venerdì 31 dicembre 2021
Ricetta per un Felice Anno Nuovo🍾🥂
Vorrei del tempo.....
Vorrei del tempo per cogliere
e contare col cuore ancora qualche aurora
per ammirare tutte le sfumature del tramonto
e sentirne il calore nel cuore.
Vorrei del tempo per rimediare e per meditare
Una gomma per cancellare qualche “fatto”
o anche semplicemente solo per chiedere perdono
con la speranza di essere perdonata.
Vorrei del tempo per dire a chi amo
quanto li amo davvero profondamente.
Vorrei poter abbracciare tutti quelli
che hanno scritto il loro nome nel mio cuore.
Vorrei avere tempo per guardare “vedendo”
per ascoltare “sentendo”, e per amare “amando”
e trovare pace nell’anima per ogni mio “non fatto”
e chi i fatti siano stati del “ben fatto”.
Vorrei tirando la somma poter guardare indietro
con serenità senza che il cuore si schianti
e andarmene gaurdando con un sorriso
senza rimpianti tutto quello che è stato.
Silvana Stremiz
Sguardo alla vita
Sguardo alla vita
lunga salita
ripida
la dipartita
ma attraverso
il terso calore del cuore
dolce è l'approdo all'amore
rimembranza
culla
illusione
paura
tensione...
Sguardo alla vita al contrario
distesi prati fioriti
variopinti i momenti infiniti
illuminata realtà fatata
sparsi gli amorosi incensi
Tutta l'unicità del mondo
racchiusa
in uno sguardo profondo...
Laura Carlisi
giovedì 30 dicembre 2021
Il Poeta di Oggi Rudyard Kipling 📖🖋
Robert Hossein🥀
OGNI GIORNO E’ UN NUOVO GIORNO
e un po' d'azzurro
NON LO SEGUIRE.
e se la spegne,
senza stancarti mai.
se fa luce nel tuo cuore quando c'è la tempesta, sai dove approdare.
la tua nave andrà ad infrangersi sui tanti "scogli" della vita...
Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
Perché sei Tu il regista…
Perché sei TU il protagonista.
tutti da inventare, tutti da vivere, tutti da godere.
Trenta dì conta novembre
Buongiorno Amici/e☁️ 🍀☃️☔🎄
mercoledì 29 dicembre 2021
La POETESSA di Oggi Christina Georgina Rossetti 📖🖋
Nel mezzo di un gelido inverno.
Il vento gelato portava lamenti,
La terra era dura come il ferro,
L'acqua come una pietra;
La neve era caduta,
Neve su neve,
Nel mezzo di un gelido inverno,
Molto tempo fa
Nostro Dio, il paradiso non può trattenerlo,
Né la terra sorreggerlo;
Il cielo e la terra fuggiranno
Quando verrà il suo Regno;
Nel mezzo di un gelido inverno
Una stalla fù sufficiente
Per il Signore Dio incarnato,
Gesù Cristo.
Bastò per lui, che i cherubini
lo adorassero notte e giorno
Un seno pieno di latte
E una mangiatoia piena di fieno.
Bastò per lui, che angeli
caduti in passato,
Il bue, l'asino e il cammello
lo adorassero.
Angeli ed arcangeli
erano tutti lì riuniti,
Cherubini e serafini
Affollavano l’aria
Ma solo sua madre
Nella sua fanciulla beatitudine,
Adorò l’amato
Con un bacio.
Cosa posso dargli,
Povera come sono?
