sabato 31 agosto 2024

Buon fine serata a tutti ⭐️🌙


Agosto se ne va, qualcuno tirerà un sospiro di sollievo , qualcuno rimarrà indifferente e a qualcuno dispiacerà.

Ma questa è la vita....un susseguersi di ore giorni, settimane, mesi, stagioni e anni.
Teniamoci stretto ogni giorno perchè il tempo vola inesorabilmente ma è un galantuomo, non conosce nè poveri, nè ricchi .... corre come il vento per tutti.
Manteniamo un ♥ bambino sopporteremo meglio il suo scandire perchè avremo sempre voglia e interesse di sapere e di fare.
Lucia🐞

Quanta gente.........


 

Ines Bedeschi

nome di battaglia "Bruna"

(Conselice, 31 agosto 1911 – Riva del Po, 28 marzo 1945),

è stata una partigiana italiana, medaglia d'oro al valor militare. Dopo l'Armistizio di Cassibile, partecipa attivamente nelle file della Resistenza. Nel 1944 entra a far parte del CUMER (Comando Unificato Militare Emilia-Romagna) con il ruolo di staffetta. A poche settimane dalla liberazione viene catturata dai nazifascisti che, dopo averla torturata senza ottenere alcuna confessione, la fucilano il 28 marzo 1945. A Conselice è visibile in Corso Garibaldi una lapide a lei dedicata il cui testo è stato redatto da Renata Viganò.

INES BEDESCHI ERA NEL FIORE DELLA VITA
E TUTTA INTERA VOLEVA VIVERLA
INVECE LA DETTE DA PARTIGIANA
AD OGNI COSA PIÙ CARA RINUNCIÒ CHE NON FOSSE LA LOTTA
DALLE SUE VALLI E MONTI DI ROMAGNA
ANDÒ DOVE ERA MAGGIORE IL BISOGNO
LA PRESERO I NAZISTI FEROCI E SPAVENTATI
LA TORTURA NON STRAPPÒ DALLA SUA BOCCA ROTTA
NEPPURE UN NOME DI COMPAGNO
INFURIATI I TEDESCHI LA PORTARONO SULLA RIVA DEL PO
MA ANCHE IN UN GIORNO DI PRIMAVERA CHE ERA FATICA MORIRE
INES BEDESCHI NON SENTÌ LA VOGLIA
DI SALVARSI COL TRADIMENTO
L'11 settembre 1968 con Decreto Presidenziale le viene concessa la medaglia d'oro.
Medaglia d'oro al valor militare
«Spinta da un ardente amor di Patria, entrava all'armistizio nelle formazioni partigiane operanti nella sua zona, subito distinguendosi per elevato spirito e intelligente iniziativa. Assunti i compiti di staffetta, portava a termine le delicate missioni affidatele incurante dei rischi e pericoli cui andava incontro e della assidua sorveglianza del nemico. Scoperta, arrestata e barbaramente torturata, preferiva il supremo sacrificio anziché tradire i suoi compagni di lotta..»
— Nord Emilia (Parma ) - Riva del Po (Parma), 1º ottobre 1943 - 28 marzo 1945.


La risposta


 

Il rispetto



Il rispetto è molto di più di una parola... Il rispetto non si pronuncia si dimostra... Il rispetto è sincerità, coerenza e lealtà... È il saper guardare gli altri come guarderesti te stesso, esattamente allo stesso identico modo... Se hai sofferto e sai cosa vuol dire, non far soffrire... Se sei stato deluso, non deludere... Se sei stato ferito, non ferire...!!! Non usare le persone, non entrare nei loro cuori solo per vincere battaglie con te stesso, quella che hai di fronte è una persona come Te, nulla ti ha fatto e magari dietro di essa ci sono dolori più grandi dei tuoi... Se le persone capissero questo ci sarebbe più amore tra loro, ma l'egoismo, la falsità, le parole usate con leggerezza, i gesti non sentiti sono ormai uso, manovra e tattica di molti...

