O insiem col sogno nata,
Genita dal mistero,
Arte gentil di fata
Che trasfiguri il vero,
E avvolgi in luminosa
Nebbia ogni salda cosa.
*
Dove fuggisti, o antica
Regina dei conviti,
Dea delle veglie, amica
Dei casalinghi riti?
Chi t'ha involata ai cari
Crocchi, ai loquaci lari?
*
Fanciullo anch'io t'intesi,
Grata festosa fola,
Agli ansii cuor sospesi
Ridir la tua parola,
Quando tu ancor le lievi
Ali fra noi movevi.
*
Dov'eri scesa, un riso
Tutte vestia le cose,
Tacean del mesto in viso
Vinte le cure o ascose,
E di portenti ordita
Nuova parea la vita.
*
Col bambinel, col vecchio
Al focolar seduta,
Mescevi al pronto orecchio
La tua sapienza arguta,
E quanti udir le notti
Da te ricordi e motti!
*
Quanti da te creati
Vaghi fantasmi e strani
Si mescolar plasmati
Coi nudi eventi umani,
Quanta agli ingenui petti
Fonte d'ignoti affetti!
*
Sui rovi allor del mondo
Il tuo fulgor si stese,
Nel fantasiar giocondo
L'umil pensiero s'accese;
Fiamma per tempo desta
Che ai tardi giorni resta!
*
Carlo Tenca
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