martedì 11 marzo 2025

11 marzo Santa Rosina di Wenglingen

 Vergine, martire
Wenglingen, IV secolo
Etimologia: Rosina = dal nome del fiore

Una delle sante più popolari dei secoli scorsi in alcune zone della Germania, infatti in una relazione sulla processione avvenuta nel 1769 per la festività del ‘Corpus Domini’ in Miesbach, la santa veniva rappresentata in un quadro vivente, fatto riservato ai santi più conosciuti. Nello stesso tempo dobbiamo considerare che c’è una costanza secolare nel festeggiarla all’11 marzo, data rimasta ancora oggi a Wenglingen. Per quanto riguarda la sua figura non si sa niente, probabilmente vissuta nel IV secolo, come una vergine oppure come vergine martire (per questo sull’altare maggiore della chiesa di Wenglingen, nella diocesi di Augusta, essa è rappresentata con la tradizionale palma e con la spada) e a volte viene considerata come un eremita martire nelle selve. È patrona dal XIII secolo, della città di Wenglingen; è stata confusa nelle ricerche storiche a volte con una santa Eufrosina, a volte con s. Rofina o Rufina. Nei secoli XVIII e XIX il suo culto si affermò con un crescendo, tanto che molte bambine portavano il suo nome e le tante immagini religiose anche popolari, lo testimoniano. Di lei non sappiamo altro, ma l’amore che ispirò è vissuto per secoli e tanto ci basta. In Italia è il diminutivo di Rosa, mentre nei Paesi dell’Alta Europa è usato così, basti ricordare il suo uso nella letteratura per i libretti di celebri opere liriche come “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Le nozze di Figaro” di Mozart.


Autore: Antonio Borrelli

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