PRIMAVERA
Povera primavera!
Quest’anno non ritorni
più con la gioia. I giorni
son trascorsi. La sera
scende nella mia stanza,
piena d’ombra e di sogni,
sempre come chi agogni
la triste lontananza.
Io sono un buon amico
che torna alla Vita
colla noia infinita
d’un desiderio antico:
quel di godere, senza
soffrire. S’allontana
nel sogno, cara vana,
la mia Adolescenza
Tu mi ricordi un sogno,
che nel Tempo vanisce,
il ricordo affluisce
al cuore, ed io più agogno
quella felicità
che vai cercando, nella
vita. Ignota Sorella,
quella che non si ha;
e che nessuno brama
per sé, perdutamente,
quella che non si sente,
quella che non si chiama,
perché è lontana, più
del Sogno della Vita,
nel deserto smarrita
lontanissima. Tu
la cerchi: io la desidero
la faccio nel mio sogno
più bella, e più l’agogno,
ma gli occhi non la videro.
Non videro, perché
nei tuoi grandi occhi tristi
vidi mon
di mai visti
ed in Lei amai Te.
Povera Primavera!
Tu sei quello ch’io sono
un canto d’abbandonoche nasce con la sera
di maggio. Ecco ritorni
dai tuoi lidi di sogno.
Ecco che io t’agogno
più del passar dei giorni.
Il vento, sempre porta
al cuore una preghiera:
Povera Primavera,
sei l’anima mia Morta!
Franco Berardelli

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