S. Nelli

Messaggio 22

Oggi fermati un momento e rifletti. Qual è il pensiero ossessivo che più spesso appare nella tua mente? Rifletti: che tipo di realtà o esperienza crea dentro di te? Vi piace o no? Se non ti piace, dovresti coinvolgerti attivamente nella ricerca di una soluzione. Se non puoi farcela da solo, cerca aiuto. L'umiltà favorisce la crescita. Arroganza stagnazione. Le tue decisioni, pensieri, emozioni e azioni creano una realtà di cui sei responsabile. Non dimenticarlo mai. Mettiti al servizio di te stesso ora. È la cosa migliore che si possa fare, qui e ora!
Marco con amor.💖

Con l'età diventiamo sempre più selettivi!!!



Voglio bene a chi me ne vuole, a chi mi ha dimostrato che è felice che io faccia parte della sua vita.
Voglio bene a quelle persone che sanno donarmi sollievo e serenità, che sanno anche per poco tempo far sue le mie angosce e le mie paure.
Voglio bene a chi anche in silenzio non si dimentica che esisto perché trova sempre il modo di rendermi partecipe della sua vita. Ho smesso di voler bene a chi poco ha da dare, pretendendo invece di avere.
A chi non ascolta, ma sa solo parlare.
Io vivo bene vicino a chi come me sa "essere" sempre sincero e soprattutto "vero"!

Nunzi Manzo. 

Il tempo per leggere.


 

Antico proverbio

 


venerdì 30 agosto 2024

Giuseppe Petrosino

detto Joe (Padula, 30 agosto 1860 – Palermo, 12 marzo 1909),

è stato un poliziotto italiano naturalizzato statunitense.
Nato in una famiglia modesta, non povera: con il suo lavoro di sarto, il padre era riuscito a far studiare i suoi quattro figli maschi; emigrò con la famiglia a New York nel 1873 e crebbe nell'ambiente di Little Italy. Il piccolo Giuseppe per vivere si era messo a vendere giornali, a lucidar scarpe e a studiare la lingua inglese. Nel 1877, Joe prese la cittadinanza statunitense, l'anno dopo lavorò come netturbino dall'amministrazione newyorkese. in quegli anni i poliziotti, quasi tutti ebrei o irlandesi, non riuscivano a capire gli immigrati italiani né a farsi capire da loro: questo generava un clima a favore delle organizzazioni criminose che giunsero in breve a controllare tutta la Little Italy, ghetto malsano, superaffollato, dove una povera umanità sradicata doveva lottare ogni giorno per la vita. Dipendente dal Dipartimento di polizia come spazzino, Petrosino era stato poi impiegato come informatore; nel 1883, non senza difficoltà, era stato ammesso alla polizia. Faceva un certo effetto vedere quell'uomo basso e atticciato, tra i giganteschi poliziotti irlandesi: in compenso Petrosino aveva spalle larghe, ciò che più contò per il suo arruolamento, grinta ed intelligenza, era l'unico poliziotto italiano, perciò dileggiato dai connazionali e guardato con un certo sospetto dai colleghi. Determinante ai fini della sua carriera, oltre al suo impegno, era stata la stima riposta in lui da Theodore Roosevelt, liberato dal servizio d'ordine,dalla divisa, e destinato alla conduzione d'indagini. I criminali di Little Italy si erano trovati improvvisamente di fronte ad un nemico che parlava la loro stessa lingua. Joe Petrosino nutriva una sorta di cupo, rovente rancore verso quei delinquenti che stavano dissipando il patrimonio di stima che gli immigrati italiani avevano costruito. Risolti brillantemente numerosi casi, abile nel travestirsi, rapido nell'azione, divenuto quasi un simbolo della lotta a favore della giustizia e della legge, Joe Petrosino era stato via via assegnato ad incarichi di sempre maggiore responsabilità. Nel 1905, divenendo poi tenente, gli era stata affidata l'organizzazione d'una squadra di poliziotti italiani e ciò aveva reso più proficua ed efficace la sua lotta senza quartiere contro la Mano Nera, una tenebrosa organizzazione a carattere mafioso, con ramificazioni in Sicilia, attraverso la quale si esprimeva il racket. Proprio seguendo una pista che avrebbe dovuto portarlo ad infliggere, forse, un decisivo colpo alla Mano Nera, Petrosino era giunto in Italia. La missione era top secret, ma a causa di una fuga di notizie tutti i dettagli furono pubblicati sul New York Herald. Petrosino partì comunque nell'erronea convinzione che in Sicilia la Mafia, come a New York, non si azzardasse a uccidere un poliziotto. Alle 20.45 di venerdì 12 marzo 1909, tre colpi di pistola in rapida successione e un quarto sparato subito dopo, suscitano il panico nella piccola folla che attende il tram al capolinea di piazza Marina a Palermo. Non c'è soccorso possibile, l'uomo è stato raggiunto da quattro pallottole: una al collo, due alle spalle, e un quarto mortale alla testa. Poco dopo si scopre che si tratta del detective Giuseppe Petrosino. Circa 250.000 persone parteciparono al suo funerale a New York, un numero fino ad allora mai raggiunto da alcun funerale in America. Si ritiene che il responsabile della sua fine sia il boss Vito Cascio Ferro di Bisacquino, tenuto d'occhio da Petrosino sin da quando questi era a New York. Quando Cascio Ferro venne arrestato gli fu trovata addosso una fotografia di Petrosino. Il malavitoso aveva però un alibi per conto di un deputato amico di Cascio Ferro. Il pugno di ferro fascista, anni più tardi, arrestò don Vito e lo condannò all'ergastolo per un omicidio imputatogli.

