Banchi, e non banchi sì flutti, e non flutti:
Groppe -di nubi su una serra. E tu?
Dov'eri? Non vedevo altro che sasso
Livido, butterato d'atri muschi.
Ma il nembo s'addensò
E scoccò folgore stellata:
E fosti.
Fosti, ma quale? non ti conoscevo
Membra, né lampo d'occhi, né splendore
Di sesso generante, né intelletto
Che ne tenesse il luogo. Eri, sebbene
Creata, irravisabile:
Una supposizione, un desiderio.
Tu, tale! cui fidavo
Il riscatto dal mondo degli orrori,
Dal mondo della morte d'ogni giorno,
Da quello della morte che ci aspetta
Al canto.
Ebbene, vuoi,
O sognata franchigia, o antico mio
Presentimento, rivelarti appieno?
Vivo tra due: non oso
Tutto negare, poiché so che sei;
Ma non oso affermare il mio diritto,
Poiché so che non sei carne di donna.
Vivo dunque in sospeso e titubante.
Passata la tempesta
E rintuzzata la speranza,
Tu pari spenta; ed io,
lo tremo, ché
Nessuna donna è te.
Tommaso Landolfi
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