Studente di giurisprudenza e allievo di Aldo Moro all'Università di Bari, nel dopoguerra iniziò a lavorare come attore alla radio. Negli anni cinquanta prese parte alle prime trasmissioni televisive, ancora in fase sperimentale, con il programma Casa Serena. Nel 1956 prende parte al varietà Primo applauso, programma condotto da Enzo Tortora e Silvana Pampanini e basato sulla ricerca di nuovi talenti dello spettacolo (in cui, tra gli altri, fa il suo esordio il mago Silvan). Nel 1957 è la volta di Album di famiglia, trasmissione nella quale presenta al pubblico televisivo una giovane cantante di nome Mina. Sempre nello stesso anno Noto ottiene un successo di critica e di pubblico con la trasmissione Telematch condotta insieme a Enzo Tortora e Renato Tagliani. Nel programma, andato in onda dal 1957 al 1958, si distingue per la sua qualità di intrattenitore e di mimo che cattura l'attenzione e la simpatia del pubblico. Nel 1959 conduce, ancora insieme a Tortora, il programma Voci e volti della fortuna abbinato alla Lotteria Italia, che in seguito diventerà un appuntamento fisso con i telespettatori con il nome di "Canzonissima". Negli anni sessanta la popolarità di Silvio Noto tocca il suo apice, particolarmente tra il pubblico giovanile, quando gli viene affidata la conduzione dei programmi Teletris e Telebum e soprattutto del telequiz per ragazzi "Chissà chi lo sa?" Nel 1965 Noto è il presentatore cui spetta il compito, insieme a Gisella Sofio, di introdurre i Beatles nei loro concerti durante la tournée italiana. L'esilio dal teleschermo. A questi anni di grande celebrità fa seguito per Noto un periodo di "esilio" dagli schermi televisivi.Le ragioni di tale assenza non sono mai state conosciute con certezza. Alcuni sostengono che ciò sia dovuto a motivi di solidarietà nei confronti dell'amico e collega Enzo Tortora, che proprio allora veniva bandito dai programmi della RAI per alcune sue opinioni sulla dirigenza dell'ente radiotelevisivo espresse durante un'intervista ad un settimanale - probabilmente in ragione di una malignità - in base al fatto che il popolare personaggio televisivo non si era mai sposato ed amava condurre uno stile di vita schivo e riservato al di fuori degli studi televisivi. Ma all'epoca lo "scandalo Noto" era sulla bocca di tutti per un fatto ben preciso: la sua "cacciata" era stata dovuta, si pensava, alla sua intenzione di partecipare come conduttore al Festival dell'Unità di uno degli anni cinquanta. Scoppiò un putiferio, il povero Noto arrivò perfino a piangere e a dichiararsi del tutto apolitico ma non ci fu niente da fare. I benpensanti si erano infatti scandalizzati perché ritenevano che un popolare personaggio della televisione non avesse il diritto di partecipare al festival della parte politica che era all'opposizione. Silvio Noto continuerà a lavorare come doppiatore cinematografico, prestando la sua voce ad attori stranieri e a personaggi dei cartoni animati. quali Bruto (l'antagonista di Braccio di Ferro) o il druido Panoramix nel film "Le dodici fatiche di Asterix", ed apparendo in ruoli secondari in film "poliziotteschi" degli anni '70. Il ritorno in TV. L'avvento delle emittenti televisive private offre a Silvio Noto l'opportunità di ricomparire sul piccolo schermo, seppure per settori più ristretti di pubblico che però non ha dimenticato la sua bonomia e la sua carica di simpatia. Esordisce presso l'emittente Telecolor di Catania con lo spettacolo televisivo Il Pomofiore. Successivamente presenta lo spettacolo Il Milione andato in onda sull'emittente Telecolore di Salerno. L'ultima "fatica" televisiva di Silvio Noto risale al 1985, quando presenta su un circuito di emittenti romane un programma di varietà sponsorizzato dal mobiliere Ugo Rossetti nel quale si assegnava il "Premio Venere Città del Mobile" alla «donna più bella del mondo». In questo programma fecero il loro esordio attrici in seguito molto note come Pamela Prati, Alessia Merz e Moana Pozzi.
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