Luglio infuocato mugola pei campi
ferito dalla stessa sua calura;
ognuno implora un poco di frescura
da un rissoso sbattere di lampi.
Nella grande afa che non lascia scampi
l’aria per troppa luce si fa scura:
tiene ogni cosa una sorda rancura
contro l’incendio che pare tutto avvampi.
Canta Virgilio: “Sole sub ardenti
strillano le cicale sopra i faggi
la lode delle ore veementi.
Ma gli armenti riparan sotto i ponti
degli asciutti torrenti, a sognare ombre
e il refrigerio di muschiose fonti”.
Cesare Angelini
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