La fiducia.......

 


ahiahiahiii

 


Troppe cose ......


 

Lascia dormire il futuro....

 


giovedì 29 agosto 2024

Intervista a Marco

 


Calogero Di Bona

(Villarosa, 29 agosto 1944 – Palermo, 28 agosto 1979)

è stato un militare italiano.

Vice Comandante del reparto della casa circondariale di Palermo, era entrato a far parte del Corpo degli Agenti di Custodia come semplice agente nel 1964 fino a diventare Maresciallo Ordinario. Il 28 agosto 1979 scomparve misteriosamente da Palermo al termine di una giornata di lavoro. Il giorno dopo avrebbe compiuto trentacinque anni e la maggior parte della sua carriera l'aveva trascorsa lavorando presso il primo istituto penitenziario del capoluogo siciliano (Ucciardone). Le cronache di allora parlarono di lupara bianca, una modalità spesso usata da Cosa Nostra per far sparire i corpi privi di vita senza lasciare alcuna traccia ma anche di un regolamento di conti. La moglie del maresciallo Di Bona disse che il marito quel giorno uscì per andare a prendere un caffè, dopo che aveva accompagnato lei e i figli dalla nonna, dicendo che sarebbe tornato presto: dal quel momento non lo vide più. Le indagini furono affidate per quanto riguarda la magistratura al giudice Rocco Chinnici che in seguito disse che la misteriosa scomparsa di Di Bona era strettamente legata al lavoro che svolgeva essendo egli un servitore fedele dello Stato, sempre ligio al proprio dovere, non riuscendo però il magistrato ad accertarne la causa precisa. Con l'assasinio di Chinnici, avvenuta il 29 luglio 1983, con un'autobomba al tritolo e nella quale morirono insieme a lui i due carabinieri di scorta: il maresciallo Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile in cui abitava, Stefano Li Sacchi si perse anche la speranza da parte dei familiari di sapere come andarono realmente le cose e a distanza di tanto tempo non si è riusciti ancora a scoprire la verità. La scomparsa del maresciallo Di Bona segue una serie di delitti cominciati all'inizio del 1979 a Palermo per mano di Cosa Nostra: quello del vice brigadiere di polizia Filadelfio Aparo, il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese, il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina, il capo della Squadra Mobile Boris Giuliano. A settembre sarebbe inoltre avvenuto l'omicidio del magistrato Cesare Terranova e della sua guardia del corpo, il maresciallo di polizia Lenin Mancuso.


