(Cittanova, 19 ottobre 1897 – Milano, 7 novembre 1967)
è stato un poeta, giornalista e politico italiano.
Dotato di una straordinaria capacità nel creare versi in rima, appena dodicenne venne espulso dal collegio per una poesia che satireggiava i suoi professori: un componimento caustico ma dalla metrica ineccepibile.
Alberto Cavaliere viene spesso ricordato per la sua Chimica in versi,
originale libro scaturito da un esame non superato all'Università. Non
scoraggiato dal fallimento, decise di rendere in versi l'intero corso
di Chimica Generale; si ripresentò davanti al docente e cominciò, ad
ogni domanda, a sciorinare le sue rime, superando l'esame, davanti al
professore dapprima spiazzato poi meravigliato dall'abilità poetica del
suo alunno. Laureatosi in Chimica all'Università di Roma, si trasferì a Milano dove esercitò per un breve periodo la professione di chimico, poi abbandonata per dedicarsi alla satira in versi ed al giornalismo. Durante il fascismo,
Cavaliere partecipò all'opposizione contro il regime. Sposato con
un'ebrea russa di nome Fania Kauffmann e con due figli (Alik, poi
scultore, e Renata, poi pediatra) considerati ebrei dalle leggi
razziali allora vigenti, Cavaliere è costretto a 17 lunghi mesi di fuga
e clandestinità fino alla Liberazione. La suocera e la cognata Sofia Schafranov sono deportate ad Auschwitz. Nel 1945 Cavaliere raccoglierà la testimonianza della cognata, una dei pochi sopravvissuti dalla deportazione, nel libro: I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta,
in quello che è il primo memoriale di un reduce di Auschwitz ad essere
pubblicato in Italia.La popolarità acquisita da Cavaliere nell'immediato
dopoguerra convinse il partito a candidarlo nel 1951 al Consiglio Comunale
di Milano e due anni dopo alle politiche. Entrambe le candidature si
rivelarono vincenti, ottenendo voti di preferenza maggiori di tanti
politici di professione. Deputato per il P.S.I. nella legislatura 1953-1958,
non perse la sua vena poetica, presentando argute e pungenti
interrogazioni parlamentari in versi che, secondo molti, gli costarono
la ricandidatura. Il 30 ottobre 1967, una motocicletta lo travolse a Sanremo. Ricoverato nell'ospedale locale e poi trasferito a Milano, morì la mattina del 7 novembre, dopo una notte passata in rianimazione. Dopo la cremazione, le sue ceneri vennero poste al Cinerario di Levante del Cimitero Monumentale di Milano, nella tomba 79, che in seguito ospiterà anche le ceneri del figlio Alik, noto artista e docente. Il Comune di Milano gli intitolò una via, mentre il suo paese natale, Cittanova, gli intitolò una piazza e nel 1973 commissionò, in sua memoria, una scultura al figlio Alik.
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