martedì 30 aprile 2019

30 aprile San Pio V °




San Pio V °
(Antonio Ghislieri)
Papa
Bosco Marengo, Alessandria, 27 gennaio 1504

Roma, 1 maggio 1572
Etimologia: Pio = devoto, religioso, pietoso (signif. Intuitivo)

Emblema: Tiara, Camauro, Bastone Pastorale

E' stato il Papa della Controriforma, della battaglia di Lepanto, del catechismo romano, del breviario romano riformato e del messale romano. Negli anni di preparazione al sacerdozio, insieme a una solida formazione teologica, facilitata da una fervida intelligenza, manifestò quella austerità di vita che sempre lo caratterizzò. Nel 1528 ricevette l’ordinazione sacerdotale a Genova e già a quel tempo si distinse per la forza del suo credo: a Parma sostenne trenta proposte a supporto del seggio pontificio contro le eresie che si scagliavano contro di esso. Come rettore di vari conventi domenicani si distinse per la rigida e santificante disciplina imposta, e ricevette la nomina di inquisitore della città di Como. Giunto a Roma nel 1550 divenne Commissario generale dell’Inquisizione romana.  Paolo IV (1476-1559) lo nominò vescovo di Sutri e Nepi nel 1556; fu in seguito creato cardinale con il titolo di Santa Maria sopra Minerva (1557). Nel 1558 divenne Grande Inquisitore e due anni dopo vescovo di Mondovì. Il 7 gennaio 1566, fu inaspettatamente eletto Papa grazie ad un accordo stabilito fra i cardinali Carlo Borromeo (1538-1584) e Alessandro Farnese (1520-1589). La sua elezione fece tremare la Curia romana e non solo quella. Serietà e inflessibilità iniziarono immediatamente: niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l’elezione pontificia. Cercò, con ogni mezzo, di migliorare i costumi della gente emettendo bolle, punendo l’accattonaggio, vietando le dissolutezze del carnevale, cacciando da Roma le prostitute, condannando i fornicatori e i profanatori dei giorni festivi. Per i bestemmiatori furono previste sanzioni economiche e corporali. Difese strenuamente il vincolo matrimoniale, infliggendo punizioni agli adulteri. Ridusse il costo della corte papale, impose l’obbligo di residenza dei vescovi e affermò l’importanza del cerimoniale. Le sue decisioni furono di enorme importanza: rafforzò gli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia ed il Protestantesimo e diede nuovo impulso all’Inquisizione romana. Risoluto e onesto, piemontese tutto d’un pezzo, fu rigido oppositore del nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a Roma con la speranza di ottenere da lui qualche privilegio e beneficio economico, Pio V disse che un parente del Papa può considerarsi sufficientemente ricco se non conosce la miseria. Fu lui, l’11 aprile 1567, a dare  il titolo di dottore della Chiesa a san Tommaso d’Aquino (1225-1274). Nel 1568 lo stesso titolo fu concesso anche a quattro Padri della Chiesa d’Oriente: sant’Atanasio (295 ca.- 373), san Basilio Magno (329-379), san Giovanni Crisostomo (344/354-407) e san Gregorio Nazianzeno (329 – 390 ca.). Da questi suoi atti si evince la sua ferma volontà di custodire in sommo grado l’integrità della Fede e di difendere la Chiesa dagli avversari e dalle eresie, ben sapendo che il consenso nei suoi confronti avrebbe ricevuto duri colpi: la sua intransigenza e il suo zelo gli valsero molti nemici in tutta Europa e oltre. Celebri sono rimaste le volgari pasquinate dileggianti la sua persona. Fu coraggioso difensore dei diritti giurisdizionali della Chiesa e per questo si scontrò con Filippo II di Spagna (1527-1598). Durante le guerre di religione in Francia, sostenne i cattolici contro gli ugonotti, mentre in Inghilterra appoggiò la cattolica Maria Stuarda (1542-1587) contro l’anglicana Elisabetta I (1533-1603), che scomunicò nel 1570 con la bolla Regnans in Excelsis. Non ebbe paura della violenza musulmana e preoccupato delle mire geopolitiche dei turchi, promosse la «Lega Santa» dei principi cristiani contro la mezzaluna, unendosi in alleanza con Genova, Venezia e Spagna. Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una memorabile vittoria, che si verificò grazie, soprattutto, alla crociata di Rosari che erano stati recitati per ottenere l’aiuto divino. La vittoria venne comunicata “in tempo reale”: Pio V ebbe, infatti, una visione, dove vide cori di Angeli intorno al trono della Beata Vergine che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da quel giorno viene recitato l’Angelus a quell’ora. Due giorni dopo un messaggero portò la notizia dell’avvenuto trionfo delle forze cristiane. Il 7 ottobre del 1571 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto con l’istituzione della «Festa di Santa Maria della Vittoria», successivamente trasformata nella «Festa del Santissimo Rosario». San Pio V nella sua vita non cercò mai altri interessi che quelli del Regno di Dio e prima di spirare dichiarò ai cardinali, radunati intorno al suo letto: «Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità».
Autore: Cristina Siccardi