Se fossi un pastore
Porterei un agnello,
Se fossi un Magio
Farei la mia parte,
Ecco cosa posso dargli —
Gli dono il mio cuore
Christina Rossetti
29 dicembre San Davide Re🙏
Etimologia: Davide = diletto, dall'ebraico Davide era il più giovane dei sette figli di Isai, della tribù di Giuda. Era ancora giovanissimo quando Samuele fu mandato da Dio alla casa di suo padre per eonsacrarlo re in luogo di Saulle. Chiamato dalla montagna dove pascolava il gregge paterno, venne alla presenza di Samuele che, con olio benedetto, lo consacrò re in mezzo ai suoi fratelli. Da quel giorno lo spirito del Signore si posò in particolar maniera sopra Davide. Al contrario, Saulle fu assalito da uno spirito di tristezza e di malinconia che ben spesso lo faceva dare in furore. Davide suonava l'arpa con grande maestria e cantava bene: fu quindi chiamato alla corte, fatto scudiere e con l'armonia del suono e con la melodia del canto dissipava la tristezza di Saulle. Mentre Davide si trovava alla corte, ci fu guerra fra Israeliti e Filistei. Per evitare spargimento di sangue, un uomo filisteo, alto più di tre metri, chiamato il gigante Golia, avanzava verso gli Israeliti e diceva: “Se c'è qualcuno tra voi che voglia venir a battersi con me avanzi”. Poi diceva: “Io oggi ho disprezzato le schiere del Dio d'Israele”. E così per 40 giorni. Davide, uditolo, esclamò: “Chi è questo incirconciso che ardisce insultare il popolo del Signore? Io andrò a combattere contro di lui”. Prese la fionda e il bastone, andò incontro al gigante, e con la fionda scagliò una pietra che colpì Golia in fronte e lo fece stramazzare a terra. Davide gli fu sopra: gli sfoderò la spada e gli troncò il capo. Saulle non si rallegrò per la vittoria, anzi, preso da invidia, cercava la morte di Davide, che per sfuggirla andò per i deserti esclamando: “Chi confida nell'Altissimo vive in sicurezza e nulla teme”. Morto Saul, Davide, con grande zelo, condusse il popolo alla virtù e al timor di Dio. Diede splendore al culto divino; e, innalzato un magnifico padiglione sul monte Sion, vi fece trasportare l'Arca dell'Alleanza. Peccò anche, ma pianse i suoi peccati, fece penitenza, rimproverato dal profeta Natan, detestò i suoi errori e accettò la punizione di Dio. Vicino a morte chiamò il figlio Salomone e gli disse: “Mio caro, cammina nelle vie del Signore, osserva i suoi comandamenti ed egli ti concederà un felice successo nelle tue imprese”. Poco dopo finì in pace i suoi giorni. Altissimo poeta, cantò, nei Salmi immortali il dolore, il pentimento, la speranza, la fede. Profeta, vide nell'alta mente illuminata da Dio il Giusto condannato, ucciso, trionfante, e mille anni prima narrò al mondo la passione e la risurrezione di Cristo. Autore: Antonio Galuzzi |
I due asinelli
martedì 28 dicembre 2021
Signore Gesù, 🙏
IL LUPO DI BETLEMME
E' Nato
Alleluia! alleluia!
E’ nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
E’ nato, è nato il Signore!
E’ nato nel nostro paese.
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
E’ nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
Guido Gozzano
La morte del padrone
Lorenzo – contadino
Che dicevi Rinaldo di bon’ora?Rinaldo – contadino
È crepato il padrone, non lo sai?Lorenzo
Ma è morto proprio tutto sei sicuro?Rinaldo
È stecchito, l’ho visto co’ mi occhi.Lorenzo
Ma quella mano che rubbava sempre
mica si move più, l’hai vista bene?Rinaldo
No, possi sta’ sicuro, da qui avanti
non farà più gli zeri a nostro danno.
La Signora vorrebbe che s’andasse
tutti i capocci insieme al funerale…Lorenzo
Sicuro che ci andremo, ce ne fosse!
E bisogna sbrigassi a sotterrallo
che un c’abbia a ripensà, sai com’è Lui
che di parola non è stato mai.Morbello Vergari
La tomba del guerriero etrusco
Sotto le mura di Roselle antica,
nella Maremma ardente e pien di sole,
mentre, tra i rami della quercia annosa,
il cuculo nascosto tra le fronde,
malinconico canta;
dietro l'aratro tratto dai giovenchi,
dalle corna superbe e il manto bruno,
lavoro questa cara, amata terra,
de' nostri antichi padri.
L'aratro lento affonda nel terreno,
strappando con sommesso scricchiolio
la gramigna tenace.
I forti buoi dal collo muscoloso,
avanzan lentamente, a capo chino,
quando ad un tratto il vomere tagliente,
urta contro qualcosa e viene al sole,
di terra cotta un' urna cineraria,
e mescolati insieme all'alma terra,
si confondono i resti di un guerriero
che, un dì lontano, su le patrie mura,
con braccio forte e cuore generoso,
morì lottando contro l'oppressore.
Fermi, giovenchi miei, fermate il passo;
voglio osservà, pietoso e riverente,
gli avanzi di chi un giorno, come noi,
visse, gioì, soffrì, fu amato e pianto.
Dell'asta vedo qui la ferrea punta,
che un di' brandiva il braccio tuo
gagliardo, e i tuoi compagni, nell'estremo
addio, posero teco in segno di tua gloria.
