giovedì 24 dicembre 2020

24 dic. Sant' Adele di Pfalzel

 

Abbadessa benedettina
sec. VIII - m. 730
Etimologia: Adele = figlia nobile, dall'antico tedesco

Fondatrice e prima abbadessa del monastero benedettino di Pfalzel (Treviri), che aveva la stessa regola dei monasteri di Ohren e di Nivelles; nonna ed educatrice di s. Gregorio di Utrecht. Morì ca. il 730. E' da identificare con l'abbadessa Adola, destinataria d'una lettera dell'abbadessa Elfled di Streaneshalch e con Adula, «religiosa matrona nobilis», che era a Nivelles il 17 marzo 691 e il cui figlioletto fu ivi salvato dall'annegamento. Poco sicura è invece l'identificazione di Adele con Attala, figlia di s. Irmina, come anche non è dimostrato che Adele fosse figlia di Dagoberto II e sorella di s. Irmina; infine, non genuino è il «testamentum Adulae». Mabillon sembra nutrire qualche riserva sulla santità di Adele, che peraltro ha attestazioni antiche, come quella riportata da un lezionario medievale dallo Schorn («Haec sanctissima A. plena dierum migravit ad Christum»), da cui risulta altresì che Adele fu sepolta nel suo monastero. Nel 1802 il sepolcro fu tolto; la cassa con le reliquie, portata nella chiesa parrocchiale di S. Martino, fu aperta nel 1868: non vi si trovò che una copia del testamento di s. Adele e un verbale del 1802. La tavola di piombo della traslazione del 1207 e l'originario coperchio del sepolcro furono rinvenuti nello stesso anno dietro l'altare maggiore, mentre la testa e le ossa della santa, nascoste sotto lo stesso altare, si scoprirono nel 1933. S. Adele di Pfalzel è legata al nome di un altro grande apostolo della Germania, l'inglese S. Bonifacio che predicò il vangelo in Frisia, nella prima metà del secolo VIII. Durante uno dei suoi frequenti viaggi dalla Frisia alla Renania l'instancabile missionario fu ospite del monastero di Pfalzel, presso Treviri, di cui era badessa Adele. La tradizione vuole che questa santa, rimasta vedova, entrasse nel monastero da lei stessa fondato, portandosi dietro il nipotino Gregorio. Durante la sosta nel monastero Bonifacio parlò così bene delle verità evangeliche che il ragazzo, ammirato, volle seguirlo. Divenne uno dei più zelanti discepoli del grande missionario. E’ uno sprazzo di luce sulla nebulosa storia di questa santa il cui ricordo si confonde con quello più vivido di S. Irmina, accomunate dalla santità se non dalla parentela.


Autore:
Alfonso M. Zimmermann

 

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