durrell, venne educato in Inghilterra, trascorse gli anni della seconda guerra mondiale nel Medio Oriente come addetto al servizio informazioni britannico e, in seguito, a Belgrado e a Cipro, nel villaggio di Bellapais.  Frutto di queste esperienze sono: Il libro nero (1938), lodato da Thomas Stearns Eliot per la sua originalità, La cella di Prospero (1945), Riflessioni su una Venere marina (1953), Gli amari limoni di Cipro (1957, vincitore del Duff Cooper Prize), dove l'autore alterna ricordi personali agli eventi di tensione presenti a Cipro nel secondo dopoguerra, e la sua opera maggiore, una serie di romanzi detta «Il Quartetto di Alessandria», composto da quattro romanzi (Justine, 1957; Balthazar, 1958; Mountolive, 1958; Clea, 1960) ambientati in Egitto, dove ha raccontato la stessa storia d'amore, di politica e di perversione, da quattro punti di vista diversi, per dimostrare che non solo la verità è relativa, ma la stessa personalità umana è inafferrabile ed esiste solo in funzione dell'osservatore. L'autore ha indagato sia la vita amorosa dell'uomo contemporaneo in funzione del motivo antipuritano ricorrente nelle sue opere, sia la modalità di formazione della personalità degli artisti. La tetralogia alessandrina ha portato un'innovazione tecnica ai limiti del virtuosismo, catturando il lettore in un'atmosfera sensuale e crudele sullo sfondo di una società in disfacimento. Tra le altre opere, Monsieur, o Il principe delle tenebre (Monsieur, or the Prince of Darkness; 1974, vincitore del James Tait Black Memorial Prize), Carosello siciliano (Sicilian carousel, 1977), Le isole greche (The Greek islands, 1978) Constance: pratiche solitarie (Constance, 1982). Raffinata cultura e vivida concretezza espressiva si trovano nei suoi versi (Poesie, Collected poems, 1968), che furono anche le opere che lo resero noto intorno agli anni quaranta, e tra i quali si annoverarono: Paese privato (1943) e Apparenza di presunzione (1948). Del 1988 è la pubblicazione degli scambi epistolari con l'amico Henry Miller, I fuorilegge della parola. Lettere 1935-1980 (The Durrell-Miller letters 1935-1980). Nel 1992 è uscita in Italia l'autobiografia La grotta di Prospero.


Il Silenzio

 

Il Silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore
Il Silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando invece di condannare intercedi
Il Silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni fuori di Dio
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli
Il Silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando non chiedi plauso e riconoscimenti
quando lasci che il tuo agire possa essere male interpretato
quando dai ad altri il merito e la gloria dell’impresa
Il Silenzio è fede:
quando taci perché è Lui che agisce
quando rinunci alle voci del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere capito e usato da Lui
Il Silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocere e uccidere
Il Silenzio è adorazione:
quando abbracci la Croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica Via giusta…
Amen.
(S.Giovanni della Croce)

 

Fortunata Sulgher



Nata da Elisabetta Angeli (pisana) e Francesco Sulgher (livornese), cominciò a improvvisare versi già all'età di 10 anni, guidata inizialmente dal dottor Soggia, e, sebbene i genitori non le potessero assicurare grandi maestri, a soli tredici anni era in grado di comporre poesie proprie. Di lei, giovanissima, è ricordata la prima improvvisazione di poesie recitate nei versi di chi l'ascoltò:

  « A dì nostri donzella Livornese,

A cui non estro non prontezza manca,

Se vola in Pindo nell'april degli anni,

Spiegherà fatta adulta audaci vanni. »
 
(Pentolini, Le donne illustri, Canto III)