Morbello Vergari
Morbello Vergari
(Santa Caterina, 28 dicembre 1920 – Roselle, 16 gennaio 1989)
è stato un poeta e scrittore italiano originario della Maremma grossetana.
Da tutti conosciuto come Morbello. Figlio di Candido e di Giustina Baccetti, è il primo di otto figli. Ben presto (era il 1923) la famiglia si trasferirà a Baccinello (nel comune di Scansano) dove il padre andrà a fare il minatore nella miniera di lignite. Morbello frequenterà lì le prime tre classi della scuola elementare che rimarranno i suoi unici studi. La vita a Baccinello per i Vergari fu dura come dure erano le condizioni di lavoro in quegli anni; nel 1929, a causa delle febbri malariche, il padre sarà costretto a lasciare il lavoro della miniera e Morbello, a soli 9 anni, per aiutare la famiglia, va a lavorare come “garzone” al podere Laschi nella campagna di Roccalbegna dove rimarrà fino al 1932. In quell'anno il padre Candido, ormai ristabilitosi dalla malaria, riunirà la famiglia per andare a fare il contadino in un podere nel comune di Roccalbegna. Così, seguendo un destino comune a tanti lavoratori della Maremma, anche i Vergari diverranno agricoltori e saranno contadini in varie zone del comune di Roccalbegna, poi a Magliano in Toscana e infine a Roselle (Grosseto), dove si trasferiranno nel 1955 al Podere Mota nell'area dei ruderi etrusco-romani. Oggi quel podere si chiama “Casa Vergari”.Il 4 gennaio 1941 Morbello parte militare, arruolato in Cavalleria. Prima sarà in Sardegna, poi a Pordenone e quindi verrà inviato sul fronte albanese, dove contrarrà anche la malaria. Dopo l'8 settembre 1943, fatto prigioniero dall'esercito tedesco, viene deportato in Cecoslovacchia ed internato nel lager di Dalvitz presso Karlsbad. Lì sarà impiegato in lavori ferroviari e solo il 25 giugno 1945 tornerà a casa dalla prigionia raggiungendo la famiglia e riprendendo a collaborare nei lavori agricoli.
Nel 1955 la famiglia Vergari si era trasferita al Podere Mota, nell'area della città etrusca di Roselle. L'incontro di Morbello con la terra rosellana è determinante per la sua vita; i reperti etruschi e romani che affioravano dal terreno, che lui stesso lavorava, lo appassioneranno allo studio dell'archeologia. Ha contatti con giornalisti, scrittori, musicisti, archeologi che salgono agli imponenti ruderi della città; in quegli anni conosce Carlo Cassola, Aldo Mazzolai, Giuseppe Guerrini, Fenenna Bartolommei, e altri esponenti della cultura grossetana. Frequentemente lavorerà alle campagne di scavo archeologico svolgendo volontariamente il ruolo di guida per i visitatori, finché diverrà il naturale ed ideale custode di Roselle, incarico che svolgerà per tutta la vita. È in età matura quindi che Morbello, da autodidatta, arricchirà le proprie conoscenze compiendo letture e studi e si misurerà con la scrittura pubblicando libri di poesie e racconti, compiendo ricerche sulla cultura contadina (in particolare sul canto popolare) e si appassionerà all'archeologia divenendo il “custode” e la guida degli scavi di Roselle. Gli anni del dopoguerra sono gli anni della sua formazione intellettuale: inizia a comporre i primi testi poetici e, poiché suona la fisarmonica, lo troviamo spesso a suonare nelle “veglie” dei poderi e nelle feste da ballo. Nel 1949 i Vergari si stabiliscono al Podere Fagnina nel comune di Magliano in Toscana. Nel 1951 Morbello scrive il suo primo testo poetico di un “maggio” tradizionale nel quale inserisce (forse per primo) il tema della festa del lavoro. In questo periodo frequenta la Biblioteca Chelliana di Grosseto, dove incontra il giovane direttore Luciano Bianciardi. Partecipa ad incontri di poesia estemporanea in ottava rima cantando con poeti improvvisatori quali Terzilio Bacchi, Mario Cipriani, i fratelli Benelli Elidio e Francesco, tuttavia abbandonerà presto questo genere tradizionale per dedicarsi ad una poesia scritta in versi liberi che lo vedranno autore popolare. Nel 1962 si incontra con Giovanni Guastavigna (insegnante di storia e filosofia al Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino) e, divenuti amici, sarà messo da lui in contatto con Piero Rachetto, direttore della rivista torinese “Voci