è il dì de' morti; taciturna e nera regna la notte ancor nel firmamento; addormentata è la natura intera; sol con lo squillo lamentoso e lento invita de' defunti alla preghiera la campana maggiore del convento; al prim suon le monache già deste il cilicio si cingono e la veste.
E un picciol lume nella man raccolto, uscte dalla povera celletta ad una, a due, a tre col vel sul volto passano i foschi corridori in fretta mormorando preghiere, e tutte han volto il cammino alla casa benedetta ove del monaster le antiche suore riposan nella pace del Signore.
Ma Ildegonda che stanca del gran pianto tante notti versato alfin dormìa. Da un dolce sogno lusingata intanto credea morirsi rassegnata e pia, di caritate accesa, il nome santo di Gesù ripetendo e di Maria, col ministro di pace accanto al letto, e il Crocifisso e il cereo benedetto.
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