Fu poi aiutata nello studio della fisica dal celebre Attilio Zuccagni e nel greco dall'Abate Fontani. Fu, inoltre, protetta e incoraggiata da diversi personaggi dell'epoca. Sposata a Giovanni Fantastici nei primi dieci anni di matrimonio ebbe sette figli, ma perse in tenera età due femmine e tre maschi: rimase la primogenita Massimina, scrittrice e poetessa famosa, che sposò il nobile Luigi Rosellini e l'ultima nata Isabella Fantastici, sposata a Venezia a Giovanni Battista Kiriaki (Regio Procuratore e giudice a Vicenza).  La Fortunata Sulgher, rimasta vedova e dopo aver visto sposarsi entrambe le figliole, si unì in seconde nozze con Pietro Marchesini. Nel 1770 fu accolta nell'Accademia dell'Arcadia con lo pseudonimo di Temira Parraside ma la prima pubblicazione arrivò solo nel 1785 quando apparve con alcune sue Rime sulla rivista Parnaso Italiano di Bologna. Recitava quasi tutte le sue composizioni poetiche alla Reale Accademia Fiorentina di Belle Lettere dove qualcuno ebbe a commentare: "Il Bel Sesso deve essere grato al merito procuratosi dalla chiarissima Autrice. Essa si è condotta al massimo impegno per far decoro alla Patria e al suo sesso... E si è inoltrata da se medesima nella strada gloriosa del Tosco Pindo quando in Firenze i Cigni dell'Arno presso che tutti tacevano... Tutto ell'ha vinto ciò che impedivale d'arrivare al suo scopo per avere luogo nel nostro Parnaso". Nel 1783 incontrò Vincenzo Monti, che frequentò casa Fantastici, e nel 1785 a Firenze l'editore Pietro Allegrini pubblicò la prima opera completa della poetessa dal titolo Componimenti Poetici di Temira Parraside per l'Accademia Fiorentina. Subito la poetessa Costanza Moscheni le dedicò un'anacreontica che iniziava con questi versi: "Temira, onor d'Etruria, ...in te lodo le vezzose immagini...". Godette dell'amicizia di celebri poeti del suo tempo come Cesarotti, i due Pindemonte, il Bondi. Recitò con la Mazzei, la Benedettini, la Biamonti, il Duca Mollo, il Lorenzi e col principe degli improvvisatori d'Italia, il Gianni, pur avendo lui scritto alcuni versi ingiuriosi diretti a lei. Sempre sotto lo pseudonimo di Temira Parraside, nel 1792, con la Stamperia Pazziniana, e ancora nel 1794 pubblicò a Livorno con l'editore Tommaso Masi & Co. altre sue Poesie, tra cui si ricordano Per l'Espugnazione di Mantova, Canto per fanciulli di un Istituto e Amerigo. A Firenze escono nel 1796 sue nuove Poesie e nel 1802, a Parma, il poemetto Ero e Leandro. Angelica Kauffman dipinse nel 1792 il suo ritratto (dalla Collezione Fantastici fu ceduto, nel 1815, alla Galleria degli Uffizi di Firenze: ora è presso la Galleria Palatina ed Appartamenti Reali di Palazzo Pitti). La poetessa uscì quindi a Siena con Poesie dedicate alla stessa Angelica Kauffmann. Alla pittrice la poetessa, nella dedicatoria, indirizzò questi versi:

  « I nostri nomi, o mia diletta, andranno,

Se a te son cara, anche all'età future,

E forse fia che un giorno invidia desti

L'udir che te cantai, che me pingesti. »
   

Morì improvvisamente a Firenze il 13 giugno 1824. Il marito Pietro Marchesini la fece seppellire nel primo chiostro attiguo alla Chiesa di Santa Croce e la celebrò con un epitaffio latino composto da Giovanni Zannoni:

  « Fu la carità sua prediletta virtù: compatì gli infelici, li soccorse del proprio, e allorché le venne meno il suo, penetrò nelle sale dei grandi, con l'accento della pietà commosse il lor cuore, e trovò da sollevare le miserie dei poveri. »
   

Negli anni '60 del Novecento la lapide della Sulgher, come tutte le lapidi dei chiostri, furono collocate nella Galleria dei Monumenti funebri. La lapide della poetessa porta la seguente epigrafe:

  « Fortunata di Francesco Sulgher e di Elisabetta Angeli e vedova di Giovanni Fantastici, poetessa dell'Accademia dell'Arcadia sotto lo pseudonimo di Temira Parasside, nata a Livorno il 27 febbraio 1755 - morta a Firenze il 13 giugno 1824 e sepolta lo stesso giorno nei chiostri di Santa Croce »

 

