giovedì 17 ottobre 2024

ABBE' PIERRE (Abbé Pier).

 

Henri Antoine Grouès, detto Abbé Pierre

(Lione, 5 agosto 1912 – Parigi, 22 gennaio 2007),
è stato un presbitero cattolico francese, partigiano, uomo politico e fondatore nel 1949 dei Compagnons d'Emmaüs, un'organizzazione per i poveri ed i rifugiati.
Nato in un'agiata famiglia di Lione attiva nel commercio della seta, quinto di otto figli, trascorse la sua infanzia ad Irigny. A dodici anni incontrò François Chabbey e, con il padre, entrò nel circolo degli "Hospitaliers veilleurs", dove i membri (principalmente appartenenti alla media borghesia) dedicavano parte del loro tempo libero a radere i poveri. Henri si trovò così ad accompagnare il padre tra le diroccate e sporche case dei quartieri più poveri di Lione a fare la barba ai poveri. In questo modo il giovanissimo Henri prese sempre maggiore consapevolezza della situazione delle classi più deboli della città e questo gli fece crescere il desiderio di mettersi al servizio dei poveri e dei sofferenti. Verso i quindici anni decise che non avrebbe più accompagnato il padre nell'opera degli Hospitaliers veilleurs: durante la settimana, dopo la scuola, assieme ad altri, si adoperò in piccoli lavoretti. La domenica si recava poi nei sobborghi della città, dove cercavano di rendere più confortevoli le stamberghe dei poveri, lasciando infine a loro i soldi guadagnati durante la settimana. Nel 1928, all'età di sedici anni ha quello che egli stesso definì “un colpo di fulmine con Dio” durante una gita ad Assisi, al Convento Le Carceri, avvertì forte la vocazione per la vita monacale. Henri decise di entrare nell'ordine francescano dei frati minori cappuccini. I genitori, fieri, seppur consci del costo, della decisione del figlio, non lo ostacolarono. Così nel 1931, dopo aver rinunciato alla sua parte del patrimonio familiare ed aver distribuito ai poveri quanto possedeva, prese i voti: entrò nel convento di clausura di Crest nel 1932, ove restò sino al 1938 studiando teologia e filosofia. Nell'ordine assunse il nome di "frate Philippe". Ordinato sacerdote nel 1938, nel 1939 fu costretto ad abbandonare la vita monastica per motivi di salute, dacché alcune infezioni ai polmoni di cui soffriva rendevano impossibile continuare la rigida vita di clausura. Si trasferì quindi nell'Isère, diventando cappellano dell'ospedale di La Mure; in seguito passò ad un orfanotrofio a Côte-Saint-André. Dopo essere stato ordinato prete il 24 agosto 1938, divenne curato presso la diocesi della cattedrale di Grenoble, nell'aprile del '39 (alcuni mesi prima dell'invasione della Polonia): nello stesso anno verrà nominato vicario della stessa. In seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale venne arruolato nell'esercito francese come sottufficiale (addetto al trasporto ferroviario delle truppe), nel dicembre 1939. A partire dal 1942 aiutò alcuni ebrei ricercati dai nazisti a riparare in Svizzera e in Algeria, fornendo loro documenti falsificati. In particolare dette il suo aiuto a molti cittadini ebrei in seguito al raid Rafle du Vel'd'Hiv del luglio 1942. In quel periodo favorì la fuga di numerosi perseguitati politici, tra cui (nel 1942) il fratello minore del generale De Gaulle, Jacques, malato e ricercato dalla Gestapo, e la moglie, che si rifugiarono in territorio elvetico. Spesso era lo stesso Henri, facendo da "guida alpina" ad accompagnare personalmente, attraverso le montagne di Chamonix, i clandestini al sicuro in Svizzera, o facendole passare in terra iberica attraverso i Pirenei. Durante la guerra partecipò alla creazione di brigate partigiane nella zona dei massicci del Vercors e della Chartreuse, in cui divenne uno dei principali leader della resistenza francese. In clandestinità assunse vari pseudonimi, ultimo dei quali quello di abbé Pierre. A Grenoble, che durante il conflitto era uno dei principali centri della Resistenza, riuscì, contemporaneamente alla sua attività di partigiano, a continuare ad aiutare la fuga all'estero di ebrei, polacchi e perseguitati politici. Sempre a Grenoble creò il primo rifugio per coloro che cercavano di sfuggire ai lavori forzati che il Service du travail obligatoire (STO), nato, sotto la Repubblica di Vichy, dalla collaborazione dei nazisti con Pierre Laval. Fondò inoltre il giornale clandestino L'Union patriotique indépendante. L'abbé Pierre fu arrestato due volte come appartenente al movimento di resistenza, di cui una nel 1944 dalla polizia nazista, la Gestapo, a Cambo-les-Bains, nei Pirenei Atlantici: fu comunque liberato poco dopo e poté così, passando per Spagna e Gibilterra, raggiungere le truppe della Francia Libera del generale de Gaulle, stanziate in Algeria. In Nord Africa divenne cappellano della Marina francese sulla nave da guerra "Jean Bart", di stanza a Casablanca. Divenuto uno dei protagonisti e dei simboli della