lunedì 29 aprile 2019

Ti vedo in un fiore



Ti vedo in un fiore.
Alta nel campo l'erba:
fra l'erba spumeggiar bianco e leggero
qual trine sbocciate nella notte
dalle mani degli angeli. Contemplo
uno di quei fiori e nel mirarlo tremo;
Tu solo, o Padre, puoi così fissarmi
da un prodigio di petali. Nel volto
d'un fior di campo, che in suo cerchio breve
racchiude l'armonia dell'universo,
ti riconosco.
Parton dal suo cuore
segreto, in giri e giri,
tante piccole stelle; e l'una e l'altra
è uguale: la misura
e la grazia e l'amor che le dispone
cosa ne fanno come Te perfetta.
Adorandoti in lui, ripenso al moto
degli astri intorno agli astri: alla suprema
tua volontà, che guida
quel vorticoso rotear di mondi
nè so qual sia Signore,
il tuo più bello e più raggiante volto:
se la celeste rosa, o questo fiore.

Ada negri.

In vena di ricordi




Anno 1949 non avevo ancora 3 anni .
Pic nic alla Cascine babbo , mamma e Luciano 8 anni.

Il Mio Giardino


domenica 28 aprile 2019

Sentirsi diversa





Perchè quegli occhi tristi?
Ti senti differente?
Ci son difetti non visti
che abbruttiscono la mente.

Lo so signora!Grazie!
Ci ho impiegato tanti anni
a capir le molte disgrazie
e i maledetti affanni.

Ma lei gentil signora
ne converrà con me
che ognuno alla sua ora
pensa al proprio se.
Forse devo ringraziare
tutt'oggi il mio difetto
mi ha fatto migliorare
e il cuor ho pien d'affetto.
Mi ha reso assai sensibile
che soffro per un niente
anche se è impossibile
far qualcosa per la gente.
Gli ospedali son pieni
i bimbi son maltrattati
Gesù perchè non vieni
un po' tra i diseredati.
Tu solo Signore nostro
puoi alleggerir la pene
di questo brutto mostro
che è il non volersi bene.

Lucia

Sono in vena di ricordi



Foto del 1943/4 Comincio da quando ancora non c'ero!!!!!
Ero ancora nel mondo dei sogni. Luciano avrà avuto 2 o 3 anni e questa foto il mio babbo l'ha mandata dall'Algeria dove era prigioniero😢

Il Mio Giardino

Da un mio vecchio libro di scola del 1959.
Sta piovendo e grandinando e quasi quasi accenderei il caminetto.


I miei foglietti sparsi



Ciao a tutti!
Comincio subito dicendo che la mia vita in Internet, risale all'inizio del 2000. Comperai il computer per i miei figli, (mi piacciono molto le novità), mi dissi che avrei imparato e adoperato per copiare le poesiole che amo tanto, per poi metterle in un raccoglitore e magari abbellirle con delle gif. Allora cominciò la mia avventura, ho tanti libri e cominciai con il catalogarli, poi a copiare le poesie, ma non seguitai molto, perchè una sera mia figlia mi fece conoscere le chat............Addio poesie, entrai in un mondo per me sconosciuto, mi collegavo solo la sera, il giorno non avevo tempo. Cominciai con la Chat dei sogni, Va dove ti porta il cuore, Over 50, e la mitica Chat del Sorriso. etc. etc. Mi sono sempre fatta ben volere, non mi piace vantarmi, ma per onestà devo dirlo, piano piano passai alle com( era FB non simultaneo) e allora lì sì che mi piaceva perchè se qualcuno mi apprezzava ero io .......Lucia ! Non un personaggio costruito, comunque mi sono aperta molto e ho rimosso i miei complessi, meglio che dallo pscologo. Ho trovato sempre tanti amici/e li conservo tutti nel mio cuore. Per tornare ai foglietti sparsi, all'inizio di questa avventura la mia stampante lavorava a pieno ritmo copiavo e stampavo e poi andando a letto mi rileggevo le risposte che ricevevo e mi addormentavo contenta, che finalmente a cinquant'anni e passa,si avverava il sogno della mia vita.... ESSERE APPREZZATA PER IL MIO INTERNO. Non la faccio più lunga, altrimenti divento noiosa, ma " Lucia scrive perchè fa bene a Lucia."