Le stelle filanti



Perché si chiamano stelle filanti?
Non sono mica stelline del cielo?
Ma sono strisce a colori sgargianti,
fatte di carta che pare di velo.
Sembran piuttosto festoni gettati
da casa a casa, da pianta a pianta;
collane, dondoli colorati,
dove il vento ci balla e ci canta.
Poi, le notti di luna piena
un raggio d'oro ci fa l'altalena.
M.Lodi

Il girotondo delle maschere

 


Come nacquero le mamme



Là, in un angolo del Paradiso, c'erano tanti bimbi.
Quando Iddio, nella sua bontà, decise di creare il mondo, chiamò a sé quei frugo letti biondi e bruni, che giocavano da mattina a sera a rimpiattino fra nuvolette azzurre e rosa, e disse loro: « Dovrete andar via di qua. Siete destinati a popolare il mondo.
Che cosa vorreste, però, portare con voi che vi ricordi il cielo? ».
Il primo gruppo, quello dei meno timidi, ebbe un attimo di riflessione, quindi si pronunciò per bocca del più pronto:
« Desideriamo qualche cosa che ci possa ricordare il canto degli angeli ».
E Dio creò gli uccelli. Altri ancora, dopo essersi consultati tra di loro, chiesero: « Desideriamo poter ricordare, quando saremo sulla terra, i colori del Paradiso ».
E Dio creò i fiori. Altri ancora chiesero: « Desideriamo poter ammirare, fra le cose create, l'infinita distesa dei cieli ».
E Dio creò il mare. Altri ancora: « Facci, di tanto in tanto, respirare la dolce aria del Paradiso ».
E Dio creò i profumi della Primavera.
Infine, i più timidi, con gli occhi bassi e il viso rosso,
dissero: « Noi desideriamo qualcuno che ci dia forza per affrontare la vita, qualcuno che ci ispiri amore e giustizia, misericordia e tenerezza, qualcuno sempre pronto a capirci e a perdonarci ».'
Dio sorrise e creò le mamme.
 
Racconto di R. Lanocita

 

Buona domenica a tutti Voi di vero ❤



Sia se siamo credenti o atei, in questo periodo ci rivolgiamo spesso a Dio. Se esiste......è l'Unico che ci può liberare da tutte queste brutte cose che ci accadono.
Non perdiamo le speranze!!! e recitiamo una preghiera almeno la sera prima di addormentarci.
Può darsi che le preghiere, specialmente di chi come me, non è molto osservante, facciano sentire a Dio che nel momento del bisogno, ci appelliamo tutti a Lui. E forse anche se non lo meritiamo ci darà una mano. Perchè è Misericordioso.🙏
Lucia🐞

 

sabato 26 febbraio 2022

Preghiamo per la PACE🙏

 



In quest’ora
di inaudita violenza
e di inutili stragi,
accogli, Padre,
l’implorazione che sale a te
da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti
di tutte le nazioni
lo Spirito dell’unità e della concordia,
dell’amore e della pace,
perché giunga presto
a tutti i confini
l’atteso annuncio:
è finita la guerra!
E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,
risuonino in tutta la terra
canti di fraternità e di pace.
(Giovanni Paolo II)

Buffalo Bill

 


pseudonimo di William Frederick Cody -

 (Le Claire, 26 febbraio 1846Denver, 10 gennaio 1917)

 è stato un attore e cacciatore statunitense.

Fu anche soldato, esploratore e impresario teatrale.

