giovedì 2 aprile 2020

Hans Christian Andersen




(Odense 2 aprile 1805 – Copenaghen 4 agosto 1875)
Figlio di un venditore ambulante di calzini che fabbricava scarpe, Hans Andersen (1782-1816) e di Anne Marie Andersdatter (1773-1833). orfano a undici anni, a quattordici fuggì a Copenaghene diventò uno scrittore, uno dei massimi autori europei di letteratura per l’infanzia. Grazie all’aiuto di Jonas Collin, direttore del Teatro reale. Fin dal 1822 cominciò a pubblicare volumi di prosa e poesia e a comporre opere teatrali, ma il successo gli arrise soltanto con il romanzo L’improvvisatore (1835). Compì lunghi viaggi in Europa, Asia e Africa e fu autore fecondo, anche di resoconti di viaggio, come Il bazar di un poeta (1842). La sua fama si fonda però sugli oltre 150 racconti per l’infanzia, che appartengono ormai ai classici della letteratura mondiale. Ben lontano dall’imitare i suoi immediati predecessori nel genere del racconto, quali Charles Perrault, Antoine Galland ed E.T.A. Hoffmann, o i fratelli Grimm, Andersen seppe esprimere mirabilmente le emozioni più sottili e le idee più fini attraverso un uso equilibrato del linguaggio corrente e delle espressioni popolari, passando senza difficoltà dalla poesia all’ironia, dalla farsa alla tragedia, dal quotidiano al meraviglioso. La sua opera appare innovativa non solo nello stile ma anche nei contenuti: Andersen usò infatti un linguaggio quotidiano ed espresse nelle fiabe pensieri e sentimenti fino ad allora ritenuti estranei alla comprensione di un bambino, attraverso le vicende di re e regine storici o leggendari, ma anche di animali, piante, creature magiche e persino di oggetti. Alcuni fra i suoi titoli più noti sono Il brutto anatroccolo, I vestiti nuovi dell’imperatore, La regina delle nevi, Scarpette rosse e La sirenetta. Le fiabe di Andersen sono state tradotte in tutte le lingue e hanno ispirato innumerevoli opere teatrali, balletti, film, nonché opere d’arte figurativa.

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