Tramonta il dì; - la placida
Aura del vespro oscilla
Al suono malinconico
Della notturna squilla,
Che in flebile armonia
Dalla torre annunziò l'Avemaria.
Rinchiusa nel silenzio
Dell'umil cameretta,
La solitaria vergine
Presso l'altar si fletta.
E il vento della sera
L'incenso invola della sua prephiera.
La benedetta lampada
Piove una luce mesta
Dell'innocente vergine
Sovra la bionda testa,
E le incorona il viso
D'un'aureola. che par di paradiso.
« A ve Maria! se il fervido
Suon della mia favella
Infino a te può giungere,
Vergiine santa e bella,
Guarda la poveretta
Che da te sola ogni suo bene aspetta.
«Ave Maria! sul placido
Guancial del mio riposo
Maternamente vigili
Il tuo sguardo amoroso;
E, se sognar degg'io,
Mostrami in sogno il paradiso e Dio.
« Ave Maria! sull'angelo
Che mi donò la vita
Scenda, o pietosa Vergine,
La tua celeste aita,
E a lei che m'è sì cara
Una serie di lunghi anni prepara.
« Ave Maria! sull'orfano
Stendi la man pietosa; .
Manda un conforto al misero
Che più sperar non osa!
E dell'afflitto il pianto
Tergi, o Maria, tu che sofferto hai tanto!
« Ave Maria! nell'ultima
Ora del viver mio
Il moribondo spirito
Tu raccomanda a Dio!
Chi nel tuo bacio muore
Si sveglierà nel bacio del Signore. »
E sì dicendo il limpido
Sguardo levò la pia
Ed alla santa imagine
Sorrise di Maria:
Poi con sommessa voce
Si feoe il segno della santa croce.
Arnaldo Fusinato
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