Resistenza Francese, fu insignito della Croce di Guerra con palme di bronzo e della "Medaglia della Resistenza". Come altri membri della resistenza l'esperienza durante la seconda guerra mondiale lo toccò nel profondo, facendogli acquisire la consapevolezza che la legge dovesse salvaguardare i diritti umani, e che in caso questo non fosse garantito fosse doveroso propugnare una campagna di disobbedienza civile ai fini di ottenere tali obiettivi. Dopo la guerra molti dei leader del movimento partigiano decisero di darsi alla politica. Così l'Abbé Pierre, seguendo i consigli dell'entourage di De Gaulle e con l'approvazione dell'arcivescovo di Parigi, venne eletto deputato e partecipò a due assemblee costituenti (1945 e 1946). Divenne vicepresidente della Confédération mondiale, un movimento federalista universale. Nel '48, si recò a Princeton, dove incontrò Albert Einstein, con il quale discusse delle "tre esplosioni nucleari" e di un futuro movimento pacifista per il disarmo nucleare mondiale. Sette anni più tardi questo processo prenderà una forma concreta con la presentazione all'opinione pubblica mondiale del Manifesto di Russell-Einstein che, pur essendo stato presentato successivamente (9 luglio 1955) alla morte di Einstein, era giunto nel contesto di una campagna per il disarmo nucleare che aveva avuto tra i promotori lo stesso scienziato tedesco. Nel 1949 presentò all'Assemblea Nazionale (assieme a André Philip) un disegno di legge per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. L'abbandono del MRP (28 aprile 1950) fu dovuto ad una denuncia verso la posizione politica e sociale del partito che l'Abbé Pierre esternò in una lettera dal titolo "Pourquoi je quitte le MRP" ("Perché lascio il MRP"). Causa scatenante di questo contrasto tra le posizioni dell'abbé Pierre e del suo partito fu il sanguinoso incidente che costò la morte all'operaio Édouard Mazé. Mazé fu ucciso dagli spari della polizia a Brest, il 17 aprile 1950, durante una manifestazione contro la guerra d'Indocina e la miseria. Pur avendo abbandonato l'attività parlamentare, l'Abbé Pierre non abbandonò mai del tutto la politica: prese più volte posizione su diversi problemi d'attualità, denunciando e attaccando decisioni che riteneva ingiuste. Usò inoltre la sua influenza sui mass media (essendo molto popolare) per porre l'attenzione sulle cause che lui stesso propugnava. Quando, durante gli anni cinquanta, il movimento della decolonizzazione cominciò lentamente a emergere in molte regioni del mondo, si impegnò in questo senso, incontrando uomini politici e tenendo vari incontri e conferenze internazionali. Di particolare rilievo sono l'incontro con il leader tunisino Habib Bourguiba, che cercò di convincere a ottenere l'indipendenza del proprio paese senza usare la violenza, il prete colombiano Camilo Torres (uno dei padri della teologia della liberazione), che gli chiese aiuto per far fronte alle critiche del clero colombiano verso i "preti lavoratori". Incontrò anche, anche se per ragioni diverse, il presidente degli Stati Uniti Eisenhower (1955) e il re del Marocco Muhammad V (1956). Nel 1962 trascorse alcuni mesi a Béni Abbès, nella regione algerina del Bechar, dove si era stabilito Charles de Foucauld. Fu chiamato in India nel 1971 dal socialista Jayaprakash Narayan per rappresentare, assieme alla Lega dei diritti umani, la Francia nel dibattito sulla questione dei rifugiati. Successivamente Indira Gandhi lo invitò a affrontare il problema dei rifugiati del Bengala, e l'Abbé fondò delle comunità di Emmaus in Bangladesh; in India ebbe anche l'occasione di conoscere Jawaharlal Nehru. In generale l'Abbé assunse posizioni progressiste, non ebbe mai alcun timore reverenziale nei confronti delle autorità, sia politiche sia religiose (soprattutto il Vaticano): non esitò a criticare ferocemente le situazioni che gli parevano ingiuste. La sua schiettezza e chiarezza di posizioni, senza ambiguità di sorta, gli procurarono tanti estimatori ma anche molti detrattori. Le sue campagne "politiche" si basavano su manifestazioni, forti messaggi diffusi dai mass-media, gesti di disobbedienza civile, scioperi della fame e altri metodi di lotta nonviolenta. Seppe anche esibirsi in gesti estremi per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su determinati problemi, come quando attaccò verbalmente in modo feroce i grandi proprietari immobiliari, o si incatenò ai cancelli della Chiesa di Saint-Ambroise (a Parigi) per solidarietà con i sans-papiers. Con il suo supporto al DAL NGO in favore della requisizione di alloggi vuoti e delle occupazioni abusive, si fece molti nemici tra i conservatori. Arrivò a dichiarare che "Chirac è incapace di governare" o che "Alain Juppé (premier francese durante gli scioperi generali del 1995) è un bugiardo".

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