nato Antonio Laccabue
(Zurigo, 18 dicembre 1899– Gualtieri, 27 maggio 1965),
è stato un pittore italiano la cui arte è generalmente classificata come naïf.
Antonio nacque da Elisabetta Costa, originaria di Cencenighe Agordino, e da padre ignoto: venne registrato anagraficamente come Antonio Costa. Il 18 gennaio 1901 Bonfiglio Laccabue, emigrato in Svizzera dal comune di Gualtieri, sposò Elisabetta e il 10 marzo successivo riconobbe il bambino che assunse così il cognome del patrigno. Antonio, però, divenuto adulto, preferì, nel 1942, essere chiamato Ligabue (presumibilmente per l'odio che nutriva verso Bonfiglio, da lui considerato come l'uxoricida della madre Elisabetta, morta tragicamente nel 1913 insieme a tre fratelli in seguito a un'intossicazione alimentare) Nel settembre del 1900 venne affidato agli svizzeri Johannes Valentin Göbel ed Elise Hanselmann che lo denunceranno varie volte per i suoi strani comportamenti. A causa delle disagiate condizioni economiche e culturali sono costretti a continui spostamenti: Ligabue rimarrà con i Göbel fino al 1919. Il carattere difficile e le problematicità di apprendimento lo portarono a cambiare scuola: prima a San Gallo, poi a Tablat e infine a Marbach da dove venne allontanato nel maggio del 1915 per cattiva condotta. Si trasferì quindi con la sua famiglia adottiva a Staad. Tra il gennaio e l'aprile del 1917, dopo una violenta crisi nervosa, fu ricoverato per la prima volta in un ospedale psichiatrico a Pfäfers. Nel 1919, su denuncia della Hanselmann, venne espulso dalla Svizzera. Da Chiasso fu condotto a Gualtieri, luogo d'origine di Bonfiglio Laccabue ma, non sapendo una parola di italiano, fuggì tentando di rientrare in Svizzera. Riportato al paese, visse grazie all'aiuto dell'ospizio di mendicità Carri. Nel 1920 ricevette l'offerta di un lavoro presso gli argini del Po: proprio in quel periodo iniziò a dipingere. Nel 1928 incontrò Renato Marino Mazzacurati che ne comprese l'arte genuina e gli insegnò l'uso dei colori ad olio, guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento. In quegli anni si dedicò completamente alla pittura, continuando a vagare senza meta lungo il fiume Po. Nel 1937 fu ricoverato in manicomio a Reggio Emilia per atti di autolesionismo. Nel 1941 lo scultore Andrea Mozzali lo fece dimettere dall'ospedale psichiatrico e lo ospitò a casa sua a Guastalla. Durante la guerra fece da interprete alle truppe tedesche. Nel 1945, per aver percosso con una bottiglia un militare tedesco, dovette rientrare in manicomio rimanendovi per tre anni. Nel 1948 si fece più intensa la sua attività artistica tanto che giornalisti, critici e mercanti d'arte si interessarono a lui. Nel 1957 Severo Boschi, firma de Il Resto del Carlino e il fotoreporter Aldo Ferrari gli fecero visita a Gualtieri: ne scaturì un servizio sul quotidiano con immagini tuttora celebri. Nel 1961 si procedette all'allestimento della sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Subì un incidente in motocicletta e l'anno successivo rimase vittima di una paresi. Nel 1963 Guastalla gli dedicò una grande rassegna antologica, organizzata dal gallerista e amico Vincenzo Zanardelli. Chiese di essere battezzato e cresimato: morì il 27 maggio 1965 all'età di 65 anni. Fu sepolto nel cimitero di Gualtieri e sulla sua lapide venne posta la maschera funebre in bronzo realizzata da Mozzali. Era denominato Al Matt (il matto) o Al tedesch (il tedesco). Nel 1965, all'indomani della sua morte, gli venne dedicata una retrospettiva nell'ambito della IX Quadriennale di Roma. Su iniziativa di Augusto Agosta Tota e con il patrocinio della regione Lombardia, della provincia e del comune di Milano, fu allestita una grande mostra antologica al Palazzo dell'Arengario, dal 28 novembre 1980 all'11 gennaio 1981. Nella sala delle Cariatidi furono esposte oltre 150 opere tra dipinti, sculture, disegni e puntesecche, poi raccolte in un dettagliato catalogo con testi di vari critici e intellettuali, come Cesare Zavattini, Alberto Bevilacqua, Mario De Micheli e Raffaele De Grada. La suddetta mostra antologica, nello stesso anno e in quello successivo, verrà poi replicata a Bordighera, Lugano, Parigi, Strasburgo e altre località. Nel 2002 Sergio Negri, tra i maggiori esperti delle opere di Ligabue, pubblicò il Catalogo generale dei dipinti (casa editrice Electa Mondadori). Al Palazzo Reale di Milano, tra il 20 giugno e il 4 novembre 2008, si tenne una mostra monografica sul pittore organizzata dal Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma, presieduto da Augusto Agosta Tota. Presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, lo stesso Centro Studi predispose, dall'11 marzo al 26 giugno 2011 la mostra Antonio Ligabue. La follia del genio. Nel 2015, a Gualtieri, a 50 anni dalla sua morte, nasce la Fondazione Museo Antonio Ligabue che realizza un'antologica con 180 opere dell'artista tra dipinti, disegni, incisioni e sculture. La mostra Ligabue, Gualtieri. Il ritorno è allestita nel Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio ed è aperta dal 31 maggio all'8 novembre 2015. A fronte dell'enorme successo ottenuto dalla mostra, al 31 ottobre 24.000 ingressi, l'apertura è stata prorogata a martedì 8 dicembre 2015. Nel 2017 a Napoli la Fondazione allestisce la mostra «Antonio Ligabue» nella Cappella Palatina del Maschio Angioino, con oltre ottanta lavori dell'artista.
Nessun commento:
Posta un commento