Già vispi fanciulli saltellano
Sul preto dell'erba fiorita,
Quai baldi puledri si lanciano
Al corso per l'erta salita,
E suonan le grida festose
Pe' campi olezzanti di rose.
E tutte al bel sole risplendono
Le bianche casette sui piani,
L'erbette che i venti carezzano,
Scintillan nei poggi lontani,
E tremolan chete le fronde
Tra il lene sussurro de l'onde
Nel ciel, nella terra è un tripudio;
Saltellan sui rami fronzuti
Gli augelli del bosco e cinguettano,
Or, dopo il lavoro, seduti
Del rivo sul margine erboso,
E' dolce, o miei bimbi, il riposo.
A voi folleggianti, lo spirito
Ritempri la gioia serena,
La luce v'irradii benefica,
Robusti vi renda l'arena,
E il sangue nel petto v'avvivi
La brezza dei liberi clivi.
Oh quanta si spande per l'etera
Gioconda allegrezza! Sul verde
Vigneto frondeggiano i pampini,
E giù nella valle si perde
Tra il dolce profumo che sale
Il canto di mille cicale.
Qua, vispi folletti, sul morbido
Tappeto dell'erba sedete.
Quei fior dai colori incantevoli
Cosparsi pei campi vedete?
Dell'uom più d'ogni opra ingegnosa
Un fiore e mirabile cosa.
E tutto il gran moto de gli esseri
Arcana sapienza rivela;
Il musco che a' sassi s'inerpica,
Il verme che in terra si cela
Son belli com'astro che splende
Per l'uom che i segreti ne intende:
O madre sublime, ineffabile
Divina natira, tu lieve
Fai il tedio dell'alma, a tuoi rivoli
Il vero infinito si beve,
E meglio che i libri vetusti
I bimbi fai saggi e robusti.
Com'arbor fronzula che i rigidi
Di borea ululati disfida,
Ai fiati soavi di zefiro
Par tutta gioiosa sorrida,
E i fior nascenti ristora
Al bacio di trepid'aurora;
Così nel bel viso s'imporpora
A voi dell'infanzia la rosa
E guizza il pensiero qual forgore,
O bimbi, se l'alma corrosa
Nel tedio da cura secreta
Co' dolci trastulli s'allieta.
Correte, saltate; la patria
Valenti e robusti vi vuole.
Il ver nella scola v'illumini,
E voi, forte e libera prole,
D'Italia ch'or ergersi ardita
La speme sarete e la vita.
Clinio Quaranta.
mercoledì 9 aprile 2025
Il Giovedì
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