(Firenze, 2 dicembre 1901 – Firenze, 24 luglio 1996)
Poetessa e scrittrice di romanzi e racconti, spesso ispirati dalle proprie esperienze e raccontati con uno stile post-verista, la sua poetica ha per tema la vita comune e le relazioni tra le persone. Nel corso della sua vita ha promosso la letteratura per l'infanzia in veste di editore e curatore di collane editoriali, ma anche come autrice di romanzi e raccolte di filastrocche e raccontini destinati all'infanzia e come traduttrice di alcuni importanti classici della letteratura per l'infanzia. È stata inoltre traduttrice in versi di classici greci e latini. Prima di cinque figli, nasce a Firenze, da Ugo Bossi, direttore di uno zuccherificio, e da Teresa Marchesini, casalinga. Già in giovane età mostra il suo talento letterario, all'età di 25 anni pubblica una versione in versi dell'Ifigenia in Tauride di Euripide. All'età di 16 anni, liceale a Bologna, si fidanza con Giuseppe Maranini, di un anno più grande di lei, che in seguito diventerà suo marito. Il Maranini, destinato a diventare un eminente costituzionalista, veniva da una famiglia colta con molti interessi e attività nel campo dell'editoria. Laureata in lettere all'Università di Bologna si trasferì successivamente a Venezia, dove nel 1926 fondò la casa editrice "La nuova Italia" insieme al marito e a Ernesto Codignola. Nel 1928 ebbe la prima figlia, Letizia, di cui si racconta nell'opera Il fiore in mano, nel 1933 nasceva invece il figlio Paolo, al quale, molti anni dopo, si ispirò per l'opera Pierino in guerra: avventure di un bimbo pacifico del 1960. Negli anni trenta fondò la "Novissima editrice" dedicata alle collane per l'infanzia, successivamente (nel 1934) anche la casa editrice "Ofiria". Dal 1929 fino alla fine degli anni quaranta fu, con un buon successo, autrice ed editore di testi scolastici per il primo ciclo della scuola dell'obbligo. Sul finire della guerra dopo l'emissione delle leggi razziali, le radici ebraiche del marito costrinsero la famiglia a nascondersi. Avendo vissuto stabilmente a Firenze, prima in città e successivamente in collina, poté godere di quell'intimo contatto con la natura che le fu sempre d'ispirazione per la sua attività di scrittrice. Vinse diversi premi letterari, tra cui il Premio dell'Accademia d'Italia nel 1938 per la sua attività di traduttrice, il Premio Carducci per la poesia e il Premio Venezia per la narrativa, entrambi nel 1951. Nei primi anni cinquanta fu nella giuria del Premio Letterario Laura Orvieto. Nel 1975 fu finalista del Premio Strega con Giornale del soldato stanco. Dopo la morte del marito, nel 1969, ne curò l'edizione delle Lettere da Fiume alla fidanzata (1973), e nel 1977 pubblicò una sua biografia, Un uomo libero: Giuseppe Maranini. Collaborò nel corso degli anni con diversi quotidiani, scrivendo articoli ed elzeviri. Amante di una natura che sentiva fonte di vita e prima ispiratrice della sua arte, culturalmente lontana sia dal mondo cattolico, sia dalla cultura comunista, di fatto restò isolata nel panorama culturale dell'Italia del dopoguerra, lontana dalla mondanità e dai circoli letterari. Riposa nel cimitero del Convento di San Domenico (Fiesole).
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