Sacerdote
Ovada (Alessandria), 3 gennaio 1694 - Roma, 18 ottobre 1775Etimologia: Paolo = piccolo di statura, dal latino
Ecco uno
che rema contro corrente per tutta la vita. E’ Paolo Francesco Danei,
di famiglia nobile per origine e malconcia quanto a denari. Il padre
commercia con poca fortuna tra Piemonte e Liguria e lui lo aiuta,
essendo il primo di 16 figli. Ma ha poi certi progetti personali:
creare un Ordine religioso, ad esempio; o combattere contro i Turchi...
Infine si fa eremita, dapprima per conto proprio; a 26 anni, il suo
vescovo gli consente di vivere in solitudine presso una chiesa di
Castellazzo Bormida (Al). Qui egli matura l’idea di un nuovo Ordine e
nel 1725 papa Benedetto XIII lo autorizza verbalmente a “raccogliere
compagni”. Ne raccoglie uno: suo
fratello Giovanni Battista. E intanto definisce meglio il progetto:
farà esattamente ciò che all’epoca risulta più impopolare. Questa è
una pessima stagione per gli Ordini religiosi, tra l’avversione dei
governi, le rivalità tra loro e la debolezza nella Chiesa; a papa
Clemente XIV, nel 1773, si imporrà la soppressione della Compagnia di
Gesù. E’ anche il tempo della fede sopportata da molti solo quale
condimento di pii languori, motivo di ritualità elegante; una fede che
non parli di sacrificio e nasconda la Croce. Allora lui comincia col
chiamarsi “Frate Paolo della Croce”. Poi
fonda un “inopportuno” nuovo Ordine, detto dei “Chierici Scalzi
della Santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”.
Apertamente. Sfacciatamente, sicché tutti capiscano che lui e i suoi
predicano Cristo crocifisso come Paolo apostolo, qualunque cosa esiga o
imponga lo “spirito dei tempi” e qualunque smorfia facciano gli abati
di corte. Nel 1727 è stato ordinato prete dal Papa stesso. Ha
assistito i malati di un ospedale romano col fratello. Poi, ritirati
sul Monte Argentario, i due hanno visto arrivare altri giovani,
affascinati da quella scelta così rudemente “contro”. Sono i primi
Passionisti, che il fondatore educa come predicatori agguerriti:
invece dei Turchi, attaccheranno l’ignoranza, l’irreligiosità,
l’abbandono del Vangelo. Per questo i Passionisti sono chiamati da
ogni parte, e l’Ordine riceve via via le successive approvazioni
pontificie. Il fondatore lavora alla loro formazione da vicino e da
lontano: restano di lui duemila lettere, ma ne ha scritte molte di
più, forse diecimila. Nel 1750 ha predicato a Roma per il Giubileo,
insieme a san Leonardo da Porto Maurizio. Papa Clemente XIV gli chiede
spesso consiglio, e va di persona a trovarlo in casa quando è
malato. Così farà il suo successore Pio VI, appena eletto. Paolo
della Croce muore dopo aver visto confermata, senza modifiche, la
regola del suo Ordine che, nato “fuor di tempo” nel XVIII secolo, alla
fine del XX sarà attivo in Europa, in America, in Africa e in Asia. Il
Padre dei Passionisti, noti per l’emblema della croce e del cuore
che portano sul saio, verrà proclamato santo da Pio IX nel 1867.
Autore: Domenico Agasso
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