(Santarcangelo di Romagna, 24 novembre 1924 – Milano, 28 marzo 2005)
è stato un poeta e scrittore italiano.
In gioventù Baldini dà vita, assieme ad altri giovani intellettuali santarcangiolesi, al sodalizio che in seguito divenne noto come E' circal de' giudéizi (Il circolo della saggezza). La famiglia di Raffaello Baldini gestiva il "Caffè Trieste" in Piazza delle Erbe, dove si incontravano spesso gli altri membri del sodalizio: Tonino Guerra, Nino Pedretti, Gianni Fucci, Flavio Nicolini, Rina Macrelli. Qui peraltro il giovane Raffaello, chiamato "Lello", ebbe l'opportunità di frequentare un'umanità varia, raccogliendone le voci e gli aspetti psicologici. Studia al ginnasio e liceo di Rimini, si laurea in Filosofia all'Università di Bologna e si dedica poi all'insegnamento per alcuni anni (a Sant'Arcangelo, alle magistrali di Forlì, per qualche tempo anche in Bretagna, lettore d'italiano in un liceo di Rennes). Nel 1955 si trasferisce a Milano: inizialmente lavora nel campo pubblicitario come copywriter; successivamente diventa scrittore e, dal 1968 lavora come giornalista per «Panorama». Nel 1967 pubblica con Bompiani Autotem, una piccola opera satirica sull'automobile vista come feticcio. La raccolta É solitèri ("Il solitario", Premio Gabicce), con cui nel 1976 debutta nella poesia dialettale, viene pubblicata a Imola a spese dell'autore. Nel 1982 esce La nàiva ("La neve"). Con Furistír ("Forestiero", 1988) Baldini vince il Premio Viareggio e con Ad nòta ("Di notte", 1995), il Premio Bagutta. Si dedica anche alla scrittura per il teatro. Suo è un monologo, Zitti tutti!, pubblicato da Ubulibri nel 1993. Nel 1996 Ravenna Teatro ha prodotto lo spettacolo Furistír (diretto e adattato da Marco Martinelli), nato dalla fusione di otto raccolte di poesie di Baldini. Sebbene Baldini sia principalmente un letterato, il desiderio di scrivere il proprio dialetto in modo rigoroso lo ha indotto a una riflessione sulla ricca fonologia del santarcangiolese
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