William Frederick Cody nacque in una fattoria dell'Iowa nel 1846. In seguito alla morte del fratello maggiore, nel 1853 la sua famiglia si trasferì nel Kansas, dove però fu vittima di un pesante clima persecutorio a causa delle posizioni anti-schiaviste del padre. Questi, infatti, morì nel 1857 per le conseguenze di un pugnalamento subito dopo aver tenuto un discorso contro lo schiavismo. All'età di quattordici anni il giovane William divenne uno dei corrieri a cavallo del Pony Express. Nel 1863, dopo la morte della madre, si arruolò nel 7º Cavalleggeri del Kansas e prese parte alla Guerra di secessione americana con gli stati dell'Unione. Durante una sosta al campo militare di St. Louis conosce l'italo-americana Louisa Frederici, che diventò sua moglie nel 1866 e dalla quale ebbe quattro figli. Dopo la fine della guerra e fino al 1872, William Cody venne impiegato come guida civile dall'esercito statunitense e dalla Pacific Railway. Ricevette la Medaglia d'Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare degli Stati Uniti, per aver dimostrato "coraggio in azione". Fu in questo periodo che diventò Buffalo Bill, dopo aver vinto una gara di caccia al bisonte con William Comstock, a cui apparteneva in precedenza il famoso soprannome. Sembra, inoltre, che fra il 1868 ed il 1872, per rifornire di carne gli operai addetti alla costruzione della ferrovia, abbia ucciso circa 4.000 bisonti. Si sottolinea il fatto che lo sterminio dei bisonti fosse dovuto anche a questioni logistiche per velocizzare le attività di sgombero dei binari in costruzione. Nel 1876, al Warbonnet Creek, egli affermò di avere scalpato un guerriero cheyenne, secondo la sua stessa dichiarazione per vendicare la morte di George Armstrong Custer al Little Big Horn. Il suo nome in lingua dakota era « Pahaska ». Nel 1883 creò il Buffalo Bill Wild West Show, uno spettacolo circense in cui venivano ricreate rappresentazioni western, fra cui la battaglia di Little Bighorn, dove perse la vita il Generale Custer. Fra i protagonisti dello spettacolo, a cui partecipavano veri cowboy e pellerossa, ci furono il leggendario capo Sioux Toro Seduto, Calamity Jane e Alce Nero. Fu un successo negli Stati Uniti ed in Europa per più di vent'anni e fu una delle attrazioni principali a Londra durante il Giubileo d'Oro della Regina Vittoria nel 1889 e all'Esposizione Mondiale di Chicago del 1893. Fece spettacoli anche in alcune città italiane, tra cui Genova, Udine, Brescia e Roma, dove l'8 marzo 1890 perse la celebre sfida nella doma di puledri contro i butteri dell'Agro Pontino capitanati dal cisternese Augusto Imperiali. Nel 1890, pur ormai affermato showman di fama internazionale, partecipò, col grado di colonnello, alle operazioni militari contro i Sioux che aveva già combattuto nel 1876. William Cody morì nel 1917, all'età di 71 anni, e venne seppellito su sua richiesta sulla Lookout Mountain in Colorado, ad est della città di Denver. Qualche tempo prima di morire si era convertito al Cattolicesimo e nel 1890 incontrò il papa Leone XIII. Anche in Italia erano molto popolari le storie su Buffalo Bill, tanto che l'editore Nardini di Firenze, negli anni Venti e Trenta del Novecento, pubblicò diversi volumetti di sue avventure. Quando, nel 1942, l'Italia si trovò in guerra con gli Stati Uniti, Nerbini rivelò che Buffalo Bill era in realtà un immigrato italiano, tal Domenico Tombini, nato in Romagna, ossia nella regione il cui centro è Forlì, allora nota come "la città del Duce". Così, le pubblicazioni poterono continuare nonostante la guerra. Non pare che ci siano prove di quanto sostenuto dall'editore Nerbini.

Onorificenze

Medal of Honor - nastrino per uniforme ordinaria

Medal of Honor

«Coraggio in azione»
— Platte River, Nebraska - 26 aprile 1872

La Medal of Honor gli venne revocata nel 1916 e riconfermata nel 1989

 

Il POETA di Oggi Victor Hugo 📖🖋

 

Non guardare il volto
 
Non guardare il volto
fanciulla, guarda il cuore.
Il cuore di un bel giovane è spesso deforme.
Ci sono cuori in cui l'amore non si conserva.

Fanciulla, l'abete non è bello,
non è bello come il pioppo,
ma d'inverno mantiene le foglie.

Ahimè! A che serve dir questo?
Chi non è bello ha il torto di esistere;
la bellezza ama solo la bellezza.
Aprile volge le spalle a Gennaio.

La bellezza è perfetta.
La bellezza può tutto.
La bellezza è la sola cosa che non esiste a metà.

Il corvo vola solo di giorno.
Il gufo vola solo di notte.
Il cigno vola notte e giorno.
 
 Victor Hugo

Arcobaleno



L'arcobaleno rise nella sera

come un imperatore dal suo trono.,

specchiando gli occhi dentro le fontane,

incendiando d'amor le cose umane.

Idilio dell'Era

Purtroppo siamo messi male e NESSUNO ci può aiutare!!!!



