sabato 16 luglio 2022

Piccolo consiglio



Piccolo consiglio: ora che abbiamo imparato a lavarci le mani, impariamo anche a non gettare le mascherine per strada, nei fiumi e nel mare...NON TOCCHIAMOLE quando sono a terra!!!Ma almeno non BUTTIAMOLE.😡
I dispositivi di protezione individuale (DPI) rappresentano una nuova forma di inquinamento non facile da trattare. Le mascherine sono composte da tre elementi: il "tessuto", gli elastici e la barretta metallica da stringere sul naso. Questo rappresenta la prima difficoltà, poiché i tre differenti materiali non possono essere riciclati nello stesso momento. Inoltre, la parte che protegge non è composta da vero e proprio tessuto, ma è in polipropilene, una materia plastica. Per quel che riguarda i guanti, sono nel migliore dei casi in lattice naturale. Nel peggiore, sono anche loro in plastica e sono problematici quanto le mascherine in termini di degradabilità.
Un inquinamento dimostrato
Già da diversi mesi, le associazioni a difesa dell'ambiente suonano l'allarme. In Europa, i primi ad aver constatato dei segnali di inquinamento Link esternosono stati i sommozzatori di Opération Mer PropreLink esterno, fondata da Laurent Lombard. L'account Facebook Link esternodell'associazione da allora non smette di mostrare le conseguenze nefaste sull'ambiente della crisi sanitaria.
In Asia, alla fine di febbraio, Oceans AsiaLink esterno ha pubblicato le prime immagini scioccanti delle spiagge ricoperte di "rifiuti covid" non lontano da Hong Kong.
Lo scorso fine settimana, i volontari arrivati per pulire il lago Leman
o nell'ambito del World Cleanup Day (Giorno della Pulizia Mondiale) hanno raccolto molte mascherine di protezione.

 

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