Il Cairo, 24 agosto 1929 – Clamart, 11 novembre 2004)
è stato un politico palestinese. Premio Nobel per la pace 1994.
Arafat nasce in una importante famiglia
originaria di Gerusalemme, gli Husseini. Il suo vero e completo nome è
Mohammed Abd al-Rahman Abd al-Raouf Arafat ma è stato anche conosciuto
con un altro appellativo, quello usato in guerra, ossia Abu Ammar. Il
padre era un commerciante di successo, la madre muore quando lui ha
solo quattro anni. Trascorre l'infanzia al Cairo, poi a Gerusalemme
presso uno zio. Entra da subito nelle fazioni in lotta contro la
costituzione dello Stato israeliano. Diciannovenne, prende parte attiva
alla lotta palestinese. Intanto studia ingegneria civile all'università
del Cairo dove, nel 1952, si unisce alla Fratellanza musulmana e alla
Lega degli studenti palestinesi di cui diviene anche il presidente.
Consegue il diploma di laurea nel 1956. Allo scoppio della guerra per
il controllo del canale di Suez
è sottotenente dell'esercito egiziano. Ormai facente parte del gruppo
di leader del nascente movimento palestinese è un personaggio scomodo,
ricercato dalle autorità israeliane. Per evitare l'arresto abbandona
l'Egitto per il Kuwait dove nel 1959 fonda, con altri importanti
componenti delle fazioni ribelli, "al-Fatah". L'organizzazione riesce a
convogliare nelle sue fila centinaia di giovani palestinesi e a creare
un movimento consistente ed incisivo. Dopo la sconfitta nella guerra
araba contro Israele
nel 1967, al-Fatah converge nell'OLP, "l'Organizzazione per la
Liberazione della Palestina": nel febbraio 1969 Yasser Arafat diventa
presidente del Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale della
Palestina. Con il suo carisma
e la sua abilità politica Arafat indirizza l'OLP verso la causa
palestinese allontanandola dai disegni panarabi. Allo stesso tempo la
crescita del suo ruolo politico corrisponde a maggiori responsabilità
militari: nel 1973 diventa Comandante in capo dei gruppi armati
palestinesi. Nel luglio 1974 Arafat decide una svolta importante
dell'OLP, rivendicando per il popolo palestinese il diritto
all'autodeterminazione e alla creazione di uno Stato palestinese; a
novembre, in uno storico discorso all'Assemblea delle Nazioni Unite, Arafat chiede una soluzione pacifica, politica, per la Palestina, ammettendo implicitamente l'esistenza di Israele.
Nel 1983, nel pieno svolgimento della guerra civile libanese, sposta
il quartier gnerale dell'OLP da Beirut a Tunisi e, nel novembre di
cinque anni più tardi, proclama lo Stato indipendente di Palestina.
Chiede inoltre il riconoscimento delle risoluzioni ONU e chiede di aprire un negoziato con Israele.
Nell'aprile 1989 è eletto dal Parlamento palestinese primo Presidente
dello Stato che non c'è, lo Stato di Palestina. E' un periodo rovente,
che vede l'esplosione delle sue tensioni sotterranee nella Guerra del
Golfo, scatenata nel 1990 dagli Stati Uniti contro Saddam Hussein,
reo di aver invaso il vicino Kuwait. Arafat stranamente - forse
accecato dall'odio nei confronti dell'Occidente e soprattutto nei
confronti degli Stati Uniti - si schiera proprio con Saddam.
Una "scelta di campo" che gli costerà cara e di cui lo stesso Arafat
avrà di cui pentirsi, soprattutto alla luce degli avvenimenti legati
all'attentato alle Torri Gemelle dell'11 Settembre 2001.
La mossa attira su di lui sospetti consistenti di avere le mani in
pasta nelle frange terroristiche che pullulano in Medio Oriente. Da qui
l'incrinarsi della sua credibilità come controparte sul piano delle
trattative con Israele.
Ad ogni modo, piaccia o non piaccia, Arafat è sempre rimasto l'unico
interlocutore attendibile, a causa di un fatto molto semplice: è stata
l'unica personalità che per anni i palestinesi hanno riconosciuto come
loro portavoce (escludendo le solite frange estremiste). Pur essendo
accusato da più parti di essere fomentatore del terrorismo e della
linea integralista, per altri Arafat è sempre stato invece sinceramente
dalla parte della pace. I negoziati fra Israele
e palestinesi condotti da lui, d'altronde, hanno avuto una storia
travagliata, mai conclusa. Un primo tentativo si fece con la conferenza
per la pace in Medio Oriente a Madrid, poi con trattative segrete
portate avanti dal 1992, fino agli accordi di Oslo del 1993. Nel
dicembre dello stesso anno per Arafat arriva un importante
riconoscimento dell'Europa: il leader palestinese è ricevuto come capo
di Stato dal Parlamento europeo, al quale chiede che l'Unione diventi
parte in causa del processo di pace. Un anno più tardi, nel dicembre
1994, riceve il Nobel per la pace ex aequo con importanti esponenti dello Stato israeliano, Yitzhak Rabin e Shimon Peres.
Nel frattempo il leader palestinese si trasferisce a Gaza, dove guida
l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp). La sua eventuale successione,
all'interno di un quadro che vede le istituzioni dell'Anp assai fragili
e poco consolidate, delinea potenzialmente scenari da guerra civile
palestinese che rischiano di alimentare ancora di più il terrorismo
internazionale. In questa realtà, gruppi fondamentalisti e fautori del
terrorismo più sanguinario come quelli di "Hamas" suppliscono
all'assenza di uno Stato con attività di proselitismo, ma anche di
assistenza, istruzione islamica e solidarietà
fra famiglie. E' grazie a questa rete di supporto e di guida che Hamas
riesce a condizionare i suoi adepti fino a portarli al sacrificio di se
stessi nelle famigerate azioni suicide. Sul piano della sicurezza
dunque, sostiene lo stesso Arafat, non è possibile poter controllare
tutte le frange di terroristi con un poliziotto ogni cinquanta
palestinesi, in questo trovando supporto e consensi anche in parte
dell'opinione pubblica israeliana. Alla fine di ottobre 2004 Arafat
viene stato trasferito urgentemente a Parigi, in terapia intensiva, per
curare il male che lo ha colpito. Nei giorni che hanno seguito il suo
ricovero sono continuamente susseguite voci e smentite di una sua
probabile leucemia, di sue varie perdite di conoscenza e su un coma
irreversibile. La sua morte è stata annunciata dalla tv israeliana nel
pomeriggio del 4 novembre, ma subito è nato un giallo perchè il
portavoce dell'ospedale dove Arafat era ricoverato smentiva. In serata è
stata ufficializzata dai medici la sua morte cerebrale. Dopo un
frenetico susseguirsi di voci sulle sue condizioni nei giorni
successivi, Yasser Arafat è morto alle 3:30 del giorno 11 novembre.
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