Credenti o non Credenti.... Rivolgiamo gli occhi al Cielo e preghiamo........ sperando di non vedere mai aerei da Guerra. 🙏

 

Il nulla d'oro rilegato d'argento.

 

Ci sono gioni in cui senti che fin dal primo mattino qualcosa non va. Ti accorgi che come buon cristiano, non ti sei fatto neanche il segno della croce.
Hai guardato sfuggitamente il cielo immerso in brutti pensieri. Dovresti sentire e vedere la grandezza della natura e la bellezza della sua armonia: attimi fugaci che danno il brivido e la nostalgia di orizzonti gia' intravisti in sogno, oppure rimani li' ferma ad aspettare un "nulla d'oro ricoperto d'argento...." come dice questa vecchia poesia: 
 
Quando, bimbo, io piangeva,
mamma' fra i baci mi chetava cosi:
"Bimbo se taci.......
(ed io l'occhi fingeo credulo, intento)
quasi vedendo il magico tesoro:
- Ti daremo un bel
nulla d'oro rilegato d'argento!
- Da quegli anni remoti i giorni miei
che furon essi? Vita mie che sei?
Assopir all'inganno ogni tormento
fissar il sogno a non so qual tesoro:
e aspettarem aspettare il nulla d'oro rilegato d'argento.
 
Giovanni Bertacchi

 

venerdì 25 febbraio 2022

Buo Sabato 👍🍀🌞🌤❄️

Mi Auguro e AUGURO a tutti Voi
che piano , piano, la vita
riprenda ad essere colorata
ed in sintonia con i colori che ci regalerà
la tanto attesa primavera.🌺🌼💐
Lucia

Nel palmo della Tua mano🙏

Mi dai una mano, Signore,
a riporre questo giorno?
I sorrisi devono essere
stirati per bene
e poi distesi, uno sull'altro,
facendo attenzione
a non sciuparne i colori.
La fatica va messa ad asciugare
al calore della carità.
Le lacrime sono buone
per lavare le macchie
dei capricci e delle pretese.
Le consolazioni
e le offese
stanno nello stesso cassetto:
si terranno compagnia.
Non resto che io.
Lascia che mi acciambelli
nel palmo della tua mano.
Se avrò paura,
se farò brutti sogni
e se la coperta non mi basterà,
scaldami con una tua parola
sussurrata all'orecchio.
Ancora un sorso di preghiera.
Ancora una gloria
Ancora un amen.🙏

Il POETA di Oggi Mario Rapisardi 📖🖋

Espiazione I

Chi è, disser, costui, che solitario, altero
Sul nostro capo il verso empio saetta,
e su la gloriosa luce del nostro impero
l'ombra sua getta?

Chi è costui, che i tetri sogni sferrando a volo,
Come falchi addestrati in noi li avventa;
e di amor, di giustizia all'affamato stuolo
Parlar si attenta?

Torbido evocatore di pazze ombre, l'abisso
o non vede o non cura a cui cammina:
Con l'occhio, acre di febbre, all'orizzonte fisso,
Ecco, ei ruina!

E noi frattanto in aurea rete impigliamo il biondo
Amore e l'affoghiamo entro al bicchiere:
Noi ci tiriamo dietro inguinzagliato il mondo
Come un levriere.

Che importa, se al nostro uscio Lazzaro derelitto
Frignando invidj à nostri cani il pranzo?
Avrà, quand'ei non sia ad alcun Fascio ascritto,
Pur qualche avanzo.

Che ci fa, se a quest'ora al suon della mitraglia
Nel ribelle Tigrè riddi la morte?
Terran le nostre schiere, in qual che sia battaglia.
Fronte alla sorte!

Pugnate, eroici petti, cadete: ad una voce
Noi gridiam "Viva!" E alziam colmo il bicchiere:
Le vostre salme avranno la medaglia e la croce
Di cavaliere.

L'onor della bandiera val bene una tal guerra:
Chiedon vendetta i nostri morti; e poi
l'ufficio glorioso d'incivilir la terra
l'abbiamo noi!

Gli Abissini, si sa, son predoni, selvaggi,
e con loro bisogna esser maneschi:
Trucidar donne, vecchi, fanciulli; arder villaggi...
Viva Radetzki!

