Godiamoci, ragazzi, maggio, il mese
che da tempo è chiamato ciliegiaio.
Cuor d’oro, infatti, provvido e cortese,
offre tra i frutti quello che è più gaio:
la ciliegia e l’amarena rossa e nera,
occhio splendente della primavera.
Anche il mondo dei frutti è alquanto vario
se pensate alle forme ed ai colori;
è un mondo, come il nostro, straordinario,
ma talora è così solo di fuori;
un frutto, per esempio, appare bello e piacente,
ma poi al palato dice poco o niente.
Ma la ciliegia… benedetta sia!
Fresca e succosa, tenera o croccante,
ai bimbi e ai grandi dona l’allegria
e il volto di ogni mensa fa esultante.
Allegre dagli orecchi dei bambini
pendo come accesi cuoricini.
I cieli a maggio sono dolci e chiari
tinti di azzurro rosa e verdolino
già i nuovi tralci piegano i filari
e contento li allaccia il contadino;
ancor s’innesta, o si rincalza il grano,
mentre il fieno fa biondi il monte e il piano.
La spiga sotto il sole già s’indora
chinando il capo un poco insonnolita;
il pollo chiacchierando va a pastura;
la fragola già occhieggia imbaldanzita;
ogni ragazza canta uno stornello:
“Fiorin di maggio, fiore mio, fiorello…”.
A sera il contadino torna all’aia
i somarelli carichi d’avena,
accanto a casa riode la massaia
che intona una canzone a voce piena:
“Oh, figlia mia, tu sei fiore di ruta,
quando il principe passa ti saluta!”.
“Oh, figlia mia, tu sei macchia di rosa,
sei macchia d’albicocco damaschino,
per te il principe piange e non riposa
pensando ai tuoi capelli d’oro fino.
A maggio tu risplendi come un fiore,
dove cammini ci lasci l’odore…”.
Tutta la terra a maggio è dolce pane,
tutta la terra a maggio è dolce fiore,
alla luna crescente abbaia il cane,
in frutto si tramuta ogni sudore…
Maggio mese di gioia e d’allegria,
benedetto tu sempre, e così sia!
G. Ravegnani
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