O città, tu per me sei come sorella
O città, tu per me come sorella,
alla quale assomiglio,
decaduta città
in balìa alle campane, tutti e due
non conosciamo più velieri audaci
che tendon come seni, vele al sole,
come seni del mare appassionati.
Entrambi siamo la città in lutto,
e sonnolenta senza più velieri
in mezzo al porto affranto,
quei velieri che, un tempo, vi specchiavano
le fiancate dorate;
senza chiasso e riflessi …
Come spade, le canne
sembran tenere prigioniere l’acque,
vedove, vuote acque, dove il vento
soltanto va dattorno,
quasi volesse stenderle
come un lenzuolo funebre.
La tristezza d’un porto siamo entrambi,
tu, città! tu, sorella dolorosa
che altro più non hai fuorché il silenzio
ed il rimpianto d’alberi di navi;
io, la cui vita è, anch’essa,
un gran canale morto! …
alla quale assomiglio,
decaduta città
in balìa alle campane, tutti e due
non conosciamo più velieri audaci
che tendon come seni, vele al sole,
come seni del mare appassionati.
Entrambi siamo la città in lutto,
e sonnolenta senza più velieri
in mezzo al porto affranto,
quei velieri che, un tempo, vi specchiavano
le fiancate dorate;
senza chiasso e riflessi …
Come spade, le canne
sembran tenere prigioniere l’acque,
vedove, vuote acque, dove il vento
soltanto va dattorno,
quasi volesse stenderle
come un lenzuolo funebre.
La tristezza d’un porto siamo entrambi,
tu, città! tu, sorella dolorosa
che altro più non hai fuorché il silenzio
ed il rimpianto d’alberi di navi;
io, la cui vita è, anch’essa,
un gran canale morto! …
Georges Rodenbach
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