Vergine, fondatrice
Desenzano sul Garda, 21 marzo 1474 – Brescia, 27 gennaio 1540
Etimologia: Angela = messaggero, nunzio, dal greco
Emblema: Giglio
Nacque
a Desenzano sul lago di Garda. Vigilata dai pii genitori, custodì
diligentemente fin dai primi anni il giglio della verginità che propose
di serbare intatto per tutta la vita. Aborriva ogni fasto muliebre,
fino al punto di sfigurarsi il volto e recidersi la bella chioma,
affine di piacere solo al celeste Sposo dei vergini. Quando la morte le
rapì gli amati genitori, fu accolta dallo zio, insieme con un suo
fratellino. Quivi visse nel ritiro, nella penitenza, col cilicio e coi
flagelli, nella preghiera quotidiana e notturna. Dietro consiglio del
suo confessore, abbracciò la regola del terz'ordine francescano, e
tornata alla natia Desenzano, il Signore le manifestò quanto voleva da
lei. Un giorno Angela stava pregando con il suo solito fervore, quando
vide aprirsi i cieli, e da una lunga scala che dalla terra saliva sopra
le nubi, vide scendere e salire Angeli e Vergini, mentre una musica
soavissima si spandeva all'intorno. Udì allora una voce che la invitava a
fondare una Compagnia di Vergini che lodassero Iddio e portassero
anime al suo cuore. Tenuta in gran concetto di santità, ovunque era
chiamata a consolare, a comporre dissidi, a richiamare sulla via della
virtù anime perdute. Affamata del pane degli Angeli, si accostava spesso
alla sacra Mensa, con sì infuocato amore da essere spesso rapita fuor
dei sensi. Intraprese poi con somma devozione un viaggio in Terra
Santa. Approdata all'isola di Candia, divenne cieca; nel ritorno, alla
stessa isola, miracolosamente riebbe la vista, sfuggì ai Saraceni, e da
sicuro naufragio. Desiderosa di venerare il Vicario di Cristo e di
lucrare l'indulgenza del Santo Giubileo, venne a Roma e si portò a
piedi dal Papa Clemente VII. Ritornò a Brescia, e qui stabilitasi
presso la chiesa di S. Afra, nel centro della città, diede inizio nel
1535 alla nuova congregazione detta delle Orsoline. Le diede una sicura
disciplina e regola di vita santa e la pose sotto il patrocinio di S.
Orsola. Molte furono le vocazioni, così che in breve tempo le Orsoline
si diffusero in Italia ed in tutta Europa, poi oltre oceano. Loro scopo
è l'educazione delle giovanette. Chi ne può misurare il bene? Aveva
ormai settant'anni quando cadde inferma; ricca di meriti se ne volò
all'amplesso del suo celeste Sposo. Il suo corpo rimase esposto per ben
trenta giorni, finchè fu tumulato nella stessa chiesa di S. Afra.
S'iniziò presso il suo sepolcro una sequela di portentosi miracoli, per
cui i fedeli accorsero in folla a glorificarla e ad impetrar grazie.
Fu canonizzata da Pio VII nell'anno 1807.
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