venerdì 5 gennaio 2024

Ida Magli


(Roma, 5 gennaio 1925 – Roma, 21 febbraio 2016) è stata un'antropologa e filosofa italiana.

Conseguì il diploma in pianoforte presso il conservatorio di Santa Cecilia, poi si laureò in filosofia con una specializzazione in psicologia medica sperimentale a La Sapienza di Roma discutendo una tesi sperimentale sul linguaggio radiofonico. Divenne in seguito docente di psicologia sociale all'Università di Siena, dove insegnò per alcuni anni. Ottenne poi la cattedra di antropologia culturale all'Università La Sapienza di Roma, cattedra che ha ricoperto fino al pensionamento nel 1988. Ida Magli è stata la prima ad adoperare il metodo antropologico per analizzare la società europea e in particolare quella italiana, dall'antichità al medioevo fino alla contemporaneità, con gli stessi strumenti adoperati dall'antropologia per le società "primitive".Si è servita della sua conoscenza della musica per comprendere in pieno e adoperare il concetto di "modello" culturale, messo a punto da Franz Boas e Alfred Kroeber, come "forma" chiusa e significante in sé stessa: la "cultura" come una specie di "fuga bachiana". È riuscita, così, a mettere in luce l'importanza di moltissimi fenomeni di solito ignorati dagli storici, soprattutto quelli riguardanti il "Sacro", i tabù, l'impurità, l'evitazione delle donne, la "potenza della parola" legata al primato dell'organo sessuale maschile, le differenze nella concezione del tempo fra la religione giudaica, centrata sull'attesa della salvezza e quella cristiana centrata sul divenire... I suoi scritti, quindi, rispecchiano il risultato di questo metodo e danno ampio spazio a fenomeni e a fatti di solito passati sotto silenzio: la storia delle donne non come mondo a parte ma come intrinseca al potere maschile, la predicazione popolare e la devozione mariana come importantissimo documento storico, il rapporto fra il Sacro e il Potere negli avvenimenti politici. Ida Magli era anche nota come forte polemista nei confronti dell'Unione europea. Fin dal 1994 aveva sostenuto tesi contrarie all'unificazione europea e aveva cercato inutilmente di convincere i politici a desistere da quello che considerava un progetto fallimentare, foriero della fine della civiltà europea. Nel 1982 vinse il Premio Brancati per la letteratura con il suo libro Gesù di Nazareth. Ha scritto le principali voci di Antropologia culturale per l'Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Scienze umane; la voce Sociologia e Religione e la voce Monachesimo cristiano femminile per l'Enciclopedia delle Religioni diretta da Alfonso M. Di Nola ed. Vallecchi; la voce Parentela nel volume Sistematica dell'Enciclopedia Einaudi; la voce Perfezione nel Dizionario enciclopedico degli Istituti di Perfezione; la voce Antropologia culturale e Psichiatria nell'Annuario della Scienza e della Tecnica Mondadori 1980-82. Nel 1976 fondò e diresse la Rivista internazionale di studi antropologici sulla donna DWF Donna Woman Femme, ed. Bulzoni; fondò e diresse dal 1989 al 1992 la rivista Antropologia culturale AC, ed. Genovese. Ha collaborato per molti anni al quotidiano la Repubblica e al settimanale L'Espresso scrivendo decine di articoli di commento all'attualità politica e sociale con particolare riguardo agli aspetti antropologici. Dal 1994 collaborava al quotidiano il Giornale. È morta nella sua residenza. È sepolta al Vittoriale. Nel novembre 2016 è stato dedicato alla sua memoria il Premio Impegno Civico "Libertà va cercando ch'è sì cara".

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