lo nacqui dove il ciel ride sereno
su l'isola felice, occhio de' mari,
dove fervendo mescono
le lor grida ai mattini umidi e chiari
il molle Jonio e il fumido Tirreno.
Sfolgora il mezzodì per le campagne
nel tremulo silenzio frascheggianti
e polverose torcono
le braccia i chionzi fichi d'India, innanti
ad aspri anfiteatri di montagne.
Su le baie, che s'aprono falcate,
le ville son bianche colombe in giro;
le piagge azzurre fremono
odorando; dall'etra il gregge pende
e l'Etna immane all'orizzonte fuma.
Giovanni Alfredo Cesareo
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