AVE MARIA
Le squille dell'Ave Maria
Ondeggiano in grembo alla sera.
Sia pace a colui che desia,
Sia pace a colui che dispera!
È l'ora in cui giunge il pensiero
A plaghe nel sogno intraviste:
S'umilia dinnanzi al mistero
La gloria di mille conquiste.
È l'ora che il vinto si adagia,
Si affonda in un torpido stagno
E invoca la Morte randagia
Che venga a troncare il suo lagno.
È l'ora in cui torna in cammino
Il povero che s'è sfamato,
Guardando il fulgor vespertino
Dall'orlo di un roco fossato.
Le squille dell'Ave Maria
Si spengono in grembo alla sera...
Sia pace a colui che s'avvia
Incontro alla notte sua, nera.
Le squille dell'Ave Maria
Ondeggiano in grembo alla sera.
Sia pace a colui che desia,
Sia pace a colui che dispera!
È l'ora in cui giunge il pensiero
A plaghe nel sogno intraviste:
S'umilia dinnanzi al mistero
La gloria di mille conquiste.
È l'ora che il vinto si adagia,
Si affonda in un torpido stagno
E invoca la Morte randagia
Che venga a troncare il suo lagno.
È l'ora in cui torna in cammino
Il povero che s'è sfamato,
Guardando il fulgor vespertino
Dall'orlo di un roco fossato.
Le squille dell'Ave Maria
Si spengono in grembo alla sera...
Sia pace a colui che s'avvia
Incontro alla notte sua, nera.
di Francesco Pastonchi
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