Mi chiamarono al tocco: io mi destai,
E in fretta e 'n furia mi messi un vestito.
Come tremavo! A un tratto: - O dove vai? -
Mi domandò tra 'l sonno 'l mi' marito.
- More! - dissi - Ma chi? - More Amaddio.... -
Fece un salto dal letto, e - Vengo anch' io. -
Quando ripenso a cotesta nottata....
Guardi, Signora, ho sempre gli occhi rossi;
Che strazio! che famiglia desolata!
Io non sapevo più dove mi fossi.
Lei svenuta.... d'intorno i suoi bambini....
Cinque che urlavan - mamma - poverini!
Alle quattro spirò. Povero vecchio!
Stette in sè fin all'ultimo momento,
E ogni tanto ammiccava qui all'orecchio,
Come volesse dire: - anch'io li sento.... -
Poi guardava in quell'uscio, fisso, fisso,
E piangeva, e baciava il Crocifisso.
Lei, da quel giorno, è sempre allo Spedale,
E morirà di certo. La vedesse!
Uno scheletro, un'ombra tal' e quale.
Chè se un pensiero non la trattenesse,
Forse a quest'ora.... Oh, si! lo creda pure
Campa per quelle cinque creature
Quegl' innocenti si son presi noi
Gigi era tanto amico d'Amaddio
Che se li tiene come fosser suoi;
E, non lo nego, fo altrettanto anch'io.
De' mezzi non se n' ha, ma.... cosa vole?
Signora mia, si fa quel che si pole.
Renato Fucini Firenze, 1872.
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