mercoledì 10 novembre 2021

Il POETA di Oggi Iacopo Vittorelli 📖 🖋

 

 
I MACCHERONI
 
Io narrerò la sconosciuta origine
     De la famosa pasta Maccheronica,
     Togliendola al silenzio, e a la rubigine
     Per celebrarla su la cetra armonica.
     Esci da i regni pieni di caligine
     A rallegrar la gente malinconica,
     O padre Berni, e la tua lira imprestami,
     E le dolci tue grazie in petto destami.
 
Gli allegri commensali, senza battere
     Neppure un dente, i Maccheroni ingozzano;
     Non favellano più di certe tattere,
     E tutto il mento di butirro insozzano.
     Quand’ ecco un uom di giovïal carattere,
     Fra quanti begli umori ivi si accozzano,
     Ama il silenzio lietamente rompere,
     E in cotai voci al fin s’ ode prorompere: 


Zughetti, fricassee, torte, pastiglie,
     Distruggitrici in questa età de gli uomini,
     Io vi reputo men de le quisquiglie,
     E fia sempre che v’odii, e che vi abbomini.
     Fumino pur le Galliche stoviglie
     Ne le cucine sol de’ gentiluomini,
     I quai con faccia dimagrata e tisica
     Studian de’ cibi la moderna fisica.


Vietano bruscamente gl’Ippocratici
     Di cercare le droghe, e di nutrirsene.
     Abbianle i cuochi valorosi e pratici,
     E godan essi usarle, e sbizzarrirsene.
     Via di qua gl’insolenti olii aromatici,
     Che presto fanno a maravalle girsene.
     Ungano i Maccheroni il nostro esofago
     Nemici de la febbre, e del sarcofago.


Con un tal cibo, che rallegra gli animi,
     Qual cibo v’è che possa mai competere?
     Dunque tra i più famosi e più magnanimi
     Eroi s’innalzi Pulcinella a l’etere.
     Tacque, ciò detto, e i commensali unanimi
     Fecero plauso, anzi godean ripetere:
     Muojan le droghe, che di vita privano,
     E i Maccheroni eternamente vivano.

Iacopo Vittorelli

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