Priora certosina
† Celle-Roubaud, Francia, 17 gennaio 1329
I dati storici
Roseline (o Rossolina, in provenzale) nacque intorno al 1270 ad Arcs-sur-Argens, nell’attuale dipartimento francese del Var, figlia di una nobile famiglia provenzale, i de Villeneuve. L’identità dei suoi genitori è disputata: il padre, Arnaud II (o Giraud II) de Villeneuve; la madre, Sybille de Burgolle de Sabran des Arcs (o Aigline, di famiglia incerta). Entrata nella Certosa di Sant’Andrea a Ramières per il noviziato, passò al monastero di Bertaud, nella diocesi di Gap, per la professione monastica, quindi si trasferì nel monastero di Celle-Roubaud, nella diocesi di Fréjus, dove morì il 17 gennaio 1329. Suo fratello Hélion de Villeneuve fu un grande benefattore di quella Certosa, facendo costruire a proprie spese una chiesa consacrata dal vescovo di Digne, Elzeario.
I dati leggendari
Nelle due «Vite» a lei riferite, ovvero una in latino, scritta nel 1527, e una in francese, quest’ultima opera di un anonimo francescano, sono riferiti miracoli e prodigi prima ancora che Roseline nascesse. Ad esempio, mentre sua madre era incinta, udì una voce che le preannunciava il destino a cui la figlia sarebbe andata incontro: «Partorirai una rosa senza spine, una rosa il cui profumo pervaderà tutta la contrada».
Fatti altrettanto leggendari
Quand’era poco più che una bambina, Roseline cominciò a esercitare la carità verso i più poveri. In un giorno di gennaio, nel pieno di una carestia, suo padre la sorprese mentre si recava a portare loro dei viveri. Quando però le chiese cosa contenesse il suo grembiule, la ragazza lo aprì, lasciando cadere una grande quantità di rose. Un episodio simile ricorre nelle agiografie di molti altri Santi, come Germana Cousin, Elisabetta del Portogallo, Elisabetta d’Ungheria, Casilda di Burgos, Diego di Alcalá e Rosa da Viterbo. Una volta entrata in monastero, poi, si sarebbe verificato un altro episodio eccezionale. Roseline, talmente raccolta nella sua preghiera, si era dimenticata di preparare il pasto per le altre monache. Sotto i loro occhi, degli angeli si sostituirono a lei per allestire la mensa.
Le fu attribuita anche l’intercessione per uno dei suoi fratelli, prigioniero nell’isola di Rodi durante una Crociata, il quale si vide liberato dalle catene e trasportato immediatamente in Provenza. Anche quando divenne priora a Celle-Roubaud, Roseline non dimenticò i poveri, che continuavano a bussare alle porte del monastero. Infine, poco prima di morire, domandò di poter tornare una semplice religiosa.
La questione delle reliquie
Roseline fu sepolta nel cimitero della Certosa di Celle-Roubaud, dove molti pellegrini vennero a pregare. Cinque anni dopo la morte, il suo corpo fu riesumato, ma gli occhi, per conservarli meglio, vennero posti in un reliquiario a parte. Nel 1607 fu effettuata un’ulteriore traslazione: le reliquie furono sistemate in una tomba di marmo bianco. Nel 1894, un medico italiano, Pietro Neri, realizzò un trattamento conservativo: sul viso e sulle mani venne applicato uno strato di cera, che fece sembrare il corpo come mummificato. Lo scheletro fu poi sorretto da una struttura metallica, quindi rivestito dell’abito certosino e posto in un’urna di cristallo, sempre all’interno della chiesa di Celle-Roubaud.
Autore: Emilia Flocchini
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