Una volta, in una piccola città, uguale a tante altre, cominciarono a succedere dei fatti strani.
I bambini dimenticavano di fare i compiti, i grandi si dimenticavano di togliersi le scarpe prima di andare a dormire, nessuno si salutava più.
Le porte della chiesa rimanevano chiuse. Le campane non suonavano più. Nessuno sapeva più le preghiere.
Un lunedì mattina, però, un maestro domandò ai suoi alunni: "Perché ieri non siete venuti a scuola?"
"Ma ieri era domenica!" risposero gli scolari, "La domenica non c'è scuola".
"Perché?", chiese il maestro.
Gli alunni non seppero che cosa rispondere.
Si avvicinava il Natale.
"Perché suonano questa musica dolce?".
"Perché sull'albero ci sono le candele?".
Nessuno lo sapeva.
Due amici avevano litigato: si erano insultati fino a diventare rauchi. "Ora non ho più nessun amico", pensava tristemente uno di loro il giorno dopo. E non sapeva che cosa fare.
La piccola città si faceva sempre più grigia e triste. La gente diventava ogni giorno più egoista e litigiosa.
"Ho l'impressione di aver dimenticato qualcosa", ripetevano tutti.
Un giorno soffiava un forte vento tra i tetti, così forte da smuovere le campane della chiesa.
La campana più piccola suonò.
Improvvisamente la gente si fermò e guardò in alto. E un uomo per tutti esclamò: "Ecco che cosa abbiamo dimenticato: Dio!".
Se c'è speranza in questo mondo è solo perché risuona ancora il nome di Dio. Milioni e milioni di persone gettano su questo nome le gioie e le paure della propri a esistenza. E' l'unico nome che porta su di sé il peso dell'umanità e che dà un senso a tutto.
Anche per questo non possiamo rinunciare a pronunciarlo con rispetto e fiducia.
(don Bruno Ferrero)
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