martedì 28 dicembre 2021

La tomba del guerriero etrusco

 

Sotto le mura di Roselle antica,

nella Maremma ardente e pien di sole,

mentre, tra i rami della quercia annosa,

il cuculo nascosto tra le fronde,

malinconico canta;

dietro l'aratro tratto dai giovenchi,

dalle corna superbe e il manto bruno,

lavoro questa cara, amata terra,

de' nostri antichi padri.

L'aratro lento affonda nel terreno,

strappando con sommesso scricchiolio

la gramigna tenace.

I forti buoi dal collo muscoloso,

avanzan lentamente, a capo chino,

quando ad un tratto il vomere tagliente,

urta contro qualcosa e viene al sole,

di terra cotta un' urna cineraria,

e mescolati insieme all'alma terra,

si confondono i resti di un guerriero

che, un dì lontano, su le patrie mura,

con braccio forte e cuore generoso,

morì lottando contro l'oppressore.

Fermi, giovenchi miei, fermate il passo;

voglio osservà, pietoso e riverente,

gli avanzi di chi un giorno, come noi,

visse, gioì, soffrì, fu amato e pianto.

Dell'asta vedo qui la ferrea punta,

che un di' brandiva il braccio tuo

gagliardo, e i tuoi compagni, nell'estremo

addio, posero teco in segno di tua gloria.

 Morbello Vergari

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