lunedì 18 novembre 2019

Lucia Apicella




è stata una filantropa italiana.
 
  « Lucia Apicella, davanti alla quale cantò Beniamino Gigli e Papa Giovanni s’inginocchiò commosso nacque nella cittadina di Cava dei Tirreni,in provincia di Salerno, nel 1887. Nei lunghi anni del dopoguerra, raccolse i resti mortali di circa mille soldati di ogni bandiera.Per questa sua opera, fu premiata dal Presidente della repubblica con medaglia d’oro e fu chiamata dai tedeschi Mutter der toten "La madre di tutti i caduti"
(Il Giornale d’Italia del 27 marzo 1952). »
   
Nata e vissuta a Sant'Arcangelo di Cava de' Tirreni, subito dopo la seconda guerra mondiale si prodigò per dare sepoltura alle salme dei soldati tedeschi. Era una madre di famiglia, semplice e pia, che viveva esercitando l'attività di fruttivendola.Nel mese di settembre 1943 si ebbe lo sbarco degli Alleati a Salerno (Operazione Avalanche). Una delle strade obbligate per le colonne anglo-americane, che puntavano ad occupare rapidamente Napoli è l'attuale SS 18, che passa proprio nella valle di Cava. Proprio lì centinaia di caduti tedeschi, a causa della relativamente rapida avanzata degli angloamericani su Napoli, rimasero insepolti e/o abbandonati sui campi di battaglia intorno a Cava de' Tirreni. Lucia Apicella che era una donna religiosissima sentí il dovere cristiano di dare sepoltura ai resti dei soldati tedeschi. Dopo avere assistito alla scena in cui alcuni bambini prendevano a calci il teschio di un soldato e dopo un sogno premonitore, nel quale otto soldati tedeschi la imploravano di consegnare i loro corpi alle rispettive madri, Mamma Lucia si dedicò con amore materno a ritrovare i resti dei militari caduti ed a ricomporli in cassette di zinco. Il suo obiettivo era quello di restituire le salme alle loro madri o di consentire loro un facile ritrovamento delle stesse. "Song' tutt' figl 'e mamma" era la semplice, ma lapidaria risposta di quella donna umile e forte ad un tempo, a chi le diceva di lasciar perdere, che non valeva la pena di sprecare tempo e denaro, ma soprattutto di correre quei grossi rischi per via degli ordigni inesplosi, soltanto per dare una più degna sepoltura a dei soldati tedeschi morti in combattimento. Le cassettine di zinco, in cui depone le spoglie dei soldati, vengono trasportate nella Chiesa di Santa Maria della Pietà. È la chiesa più antica del Borgo Scacciaventi di Cava, ed è lì che Lucia Apicella si reca a pregare ogni mattina fino al 1980, anno in cui, a causa del terremoto, la chiesa è dichiarata inagibile.Il lavoro era pericoloso, ma alla fine del 1944 aveva raccolto oltre 700 corpi con diversi documenti e segni di riconoscimento. 20 luglio del 1951 "Mamma Lucia" fu ricevuta in udienza privata da S.S. Papa Pio XII, che su sollecitazione del Vescovo di Cava, Mons. Marchesani, ne approvò l'opera, definendola "cristiana e caritatevole". Nel 1952 la sua storia fu raccontata dallo scrittore Giuseppe Marotta nel libro Le madri.Il 2 giugno 1959 Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica, le conferiva l'onorificenza della Commenda al Merito della Repubblica mentre la città di Salerno la proclamò cittadina onoraria.Nel luglio del 1980, all'età di 92 anni, su iniziativa della rivista letteraria "Verso il 2000", fu premiata a Salerno con medaglia d'oro del Presidente della Repubblica, nel salone dei marmi del Palazzo di Città. Quando Mamma Lucia morí nel 1982 il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, scrisse al sindaco di Cava de' Tirreni: "La scomparsa di Mamma Lucia colpisce dolorosamente quanti riconoscono nell'amore e nella solidarietà valori fondamentali per l'edificazione dell'uomo". I funerali, per volontà unanime del Consiglio comunale, furono pubblici e solenni, con la camera ardente allestita nel palazzo municipale. Lucia fu esposta in una bara di vetro per due giorni.Il Comune di Cava de'Tirreni ha intitolato a lei la piazzetta della frazione Sant'Arcangelo, e nel 2007 ha istituito il Premio Mamma Lucia alle donne coraggio, che ogni anno viene attributo a donne che si sono particolarmente distinte in Italia e nel mondo, per il loro esempio di vita, per l'impegno per la pace e la difesa dei diritti dei più deboli.

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