Il 1° libro di Marco

 La prima copia del libro in italiano e' mia!!! mi manca solo l'autografo dell'autore!💕



Il dolore dell'anima


 

Quel che vuoi essere...

Quando scoprirai quel che vuoi essere nella tua vita,
fa in modo di farlo come se l'Onnipotente t'avesse chiamato in questo particolare momento della storia per farlo.
Non far soltanto in modo di fare un buon lavoro.
Fa in modo di fare un tale lavoro che i viventi, i trapassati e i non ancora nati non possano far di meglio.
Se ti capita in sorte d'essere uno spazzino,
spazza le strade come Michelangelo dipingeva quadri,
spazza le strade come Beethoven componeva musica,
spazza le strade come Leontyne Price cantava all'opera,
spazza le strade come Shakespeare scriveva poemi.
Spazza le strade così bene che tutti in Paradiso e in terra debbano fare una pausa e dire:
Qui visse un grande spazzino che fece davvero bene il suo lavoro.
Se non puoi essere un pino sulla cima della collina, sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore, piccola, saggina sul crinale della collina.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Perché non è per via delle dimensioni che si ha successo o si fallisce.
Sii il meglio di qualsiasi cosa tu sia.
(Martin Luther King)

Vive bene......


 

E ora va......


 

mercoledì 28 agosto 2024

Rocco Gatto

(28 agosto 1926 – Gioiosa Ionica, 12 marzo 1977) è stato un mugnaio italiano vittima della 'ndrangheta, Medaglia d'oro al valor civile.

« "Non pagherò mai la mazzetta.Lotterò fino alla morte." »
(Rocco Gatto,contro la 'ndrangheta durante un'intervista televisiva )
Uomo onesto e lavoratore iscritto al Partito Comunista Italiano, lavorava in un mulino a Gioiosa Ionica come garzone. Con il passare del tempo divenne il proprietario dell'attività (1964) ma subito dopo giunse la 'Ndrangheta (il clan degli Ursini) con le sue richieste estorsive. Egli resistette ma subì varie minacce, intimidazioni e furti fino all'incendio del mulino. Nonostante ciò Gatto non si piegò (veniva da una famiglia determinata, onesta, di alti principi) e continuò la sua battaglia contro l'arroganza mafiosa. Il 6 novembre 1976 il capoclan Vincenzo Ursini rimane ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri e la 'ndrina pensa ad un'esecuzione quindi reagisce violentemente e impone il coprifuoco in tutto il paese in onore del boss defunto. Vennero mandati a casa i commercianti ambulanti a Gioiosa Ionica venne imposta la chiusura di tutti gli esercizi commerciali, ma Rocco Gatto non ci sta e si ribella nuovamente denunciando il tutto con nomi e cognomi ai carabinieri e alla magistratura. La 'ndrangheta però non tollera il suo operato e il 12 marzo 1977 si muove violentemente. Rocco era alla guida del suo furgone di lavoro lungo la strada provinciale per Roccella Ionica; i killer lo attendono sotto un ponticello e al suo passaggio gli sparano tre colpi di lupara uccidendolo. All'omicidio seguirono numerose manifestazioni di piazza contro la 'ndrangheta, il padre di Rocco portò avanti la sua battaglia di civiltà e nel 1978 venne creato un murales a Gioiosa Ionica in piazza Vittorio Veneto da artisti locali e di Milano in onore di Gatto e di tutte le vittime delle cosche. Il murales è stato restaurato nel 2008 grazie al contributo finanziario della Provincia di Reggio Calabria su proposta del consigliere provinciale Omar Minniti, in risposta ad un appello lanciato lanciato dal Comitato pro-murales di Gioiosa e dall' Associazione daSud.
« Alto è l'esempio che ha dato questo cittadino contro questo male che serpeggia nell'Italia meridionale. Il coraggio di questo calabrese deve essere d'esempio per tutti, per resistere alla mafia che rappresenta un affronto per il popolo calabrese. »
(Sandro Pertini Presidente della Repubblica, alla consegna della medaglia d'oro al valore civile a Rocco Gatto[2] )
Per l'omicidio di Rocco Gatto vengono indagati e rinviati a giudizio Mario Simonetta e Luigi Ursini ('ndrina Ursini) accusati di omicidio ed estorsione aggravata ma il 22 luglio del 1979 vengono assolti per insufficienza di prove dalla Corte d'assise di Locri, in Appello il 6 maggio 1986 vengono nuovamente assolti dall'accusa di omicidio per insufficienza di prove ma condannati per Estorsione aggravata Mario Simonetta a sette anni di reclusione e Luigi Ursini a Dieci anni di reclusione più due milioni di lire di multa, sentenza che viene confermata dalla Corte Suprema di Cassazione il 14 aprile 1988.
Medaglia d'oro al valor civile
Data del conferimento: 13/05/1980
motivazione:
"Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare ai fini di giustizia nella lotta contro la mafia e a reagire con audacia alle intimidazioni di cui era fatto oggetto. Cadeva sotto i colpi d'arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da due appartenenti alla suddetta organizzazione. Mirabile esempio di spirito civico e di non comune coraggio. Contrada Armo di Gioiosa Jonica, 12 marzo 1977."