Nuove”, dove pubblicherà alcuni suoi testi. Nel 1964 parteciperà al premio di poesia “Città di Torino” risultando vincitore con la sua prima raccolta poetica Versacci e discorsucci. Stando a Roselle ha modo di incontrare molti personaggi. Un incontro importante avverrà sempre nei primi anni sessanta con l'editore Giovanni Tellini di Pistoia con cui stabilisce un rapporto di amicizia e di collaborazione. Sarà proprio questo editore che pubblicherà le sue opere più importanti: Versacci e discorsucci (in edizione ampliata); Maremmani buggiaroni (un libro di racconti), Maremma com'era (scritto in collaborazione con il giornalista Renzo Vatti), Roselle profilo di una città etrusca (scritto con Vasco Melani, un libro tradotto anche in lingua tedesca), Maremma a tavola (scritto in collaborazione con Corrado Barontini).Risale ai primi anni sessanta l'amicizia e la collaborazione con la cantante folk Caterina Bueno, venuta in Maremma per fare le sue ricerche sul canto popolare. Sarà lei che negli anni settanta lo farà partecipare ai concerti e alle rassegne di Canto popolare fra cui l'intervento alla serata conclusiva del Convegno sulle “Tradizioni popolari e la ricerca etnomusicale” che ebbe luogo alla FLOG di Firenze nel 1975, al quale parteciparono vari ricercatori fra cui Diego Carpitella, Roberto Leydi e Pietro Clemente.Nei primi anni settanta, con Corrado Barontini, Morbello aveva iniziato una ricerca sulla tradizione canora maremmana recuperando testi e motivi popolari; da questa collaborazione nascerà il gruppo “Coro degli Etruschi” per la riproposta dei canti popolari della Maremma e verrà pubblicato il libro Canti popolari in Maremma (in collaborazione con Corrado Barontini e Finisio Manfucci che trascriverà la musica).Inizia poi la collaborazione con il giovane ricercatore grossetano Roberto Ferretti, studioso delle tradizioni locali che, proprio in questo periodo, dà vita all'Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana. Morbello alterna la propria attività di scrittore, ricercatore, uomo pubblico mantenendo il legame con l'area degli scavi di Roselle dove ottiene una licenza commerciale per vendere i libri. Parteciperà ad alcune trasmissioni televisive, collaborando con alcune testate di giornali, e soprattutto con il “Coro degli Etruschi”, ancora oggi attivo, diffonderà quella parte di cultura tradizionale che gli stava a cuore. Nell'estate del 1988 si ammala e viene ricoverato in ospedale, dove inizia la stesura di un nuovo quaderno, Proverbi e cure selvatiche, rimasto poi incompiuto, e termina la commedia Li sposi di San Bisognino. Si spegne nella sua casa di Roselle all'età di 68 anni. Non si è mai sposato, non lascia figli. Nel 2009 il Comune di Grosseto e la Direzione didattica del III circolo di Grosseto intitolano a Morbello Vergari la scuola elementare di Roselle
lunedì 27 dicembre 2021
AMICIZIA
Buongiorno Amici/e🤶🎄
La Madonna dei mandarini
Quando in cielo un angioletto
non fa il suo dovere,
il Signore lo fa rinchiudere
in una cella molto buia.
Poi si rivolge a un altro e dice:
“Fammi venire qua San Pietro!”
E San Pietro compare:
“Neh, Signore, quali novità?”
"Dentro la cella più buia
sta rinchiuso un angioletto:
mettimelo a pane e acqua
perché ha commesso un peccato!”
San Pietro china la testa
e risponde: “Sissignore!”
Dio dice: “Ma fai attenzione
perché deve restarci ventiquattr’ore!”
L’angioletto, dalla cella,
fa sentire tanti lamenti…
“Meh, Signore – dice San Pietro -
per questa volta… lasciamo stare…”
“Nossignore! Io voglio così!
Stai zitto! – dice Dio -
Altrimenti ognuno se n’approfitta!
In Paradiso comando io!”
E San Pietro volta le spalle.
Dalla cella tutta buia
l’angioletto piange e si agita,
dice di aver paura.
Ma la Madonna, quando tutti
dormono ormai profondamente,
senza che alcuno se ne accorga,
va e gli porta i mandarini.
La storia del juke-box
23 novembre 1889. L'imprenditore Louis T. Glass (1845-1924), insieme al suo socio in affari, William S. Arnold, installa nel Palais Roya...
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« Miei cari amici vicini e lontani buonasera » ( Palermo , 20 settembre 1902 – Rodello , 24 gennaio 2002 ) è stato un conduttore radio...