Principe polacco
Cracovia, 3 ottobre 1458 – Grodno, Lituania, 4 marzo 1484
Patronato: Polonia e Lituania
Etimologia: Casimiro = che vuole la pace, dal polacco
Emblema: Corona, Giglio, Pergamena
Il
principe Casimiro, soprannominato dai suoi compatrioti “uomo di pace”,
nacque terzo dei tredici figli di Casimiro IV, re di Polonia, e di
Elisabetta d’Austria, figlia dell’imperatore Alberto II. Il matrimonio
tra i due, rivelatasi un’unione felice oltre che fertile. A Giovanni
Dlugosz, storiografo e canonico di Cracovia, religioso schivo ma di
grande erudizione e santità, fu affidata l’educazione di Casimiro
quando questi raggiunse l’età di nove anni ed il sacerdote si rivelò un
ottimo insegnante, severo al punto giusto, quasi un secondo padre per
il piccolo principe. Non ancora quindicenne, in seguito alla richiesta
da parte della nobiltà ungherese, il padre inviò Casimiro a guidare un
esercitò contro il sovrano ungherese, Mattia Corvino. Quando però
Casimiro venne a sapere che Mattia disponeva di truppe ben più numerose
delle sue e si rese conto di essere stato abbandonato sia dalla
nobiltà ungherese che in un primo tempo aveva richiesto il suo
intervento, ma anche dalle proprie truppe in diserzione, accolse
favorevolmente il consiglio dei suoi ufficiali ed interruppe la
spedizione. Intanto il pontefice Sisto IV, temendo forse che la guerra
rischiasse solo di favorire la causa turca, aveva inoltrato un appello
di desistenza al sovrano polacco. Il re, dimostratosi disponibile ad un
colloquio di pace, inviò un messaggero al figlio, che però con sua
grande vergogna scoprì già ritiratosi. Per castigo fu vietato a
Casimiro di fare ritorno a Cracovia e venne rinchiuso per tre mesi nel
castello di Dobzki. Nonostante le pressioni del padre e le nuove
richieste da parte dei nobili magiari, Casimiro non si lasciò mai più
persuadere ad abbracciare le armi. Pare che il giovane principe non
ambisse a posizioni di governo e preferiva piuttosto attivarsi in
favore dei poveri, degli oppressi, dei pellegrini e dei prigionieri.
Era solito infatti denunciare al re suo padre tutte le ingiustizie nei
confronti dei poveri ed ogni loro necessità di cui veniva a conoscenza.
Grande gioia provò quando decise di dovare tutti i suoi beni ai
bisognosi, che presero a definirlo “difensore dei poveri”. La sua vita
fu da allora più monastica che principesca, il suo carattere mite ed
umile lo spinse ad occuparsi più della Chiesa che della vita di corte.
Trascorreva infatti gran parte del suo tempo in chiesa, tra preghiera
personale e funzioni liturgiche, spesso dimenticandosi addirittura di
mangiare, e di notte tornava a pregare dinnanzi ai portoni chiusi della
chiesa. Solitamente gentile con tutti, fu però duro contro gli
sismatici: proprio dietro sua insistenza il padre vietò il restauro
delle chiese ove essi erano soliti riunirsi. Grande devoto della
Madonna, nella sua bara fu posta una copia del suo inno preferito:
“Omni die dic Marie”. Nessuno riuscì a convincerlo a convolare a nozze
con la promessa sposa, una figlia di San Ferdinando III di Castiglia.
Egli sosteneva di non conoscere altra salvezza se non in Cristo e
profetizzava la sua vicina scomparsa per stare con Lui in eterno.
Casimiro morì infatti di tubercolosi, a soli ventisei anni. Le sue
spoglie trovarono sepoltura nella cattedrale di Vilnius, odierna
capitale lituana, ove ancora oggi sono venerate. Sulla sua tomba si
verificarono moltissimi miracoli ed il re Sigismondo decise di
inoltrare al papa Leone X una petizione per richiedere la
canonizzazione del principe polacco. Nel 1521 tale papa dichiarò San
Casimiro patrono della Polonia e della Lituania, ma fu ufficialmente
canonizzato solo nel 1602 dal pontefice Clemente VIII e nel 1621 la sua
festa venne estesa alla Chiesa universale. Il clto del santo è rimasto
assai vivo anche tra i polacchi ed i lituani emigrati in America.
Vasta è l’iconografia di questo santo polacco: celebre è il suo
ritratto eseguito da Carlo Dolci e molti altri dipinti lo raffigurano
con in mano una pergamena, riportante alcune parole del suo inno
mariano prediletto, ed un giglio, simbolo di castità. San Casimiro è
infatti particolarmente invocato contro le tentazioni carnali.
ORAZIONEO Dio onnipotente, che chiami a servirti per regnare con te,
fa’ che per intercessione di San Casimiro
viviamo costantemente al tuo servizio
nella santità e nella giustizia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Autore: Fabio Arduino
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