(Terralba, 25 ottobre 1918 – Verdello, 13 luglio 1997)
è stato un poeta, commediografo e saggista italiano,
noto prevalentemente a livello regionale.
Nato in provincia di Cagliari, visse la sua infanzia in Emilia-Romagna, la sua "terra elettiva". Figlio di un maresciallo maggiore dei carabinieri di origini bolognesi, a sette anni si trasferì, insieme con la famiglia, a Bivona (AG), il paese di sua madre. Qui visse gran parte della sua vita. Non fu facile per lui inserirsi in questo nuovo contesto sociale e culturale: infatti ci volle del tempo per entrare a far parte del gruppo dei ragazzi bivonesi. Fin da bambino ebbe un forte interesse per l'arte: a Bivona frequentava la bottega di uno scultore di tradizione neoclassica, Carmelo Cardinale. La sua prima opera fu una scultura in argilla raffigurante sant'Antonio. Dopo aver vissuto un difficile periodo scolastico, a causa del rigore che veniva adottato nei sistemi didattici del tempo, Cesare conseguì l'abilitazione magistrale a Palermo (A. S. 1936-1937) e l'anno successivo, a L'Aquila, frequentò il corso per allievi ufficiali (riuscendo, allo stesso tempo, a sostenere il concorso come cancelliere). Ma la seconda guerra mondiale stravolse i suoi progetti e i suoi sogni: fu perfino fatto prigioniero nei pressi di Gela, durante lo sbarco degli Americani. Nel 1943 decise di farsi assegnare al tribunale militare di Bologna, dove ebbe l'opportunità di ritrovarsi con la famiglia. Operò nella Formazione Partigiana 66ª Brigata di Bologna fino al termine della guerra. Successivamente si trasferì a Como, città ancora provata dagli orrori del conflitto mondiale. Ma per Sermenghi cominciò un periodo roseo della sua vita: sposò Maria, la donna che amava fin da ragazzo, e da lei ebbe due figlie, Anna e Valeria. In seguito si trasferì in Sicilia, dove fece il cancelliere in Pretura. Fondò a Bivona il "Pegaso", un centro culturale (di cui era l'animatore) con cui riuscì ad organizzare concerti con l'intero corpo d'orchestra del Teatro Massimo di Palermo, con cui inaugurò le prime manifestazioni teatrali con Dario Fo, con cui fece da vero e proprio Mecenate a giovani artisti (scultori, poeti, pittori) che riuscirono a presentare innumerevoli opere. Il Pegaso divenne punto d'incontro di numerosi scrittori facenti parte, come lui, del Sindacato Nazionale Scrittori (tra cui Antonino Cremona, Marco Bonavia, Federico Hoefer, Santo Calì, Nat Scammacca, Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Ugo Attardi, Rafael Alberti, Maria Teresa Leon, Davide Maria Turoldo). Visse gli ultimi anni della sua vita a Bergamo. Morì a Verdello all'età di 79manni.
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