NON E' INDISPENSABILE CORRERE




Il padrone di un negozio stava esponendo sulla porta un cartello con la scritta: "Si vendono cuccioli".
Questo genere di annuncio attira sempre i bambini e difatti di lì a poco un ragazzino si presentò nel negozio chiedendo: "Quanto costano i cagnolini?" Il padrone rispose: "Tra i 30 e i 50 Euro".
Il bambino mise la mano in tasca ed estrasse alcune monete: "Ho solo 2,37 Euro...posso vederli?".
L'uomo sorrise e fece un fischio. Dal retrobottega entrò correndo il suo cane seguito da cinque cuccioli.
Uno di questi però era rimasto molto indietro rispetto agli altri.
Il ragazzino subito indicò il cagnolino rimasto indietro che stava zoppicando: "Cosa gli è successo?" domandò.
L'uomo gli spiegò che quando era nato il veterinario gli aveva detto che quel cucciolo aveva un'anca difettosa e che sarebbe rimasto zoppo per sempre.
Il bambino si commosse a quelle parole ed esclamò: "Questo è il cagnolino che voglio comprare!"
Ma l'uomo gli rispose: "No, non comprarlo! Se lo vuoi veramente, te lo regalo!" Il bambino rimase molto male e guardando l'uomo diritto negli occhi gli disse: "Non voglio che lei me lo regali: vale tanto come gli altri cagnolini e io le pagherò il prezzo intero. S
e è d'accordo, le darò subito i miei 2,37 Euro e un po' ogni mese fino a quando lo avrò pagato completamente."
L'uomo rispose: "Non vorrai davvero comprare questo cagnolino, ragazzo. Non sarà mai in grado di correre, di saltare e di giocare come gli altri cagnolini!". Allora il bambino si piegò ed estrasse dai pantaloncini la sua gamba sinistra, malformata e imprigionata in un pesante apparecchio metallico.
Guardò di nuovo l'uomo e gli disse: "Questo non importa: anch'io non posso correre e il cagnolino avrà bisogno di qualcuno che lo capisca.
" L'uomo si stava mordendo le labbra e i suoi occhi si riempivano di lacrime...sorrise e disse:
"Ragazzo, io mi auguro e lo spero davvero che ciascuno di questi cuccioli trovi un padrone come te."
Web

Prendersi cura del pianeta.

