giovedì 28 ottobre 2021

Canzon di Maggio



O fiorenti beltà siciliane,
lunghesse le radure
gaie ridenti come le campane
su le romite alture;

o turgidi papaveri carnosi,
fra l'oro del fromento
sbocciati come steli desiosi
e rosseggianti al vento ;

amate, poi che tutto si rinnova
ne la feconda luce;
amate: è maggio ne la veste nova
che la vita conduce.

Le chiome come faci intormentite
vibran possenti odori,
son di rose le carni rifiorite,
e li occhi ànno fulgori.

A me poeta che nel Tempo vissi
-eterno inebriamento-
sembra l'acceso palpitar di bissi
un sogno del ducento.

O la vegnente schiera giovenile
nel sole vespertino,
di porpora vestita in suo gentile
incedere divino !

O forosette, la mia giovinezza
è lirica pagana:
io canterò per voi l' acre dolcezza
de la passione umana.

Io son Diòniso, o mie fanciulle fulgide,
l'eletto del piacere :
voi proverete su le labra turgide
l'ardenza del godere.

Alla mia gioventù prodiga ardente
il sangue succhierete,
fin che ne l'ebre bocche avide e spente
non lenirà la sete.

O forosette, nel mio sangue è un dio
che rinnova la vita:
bevete, bevete il sangue mio
ne la coppa infinita.

Io non so chi mi sia : m' urge le vene
la possanza universa.
O tramonto di rose e di permene,
già l' anima nel Tutto s' è riversa.

G. Manzella Frontini.

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