Infatti, la canzone "L'arcobaleno" scritta da Giulio Rapetti, in arte Mogol, su musica di Gianni Bella e cantata da Adriano Celentano che l'ha pubblicata nell'album "Io non so parlar d'amore" del 1999, ha un origine avvolta nel mistero. Sarebbe stato, infatti, lo spirito di Lucio Battisti ad un anno dalla sua scomparsa ad indicare, attraverso una medium, al celebre compagno di lavoro l'idea ed alcuni parti del testo, oltre al titolo stesso della canzone. Tutto iniziò con un sogno particolamente nitido fatto da Mogol durante una notte in cui Battisti indicò l'arcobaleno come ponte tra noi e l'aldilà. L'anima del cantautore milanese gli aveva indicato di entrare in una libreria e di acquistare un libro posto in una specifica posizione descritta dallo stesso Battisti e che la medium non doveva leggerlo prima di un determinato lasso di tempo. Poche ore dopo, però, la medium avvertì una seconda visione dove questa entità gli disse di leggere un preciso capitolo e di comunicare a Mogol alcuni frasi che sarebbero servite per scrivere una canzone che avrebbe dovuto chiamarsi "L'arcobaleno", appunto. Mogol, quindi, si convise dell'accaduto e dopo essersi procurato il materiale suggerito da Battisti si recò a casa di Adriano Celentano dove, insieme a Gianni Bella che curò la parte musicale, diedero vita alla stesura del brano che affascinò subito gli autori e venne inserito nell'album "Io non so parlar d'amore" del 1999 dello stesso Celentano. "Io son partito poi così d'improvviso che non ho avuto il tempo di salutare..." e "Mi manchi tanto amico caro davvero..." sono solo due dei diversi tratti del brano che fanno pensare alla morte di un amico e conoscendo i retroscena legati alla sua composizione si capisce che non può non essere così. D'altronde quella tra Battisti e Mogol è stata molto di più di una semplice amicizia al punto che, anche dopo la morte del cantante avvenuta nel 1998 e nonostante il rapporto burrascoso avuto neli ultimi anni di vita che li portò anche alla separazione artistica, quel sentimento si dimostra ancora così forte da abbattare perfino le barriere del creato. In ogni caso, che sia stata frutto della fantasia dell'autore o che sia, realmente, dovuta ad un indicazione celeste, la canzone rimane un pezzo struggente e sublime della nostra storia musicale.
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