Neve
Quieto dormitorio accanto al nulla.
Un luogo, il mondo
servono anche per uscirne.
Ma tu, morta, mi costringi
a continuare a rompere l’inferno
con una zappa di vetro
e una tromba barocca
e tuttavia credere, credere
credere ancora in quella cosa
seppellita che si chiama poesia.
Per te io torno a scrivere in maggio
una poesia sulla neve
che spianerà presto i lineamenti
di Meduno, del mondo,
la loro memoria dolce selvaggia.
Ascolta, comincia così
la neve
le sue ossa di luce, la forma perfetta, la forza splendore
la neve ha solo i nostri occhi
per vedersi.
Quieto dormitorio accanto al nulla.
Un luogo, il mondo
servono anche per uscirne.
Ma tu, morta, mi costringi
a continuare a rompere l’inferno
con una zappa di vetro
e una tromba barocca
e tuttavia credere, credere
credere ancora in quella cosa
seppellita che si chiama poesia.
Per te io torno a scrivere in maggio
una poesia sulla neve
che spianerà presto i lineamenti
di Meduno, del mondo,
la loro memoria dolce selvaggia.
Ascolta, comincia così
la neve
le sue ossa di luce, la forma perfetta, la forza splendore
la neve ha solo i nostri occhi
per vedersi.
Ida Vallerugo
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