In ogni caso, giova a noi, spiriti fini,
Mandar la calda giovinaglia a spasso:
La guerra a chi la plètora ha d'odj cittadini
è un buon salasso.

Urla, profeta nero, i tuoi strambotti audaci
All'egre ciurme ch'aizzando vai:
Noi delibiamo intanto con labbra arse dà baci
Reno e Tokai!
Mario Rapisardi

Le piante e i fiori....


 

giovedì 24 febbraio 2022

Di che cosa.............

 


Signore,🙏

 


Signore,
come è grande il mondo, e come sono piccolo io!
A volte vorrei conoscerlo tutto, ma non è possibile:
mi perderei subito.
Però ho capito una cosa: che tutto il mondo
è una sola cosa,
e le persone sono in qualche modo legate tra di loro:
io sono amico Luigi e Luigi di Marco, e Marco di Maria,
e Maria di Tonino,
io Tonino non lo conosco, ma lui fa qualcosa
che magari poi serve anche a me,
anche se io non lo so e non lo conosco.
Allora, Signore, non ti ringrazio più solo
per i miei amici,
ma anche per gli amici dei miei amici:
ti ringrazio per tutti quelli che nel mondo sono amici.
Non ti ringrazio più solo per le cose che uso,
ma anche per chi le ha preparate;
ti ringrazio per tutti quelli che nel mondo
fanno qualcosa per gli altri.
Non ti ringrazio più solo perché sei mio Padre,
ma anche perché sei Padre di tutti gli altri
e così ci fai tutti fratelli.

Prima di...........

 


Il Giorno.....


 

Il POETA di Oggi Arrigo Boito 📖🖋


CASTELLO ANTICO

Là col crin di quercia e cerro,
Tenebroso nel sembiante,
Di tre secoli di ferro
Sta lo scheletro gigante;
Ritto e bruno, sulla fronte
Del profilo erto d’un monte.


O fastigi! o torri! o mura!
Irti merli e snelli ogivi!
Fu già un dì che in quell’altura
Eravate eburnei, vivi,
Come un sogno eccelso e bello
Di fantastico castello.


V’eran prodi cavalieri,
V’eran dame innamorate,
V’eran baldi falconieri,
V’eran paggi e v’eran fate,
V’eran lagni di romanze,
Giuochi e caccie e giostre e danze.


Tutto sparve. Fra le archiere
Tesse il ragno le sue maglie,
Le falene a schiere a schiere
Sfioran l’orride muraglie
E sul fosso asciutto e croio
Dorme il ponte levatoio.


Pur nei vesperi quïeti
Dell’autunno erboso e molle
Vengon giovani poeti
A sognar su quelle zolle,
Vengon vispe giovinette
A danzar su quelle vette.


Ed allor gli antichi spenti,
Quasi surti a novo bando,
Dietro i rotti monumenti
Stanno attoniti spiando,
Vedon già tornei, gualdane,
Menestrelli e castellane;


Sol che ai drappi ed ai giubbetti
Manca il vaio e la lamiera,
Sol che al manto ed ai farsetti
Manca il paggio e la gorgiera.
Sol che al petto del giullare
Manca l’arpa ed il collare.


Arrigo Boito Settembre 1863 (Luzzano)

Le persone sensibili

 

Le persone sensibili
hanno sempre il cuore spettinato
l’anima sottosopra
gli occhi sgranati
una lacrima pronta a scendere
un sorriso appeso sulle labbra
pronto ad esplodere.
Vivono in bilico
alle gioie e ai dolori della vita.
Non sono perfette, anzi
a volte sono persino autodistruttive
perché respirano di petto
mai di polmoni
vivono a mille minuti l’ora.
Le persone sensibili
sanno sorridere per poco
piangere per un nonnulla
fermarsi meravigliate
davanti ad un arcobaleno
sorridere ad un gatto
guardare verso il mare
assaporando in esso l’infinito
di pace e di tormento.
Sanno trasformare la sabbia
in polvere di stelle
accendere un sogno nel buio.
Le persone sensibili ci sono
stanno sedute lì in disparte
aspettando il momento giusto
per darti quell’abbraccio che aspettavi,
sanno vedere oltre l’apparenza,
oltre un sorriso, oltre una lacrima,
oltre alla rabbia, oltre al dolore
perché vivono di cuore.

SIlvana Stremiz

Purtroppo🥹