Uno dei monaci del monastero di Sceta commise una grave mancanza, e così fu chiamato l'eremita più saggio perché potesse giudicarla.
L'eremita si rifiutò, ma i monaci insistettero tanto che lui finì per andare. Prima, però, prese un secchio e lo forò in vari punti.
Poi, lo riempì di sabbia e s'incamminò verso il convento.
Il superiore, vedendolo entrare, gli domandò che cosa fosse.
"Sono venuto a giudicare il mio prossimo - disse l'eremita -. I miei peccati stanno scorrendo dietro di me, come scorre la sabbia di questo secchio.
Ma, siccome non mi guardo alle spalle e non mi rendo conto dei miei stessi peccati, sono stato chiamato a giudicare il mio prossimo!".
I monaci allora rinunciarono alla punizione all'istante.
(P. Coelho)
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