 


La mente è come un cavallo selvaggio

La mente è come un cavallo selvaggio, dobbiamo conquistarle per sfruttare il suo potere creativo e metterlo al servizio della manifestazione di ciò che più desideriamo. La mente è anche un'arma a doppio taglio, o la prendiamo dalla parte giusta o siamo feriti. Lasciarla guidare la nostra vita equivale a farci del male; educarla e educare equivale a godere dei suoi servizi. A te, a me, a tutti tocca affrontarla e conquistarle, altrimenti saremo feriti. La meditazione è uno strumento utile per farlo; informati sulla meditazione.
Prendi ora un'azione / decisione che ti aiuti ad imparare a gestire la tua mente.
Non dimenticare mai che le tue azioni / decisioni creano la tua vita!
Dove vuoi andare? Cosa vuoi provare? Rifletti e prendi azioni / decisioni coerenti al tuo scopo!

Marco con amor

Ricetta per la felicità domestica



(meglio provare e aggiustare le dosi.)🥄
Mettere anzitutto in un recipiente due o tre libbre di speranza:
poi aggiungere un quinto di attenzioni, di compiacenza,
una dose di bontà, un quartino di fiducia, gaiezza a piacere.
Quattro o cinque misure di obbedienza,
cinque o sei libbre di dolcezza e, per tema di monotonia,
unite al buonumore un milligrammo di spensieratezza.
Quanto al sale, mettetene un grano solo, ché, se doveste superare la dose, invece di un'oncia, dovreste ben metterne due di pazienza.
Infornate il tutto e fate cuocere a calore ben sostenuto
che amore ed amicizia insieme non lo perdano mai di vista.
Otterrete in tal modo una focaccia bene amalgamata
di cui una fettina ogni mattina basta per abbellire la vita.
Web

in qualsiasi....

 


Accettati con gioia

Accettati con gioia per quello che sei, senza dare spazio ai rimpianti. Se ti mostri per quello che sei, senza maschere, darai alle persone la possibilità di conoscerti, accettarti e amarti per quello che sei veramente. Ho letto da qualche parte che se uno è un “coniglio”, per quanti sforzi possa fare, difficilmente diventerà una “tigre”, ma potrebbe essere un coniglio felice; l’importante è ACCETTARSI per quello che si è. Io vorrei aggiungere solo che accettarsi non vuol dire però accontentarsi o adagiarsi su se stessi...

Web👍

martedì 27 agosto 2024

La ballata dell'allegria

Ti alzi sconfitto ogni mattina
se non ti fai una bella risatina.
Che importa se sei cicciottella?
Ridi, e la vita diventa bella!
Che importa se hai il naso a patata?
Fatti su una larga ghignata!
Dà più salute l'allegria
di un'intera farmacia;
cura meglio il buon umore
che il più grande professore.
Non portan sfortuna i gatti neri,
la trasmetton, solo, gli uomini seri,
chi vive sempre con la faccia scura
si porta dietro una vera tortura.
Allora, dai! Fai un bel sorriso
che e' l'anticipo del Paradiso!
Ma che uomo (o donna) sarai mai
se quella faccia sempre avrai?
Però non rider da cretino
come chi ha il cuor di semolino.
Se invece ridi guardando in su
avrai di sicuro una marcia in più!!!
..................................................
Web

Filastrocca del gesto importante

 


domenica 25 agosto 2024

Leggere.


 

La medicina

Sfidi i miei raggi ardenti
chi viver sano vuole!
dice giocondo il sole.
_Forza e salute io dono_
di fior tutto smaltato
mormora il campo e il prato.

Via, fanciulli e bambine,
impiastri e medicine!
Sole  e buon aria aperta,
ecco_a chi vuol molt'anni
campar senza malanni
la medicina certa.


Ugo Ghiron

Oscar Carboni

(Ferrara, 9 settembre 1914 – Ferrara, 29 marzo 1993) è stato un cantante italiano. Ventunesimo di una numerosissima famiglia ferrarese, dop...