Lasciatemi il mio Duomo Nuovo, il mio Duomo Vecchio,
la torre del mercato, la Loggia e la Pallata,
il bello e il brutto, le piazze e i vicoletti
della mia Brescia ruvida ma onorata.
Lasciatemi il mio Castello e i suoi boschetti
per fare tutti i giorni una passeggiata
e tutti i giorni buttar giù qualche verso
sulle glorie di Brescia e i suoi difetti.
Lasciatemi sbarcare il lunario a Brescia,
che a me bastano queste soddisfazioni,
senza croce onorifica, senza carica e stipendio.
Lasciatemi fare in santa pace il mio mestiere,
lasciatemi con i miei Bresciani e le mie ambizioni,
cioè d’essere nè Commendatore, nè Grandufficiale, nè Cavaliere.
Angelo Canossi, maggio 1905
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