L'invidia Adagio un poco. E chi sei tu, che sola
fai qui da sentinella e mostri insieme
furia francese e gravità spagnola?
INVIDIA
Io son colei di cui paventa e teme
ogni stato maggior, quella che seguo
sempre le cose in eccelenza estreme;
quella son io che per le regie adeguo
a i più vili i più grandi e che dal volgo
torco veloce i passi e mi dileguo;
quella son io che rapida mi volgo
là dove alberga la dottrina e 'l senno
e ch'i vizzii d'ognun mordo e divolgo;
quella son io ch'ogni difetto accenno
de l'alme eccelse e con bilancia uguale
ogni piccolo error peso e condenno;
quella son io che per tenor fatale
sempre accompagno la Virtude e 'l Merto
e con essi comune ebbi il natale;
quella che il Fasto non ha mai sofferto,
quella ch'è del Valor la pietra lidia,
quella ch'è d'ogni Bene indizio certo,
quella che l'Ozio dolce ama e l'Accidia,
quella che già fu dea, quella ch'il tutto
ha soggetto ai suoi piedi: io son l'Invidia.
Salvator Rosa
Nessun commento:
Posta un commento