🐞

sabato 27 aprile 2019

Il Mio Giardino


La neve.

O bella neve, che discendi lenta
mentr'io dai vetri ti stoqui a guardare;
il tuo intatto biancor come mi tenta!
Che bei fantocci con te vorrei fare...
Far le statue di neve io ben so;
ma la mia mamma ha già detto di no!

Ma se stanotte, o neve, tu rimani,
io potrò sulla piazza, andando a scuola,
fermarmi, sulla neve, un po' domani
e fare qualche statua, anche una sola...
Ma se poi domattina viene il sole?
Che peccato! La mamma ora non vuole...


Caterina Raimondi Vanni.

Ai miei due uccellini


Ai miei due uccellini
 
In un nido scalcinato
due uccellini ho imbeccato.
Piccoli, teneri e canterini
Rallegravano i miei mattini.

Poi si sa, le piume allungano
devi insegnar loro, a volare.
Piccoli voli e ritornano
nel nido, a farsi coccolare.

Ecco il grande spicca il volo,
ha le ali forti e belle
son tranquilla e mi consolo
vedrà un mondo pien di stelle.

Ogni tanto torna al nido,
ci racconta il suo viaggio,
io felice piango e rido,
spero che rimanga saggio.

Prende il Volo la piccina
che ancora lei cinguetta.
Un uccellin le si avvicina
e si fanno una casetta.

In quel nido pien d'amore
sono arrivati nuovi canti,
mamma e babbo  con il cuore
li riscaldano festanti.

L'uccellino giramondo
anche lui avrà il suo nido
andrà a vivere giocondo
ben lontano, in altro lido.

Cosa mai si può dire,
a quel caro uccellino.
Sii  felice di costruire
un tuo nido, anche piccino.

Sempre di voi sarem contenti,
or che abbiam le piume bianche.
Volate  liberi  e indipendenti
le nostre ali sono già stanche.


Lucia.


venerdì 26 aprile 2019

Il Mio Giardino



 
Il cacciatore

Ho visto stamattina un cacciatore,
e ho sentito una punta in fondo al cuore
pensando ai tordi, ai merli, ai passerini,
alle lepri, alle starne, ai beccaccini...
E ho sperato: vorrei che inutilmente
andasse a caccia, senza prender niente.
Stasera il cacciatore è ritornato
col fucile a tracolla e accaldato;
e ha detto brontolando: - Giornataccia!
Proprio per nulla sono andato a caccia.
C'era una bella lepre, e m'é sfuggita.
Tirai su una beccaccia... ed é sparita.
 
lo l'ho ascoltato, e ho saputo tacere;
ma, in fondo al cuore, ho riso: oh, che piacere!
 
Caterina Raimondi Vanni

Il Mio Giardino

L'immagine può contenere: disegno

I MESTIERI DELL'ESTATE
Filastrocca senti, senti,
torna l'autunno, soffiano i venti:
brevi i giorni, più lunghe le sere,
molta gente cambia mestiere.
Il bagnino in riva al mare
gli ombrelloni chiude e dispare:
aggiusta le reti in un paio d'ore
e ridiventa pescatore.
Il gelataio disperato
più nessuno vuole il gelato:
lui pensa e pensa e poi che fà?
caldarroste venderà:
Pensano i bambini con dispiacere:
"Le vacanze, che bel mestiere!
Che peccato doverlo cambiare
perchè a scuola si deve tornare!"
Ma poi riprendono allegramente
il mestiere dello studente.
Gianni Rodari

giovedì 25 aprile 2019

Il Mio Giardino



Pioggia d' Aprile
 
Cade la pioggia d'Aprile
fra qualche sprazzo di sole;
curvan lo stelo sottile
margheritine e viole.
 
