sabato 26 settembre 2020

L'Urlo di pietra.


Il Compianto sul Cristo morto è un gruppo scultoreo di sette figure in terracotta, capolavoro di Niccolò dell'Arca, conservato nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna. L'anno di realizzazione dell'opera e l'identità di chi la commissionò sono avvolti nel mistero, così come l'esatta disposizione delle statue. Le ipotesi di datazione più accreditate oscillano tra il 1463 e il 1490. Si tratta di un'opera composta da sette figure a grandezza naturale in terracotta con tracce di policromia. Al centro sta il Cristo morto, disteso con la testa reclinata su un cuscino. Attorno si dispongono le altre figure, tra le quali spiccano le due Marie, Maria di Cleofa e ai piedi del Cristo, Maria Maddalena, straziate dal dolore con le vesti gonfiate dal vento. Più composte sono le altre figure, anche se i loro volti mostrano una dolorosa partecipazione. Si riconoscono poi la Madonna, con le mani giunte, Maria di Giuseppe (madre di Giacomo il Maggiore e Giovanni l'Evangelista) seguiva Gesù come discepola, che stringe le cosce in un gesto di rammarico, mentre san Giovanni è rappresentato in un silenzioso pianto, con un palmo che regge il mento. Staccata dagli altri è una figura inginocchiata in abiti rinascimentali, generalmente collocata a sinistra, che rappresenta Giuseppe D'Arimatea e che guarda verso l'osservatore.
Il gruppo venne ospitato a lungo nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e dagli anni novanta del XX secolo è tornata nella sua collocazione originale nella chiesa bolognese, prima in una saletta dell'ex-convento, poi nella prima cappella a destra dell'altare.
Si tratta di una delle opere più emozionanti che si possano trovare a Bologna. Il dolore viene espresso in tutte le sue forme: ogni personaggio lo esprime in modo diverso. Il giovane Pier Paolo Pasolini (studente liceale a Bologna) ne rimase affascinato fino a riprodurlo nel film "Il vangelo secondo Matteo". Ma il titolo migliore lo attribuì Gabriele D'Annunzio che lo chiamò "l'urlo di pietra".
Data dell'esperienza: genna

 

Nessun commento:

Posta un commento

Purtroppo🥹