San Pio V °
(Antonio Ghislieri) Papa
Bosco Marengo, Alessandria, 27 gennaio 1504
Roma, 1 maggio 1572
Etimologia: Pio = devoto, religioso, pietoso (signif. Intuitivo)
Emblema: Tiara, Camauro, Bastone Pastorale
E' stato
il Papa della Controriforma, della battaglia di Lepanto, del
catechismo romano, del breviario romano riformato e del messale
romano. Negli anni di
preparazione al sacerdozio, insieme a una solida formazione teologica,
facilitata da una fervida intelligenza, manifestò quella austerità di
vita che sempre lo caratterizzò. Nel 1528 ricevette l’ordinazione
sacerdotale a Genova e già a quel tempo si distinse per la forza del
suo credo: a Parma sostenne trenta proposte a supporto del seggio
pontificio contro le eresie che si scagliavano contro di esso. Come
rettore di vari conventi domenicani si distinse per la rigida e
santificante disciplina imposta, e ricevette la nomina di inquisitore
della città di Como. Giunto a Roma nel 1550 divenne Commissario generale
dell’Inquisizione romana. Paolo IV (1476-1559) lo nominò vescovo di
Sutri e Nepi nel 1556; fu in seguito creato cardinale con il titolo di
Santa Maria sopra Minerva (1557). Nel 1558 divenne Grande Inquisitore
e due anni dopo vescovo di Mondovì. Il
7 gennaio 1566, fu inaspettatamente eletto Papa grazie ad un accordo
stabilito fra i cardinali Carlo Borromeo (1538-1584) e Alessandro
Farnese (1520-1589). La sua elezione fece tremare la Curia romana e non
solo quella. Serietà e inflessibilità iniziarono immediatamente:
niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l’elezione
pontificia. Cercò, con ogni
mezzo, di migliorare i costumi della gente emettendo bolle, punendo
l’accattonaggio, vietando le dissolutezze del carnevale, cacciando da
Roma le prostitute, condannando i fornicatori e i profanatori dei
giorni festivi. Per i bestemmiatori furono previste sanzioni economiche
e corporali. Difese strenuamente il vincolo matrimoniale, infliggendo
punizioni agli adulteri. Ridusse il costo della corte papale, impose
l’obbligo di residenza dei vescovi e affermò l’importanza del
cerimoniale. Le sue decisioni furono di enorme importanza: rafforzò gli
strumenti della Controriforma per combattere l’eresia ed il
Protestantesimo e diede nuovo impulso all’Inquisizione romana. Risoluto
e onesto, piemontese tutto d’un pezzo, fu rigido oppositore del
nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a Roma con la speranza di
ottenere da lui qualche privilegio e beneficio economico, Pio V disse
che un parente del Papa può considerarsi sufficientemente ricco se non
conosce la miseria. Fu lui, l’11
aprile 1567, a dare il titolo di dottore della Chiesa a san Tommaso
d’Aquino (1225-1274). Nel 1568 lo stesso titolo fu concesso anche a
quattro Padri della Chiesa d’Oriente: sant’Atanasio (295 ca.- 373), san
Basilio Magno (329-379), san Giovanni Crisostomo (344/354-407) e san
Gregorio Nazianzeno (329 – 390 ca.). Da questi suoi atti si evince la
sua ferma volontà di custodire in sommo grado l’integrità della Fede e
di difendere la Chiesa dagli avversari e dalle eresie, ben sapendo
che il consenso nei suoi confronti avrebbe ricevuto duri colpi: la sua
intransigenza e il suo zelo gli valsero molti nemici in tutta Europa e
oltre. Celebri sono rimaste le volgari pasquinate dileggianti la sua
persona. Fu coraggioso difensore
dei diritti giurisdizionali della Chiesa e per questo si scontrò con
Filippo II di Spagna (1527-1598). Durante le guerre di religione in
Francia, sostenne i cattolici contro gli ugonotti, mentre in
Inghilterra appoggiò la cattolica Maria Stuarda (1542-1587) contro
l’anglicana Elisabetta I (1533-1603), che scomunicò nel 1570 con la
bolla Regnans in Excelsis. Non
ebbe paura della violenza musulmana e preoccupato delle mire
geopolitiche dei turchi, promosse la «Lega Santa» dei principi cristiani
contro la mezzaluna, unendosi in alleanza con Genova, Venezia e
Spagna. Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571,
con la flotta ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una
memorabile vittoria, che si verificò grazie, soprattutto, alla
crociata di Rosari che erano stati recitati per ottenere l’aiuto
divino. La vittoria venne comunicata “in tempo reale”: Pio V ebbe,
infatti, una visione, dove vide cori di Angeli intorno al trono della
Beata Vergine che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la
Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il
Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da
quel giorno viene recitato l’Angelus a quell’ora. Due giorni dopo un
messaggero portò la notizia dell’avvenuto trionfo delle forze
cristiane. Il 7 ottobre del 1571 venne celebrato il primo anniversario
della vittoria di Lepanto con l’istituzione della «Festa di Santa
Maria della Vittoria», successivamente trasformata nella «Festa del
Santissimo Rosario». San Pio V
nella sua vita non cercò mai altri interessi che quelli del Regno di
Dio e prima di spirare dichiarò ai cardinali, radunati intorno al suo
letto: «Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di
eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del
Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede
Apostolica e il bene della cristianità».
Autore: Cristina Siccardi