All'acquazzone improvviso
i bimbi fuggono a frotte
e si riparano il viso
con le manine pienotte.
 
Che buon odor di terriccio
si leva su dai giardini!
"Aprile ha fatto un capriccio!"
dicon ridendo i bambini.
 
Anche gli uccelli sui rami
si son chetati d'un tratto;
s'odon soltanto i richiami
d'un passerotto distratto.
 
Ora lo scroscio è cessato:
allo strillar delle fronde
risponde a ritmo alternato
lo sgocciolio delle gronde.
 
L'ultima nube nel sole
si sfalda in fiocchi lanosi;
tra margherite e viole
corrono i bimbi gioiosi.
 
Rosanna Beretta

Il Mio Giardino

Com'è dolce la primavera 
 

Ogni stelo ha il suo fiore che ride
ogni prato un ruscello che brilla,
ogni bosco una sua capinera:
com'è lieta la primavera!

Ogni ramo ha una tenera gemma
che si veste di verde e di sole,
ogni nube è una piuma leggiera:
com'è fresca la primavera!

Ogni sasso ha un ciuffetto di viole,
ogni gronda il suo nido canoro,
ogni cuore una gioia sincera:
com'è dolce la primavera!

Graziella Ajmone

Il Mio Giardino


Il Mio Giardino



Questo è del 1959 per la 4^ classe.
Autori del testo- P. Gigli/ G. Martelli

Illustrazioni di Gian Rosa, Luigi Minarelli e Sergio Magoni

La mia collezione di libri

 
Colleziono libri  di lettura delle elementari  da molti anni.
Ne ho più di 100 dal 1897 al 1987.
Gli ultimi sono dei miei figli e devo dire che sono i più brutti, sia nei testi e sia nelle foto.

Lucia.

martedì 9 aprile 2019

Sogno e Realtà


Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per via. Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme:
"Non ci assomigliamo per niente. Com’è, allora, che l’uomo ci confonde così facilmente?"
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso:
"La colpa, o il merito, è nostro".
"Chi siete?", domandarono il sogno e la realtà.
"Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di un qualche piacere?"
"Mai", assentirono il sogno e la realtà.
"Ed io", intervenne a questo punto una voce squillante, "non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?"
Tutti chiesero chi parlasse così.
"Sono la speranza", rispose la voce.
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
"Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno in realtà".
"A meno che non intervenga io", interloquì un’altra voce ancora, "trasformando il sogno e modificando la realtà".
Il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.
"Che stolti", mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire nella diatriba. "Non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno".
Non pronunciò forte queste parole perché, pur essendo la Verità, nessuno le avrebbe creduto.

sabato 6 aprile 2019



Chi ha carità non ha vergogna,

né timore, né ansietà;

Chi ha carità sempre guadagna

dove altri perdono;

tanto più dà, tanto più abbonda,

va libero e sicuro dove altri muiono.

Marguerite Porete

Pensieri di Margherita Porete nell’ultima notte di vita






Parigi che divampa nello specchio
per me argenteo dell’acquamanile
(lavato offrirò il corpo al fuoco, al mondo).
L’acqua e i suoi ponti visitano l’occhio
del mio vigilare e i pesci devono
respirare la neve dell’inverno
lunghissimo che s’apparecchia (sete
verità: mia: nostra
): bussano.

Entrate, Signora, stella cometa
che non vanisce, ma dimora e cresce.
Vi appresto questo tappeto di gocce
scintille della fronte, acqua secreta
nell’angoscia lucente che a tutti
mi unisce i viventi – e nell’intelletto
che ci fa grande cosmo di pensiero
e guizza dentro l’acqua, sfiora tutti
i fondali dell’essere, s’immerge
fino nella radice della voce
nascosta, insistente, albeggiante: lì si scioglie.
Sfiorando perle di rugiada (sorge,
ecco sorge) incedete verso l’occhio
che fu io, ch’è l’essere quando a se stesso
torna. Il cosmo pensante si dissolve
in dolcezza, nel fuoco e nello specchio.

Marguerite Porete

Margherita Porete



Il primo giugno 1310, a Parigi, veniva consegnata al rogo Margherita Porete. La sua colpa era di aver composto e continuato a diffondere dopo una prima censura Lo specchio delle anime semplici, un libro di argomento mistico che personificava e faceva dialogare l’anima, la ragione, l’amore. Margherita donna di buona cultura, scrive in francese, la sua lingua materna, attirando la censura di un mondo “maschio”, quello accademico e quello ecclesiastico, che si esprime in latino. Non è però l’unica a scegliere il volgare e ad aprire nuove strade. Sono gli stessi anni in cui Dante si fa portavoce di una cultura laica “alta”, che nelle lingue volgari cerca espressione e affermazione. Ma sono anche gli anni dei processi, per esempio quello dei Templari, dell’irrigidimento delle istituzioni ecclesiastiche, del disciplinamento delle nuove forme di religiosità e di spiritualità, delle censure. Forse troppo perché una donna come Margherita, così colta da scrivere con uno stile che ricorda l’amor cortese e che interpreta le istanze di una nuova spiritualità, ma che è capace di essere apprezzata da alcuni maestri dell’università. Margherita del resto si misura con la tradizione e con i suoi contemporanei, proponendo un percorso filosofico diverso e che interroga discipline e sistema dei saperi. Il processo a cui fu sottoposta, dall’esito non scontato, fu un evento pubblico di grande rilievo e furono consultate decine di teologi. Margherita non si difese e non abiurò.

venerdì 5 aprile 2019

La farfalla bianca


Takahama era un vecchio che viveva in una casetta dietro ad un cimitero. Piaceva ai vicini, ma era considerato un uomo strano dal momento che nessuno l’aveva mai visto avere un rapporto con una donna. Un'estate Takahama stava così male che invitò sua sorella con suo figlio ad andare a trovarlo per rendergli gli ultimi giorni di vita più facili. Un giorno, mentre osservavano il  vecchio che dormiva, dalla finestra entrò una farfalla bianca e si fermò sul suo cuscino.  Madre e figlio tentarono di allontanarla, ma la farfalla continuava a tornare. Quando la farfalla uscì dalla stanza per ultima volta, il nipote Takahamin si mise a seguirla. Il ragazzo vide che la farfalla volava diritto ad una tomba. Volò brevemente intorno alla tomba ed improvvisamente  scomparve. Il giovane allora corse al sepolcro e lo fissò da tutti i lati. Improvvisamente  notò un foglio bianco su cui era scritto Akiko. Morta quando aveva 18 anni. Il giovane rapidamente tornò a casa e disse a sua madre ciò che aveva visto. Nel frattempo, Takahama morì. Quando la giovane madre sentì quello che era successo, il suo cuore si riempì di gioia. -Akiko - mormorò - Quando era giovane tuo zio, era fidanzato con una bella ragazza di nome Akiko. Pochi giorni prima del matrimonio, lei improvvisamente si ammalò e morì.  Il giorno del suo funerale, Takahama giurò che non avrebbe più guardato altre donne, e fino alla fine della sua vita avrebbe  vissuto vicino la sua tomba per prendersi cura di lei. In tutti questi anni aveva mantenuto la sua promessa. Ogni giorno andava a sua tomba e le portava fiori. Negli ultimi momenti della sua vita non era più in grado di mantenere la sua promessa, allora Akiko era venuta da lui. Una farfalla bianca è in realtà la sua anima.

lunedì 1 aprile 2019

Il popolo è una famiglia.


Un governatore di provincia andò in casa del Califfo Omar.Lo trovò disteso per terra a giocare con i suoi bambini. Ne restò male impressionato.Vedendo il suo atteggiamento, Omar domandò:
-Come ti comporti tu in famiglia?
-Quando io entro in casa, quelli che parlavano tacciono- rispose impettito il governatore. -Allora dà subito le dimissioni- ordinò il Califfo. -Se non hai dolcezza per la tua famiglia, per i tuoi figli e per chi abita con te nella tua casa, come ne potresti avere per il popolo?

racconto Arabo.

Dino Sarti

(Bologna, 20 novembre 1936 – Bentivoglio, 11 febbraio 2007) è stato un cantante e cabarettista italiano. È stato uno chansonnier e showman, ...