giovedì 30 novembre 2017
Tiziano Terzani
Tiziano Terzani(Firenze, 14 settembre 1938 – Pistoia, 28 luglio 2004)
è stato un giornalista e scrittore italiano.
Tiziano nacque in via Pisana nel quartiere popolare di Monticelli sulla riva sinistra dell'Arno. Il padre, Gerardo Terzani, gestiva una piccola officina meccanica e la madre, Lina Venturi, lavorava come cappellaia in un negozio di sartoria. Con la famiglia conviveva la nonna materna Elisa, rimasta vedova dopo i numerosi lutti familiari per tubercolosi – due zie e il nonno Giovanni. Preoccupati per la sua salute i genitori lo porteranno fin da piccolo sull'Appennino pistoiese per godere di un clima salubre: Nei primi di agosto del 1944 la ritirata dei nazisti sulla Linea Gotica e l'avanzata alleata delle truppe britanniche portò alla liberazione di Firenze , ciò gli consentì di frequentare la prima elementare presso il convento femminile della Chiesa di San Piero a Monticelli. L'anno seguente, con la riapertura regolare degli istituti, proseguì gli studi nella Scuola di Legnaia. Dal 1949 al 1952 frequentò le scuole medie. Dopo l'esame di terza media avvenne una svolta decisiva, il professor Ernesto Cremasco convocò i genitori e loro impegnarono gli averi al Monte di Pietà e acquistarono a rate i pantaloni che consentirono a Tiziano di proseguire gli studi in piazza Pitti. Dal 1954 proseguì gli studi al liceo classico Galileo dove si diplomerà brillantemente nel 1957. In quegli anni frequentò i "Sabati dello studente", un circolo ricreativo in cui soddisfece la passione per il cinema e il teatro misurandosi anche in sporadiche recitazioni. Qui conobbe e avvicinò i rappresentanti del cattolicesimo democratico e progressista fiorentino come Dino Pieraccioni, Ernesto Balducci, Raffaele Bensi e Giorgio La Pira. Raccolse da questi incontri il valore dell'umanità e apprese il senso non solo del dialogo ma dell'autonomia delle proprie idee, già sperimentata in casa con il padre comunista e la madre cattolica. Nel 1955 per guadagnare qualche soldo collaborò al Giornale del Mattino diretto dal giovanissimo Ettore Bernabei. Nei panni di cronista sportivo ebbe il compito di documentare le corse podistiche, le gare in bicicletta e soprattutto le partite di calcio del Campionato nazionale Dilettanti coprendo in particolare la provincia di Firenze muovendosi con la Vespa del padre: Nel 1956, nel periodo drammatico della Rivoluzione ungherese, si iscrisse alla sezione fiorentina della Gioventù Federalista Europea, l'organizzazione giovanile del Movimento Federalista Europeo fondato da Altiero Spinelli. Un'adesione temporanea ma che rivela la capacità di non allinearsi ai pensieri dominanti dell'epoca, quello di matrice cattolica legata alla Democrazia Cristiana e quello marxista legato al Partito comunista. Nell'estate del 1957 appena diplomato ricevette un'offerta di lavoro dalla Banca Toscana, che rifiutò. Sfidando il parere dei genitori tentò l'ammissione al collegio Medico-Giuridico annesso alla Scuola Normale di Pisa. Nel concorso nazionale che offriva solo cinque posti, arrivò secondo. Scelse la facoltà di giurisprudenza. Nel mese di settembre conobbe una ragazza di origini tedesche, Angela Staude, nata a Firenze nell'aprile 1939, figlia del pittore Hans-Joachim e dell'architetto Renate Moenckeberg. Gli Staude abitavano sulla collina di Bellosguardo, erano noti per essere una famiglia colta ma non convenzionale che vantava tra i propri avi esploratori, accademici e amicizie eccellenti come Maria 'Maja' Einstein o Maria José del Belgio. Tiziano fu colpito dall'atmosfera casalinga e poliglotta dove arte e musica si mescolavano alle biografie avventurose della famiglia Staude, un entusiasmo che gli fece avvertire la differenza con le proprie origini certamente più umili: Seppur divisi dagli studi − Tiziano a Pisa e Angela a Monaco − mantennero i contatti. La vita in collegio fu estremamente stimolante: Ma l'esperienza universitaria venne segnata da due eventi drammatici: nel 1958 una grave infezione tubercolotica lo costrinse a un lungo ricovero al Careggi e un anno più tardi una trombosi colpì il padre rendendolo inabile al lavoro. Le ristrettezze economiche e il bisogno di contribuire al sostentamento dei genitori alimentarono l'inquietudine e il desiderio di fuga immaginando una vita differente e autonoma. Si laureò nel 1961 a pieni voti presentando una impegnativa tesi di diritto internazionale con il giurista Giuseppe Sperduti dal titolo Il Dominio riservato. Una tesi che richiama i caratteri, le inclinazioni e gli interessi che manifesterà più avanti nella professione giornalistica. Dopo la laurea fallì il tentativo di continuare gli studi all'università di Leeds. Rientrato in Italia accettò la proposta dell'Olivetti di Ivrea grazie ai contatti con l'ex collegiale Romano Gabriele. Qui, dopo un lungo tirocinio, giunse all'ufficio del personale dove conobbe Paolo Volponi, Ottiero Ottieri ricevendo l'incarico di reclutare nuovi laureati per le consociate estere. L'Olivetti forte della sua rete globale di concessionarie e fabbriche gli consentì di viaggiare in tutto il mondo. Il 27 novembre 1962, pochi mesi dopo l'assunzione, sposò Angela a Vinci. Il lavoro dell'Olivetti lo portò prima a viaggiare in tutta Europa – con lunghi soggiorni in Danimarca, Portogallo, Paesi Bassi, Gran Bretagna – e successivamente in Oriente. Nel gennaio 1965 arrivò in Giappone, fu la sua prima volta in Asia. Qui visitò anche Hong Kong e il sogno della Cina iniziò a prendere forma. Nel 1966 acquistò con i primi risparmi un terreno nella valle dell'Orsigna dove negli anni a venire costruì una piccola abitazione. Nell'autunno 1967 l'Olivetti lo mandò in Sud Africa, a Johannesburg. Vi giunse pochi giorni dopo l'assassinio del Primo ministro Verwoerd in un clima di forti tensioni politiche. In questo paese segnato dall'apartheid raccolse materiali, interviste e fotografie per redigere i primi reportage che pubblicò su l'astrolabio, settimanale della sinistra indipendente diretto da Ferruccio Parri. Il primo reportage s'intitola Natale negro. Rapporto sulla segregazione in Sud Africa pubblicato il 25 dicembre 1966. La collaborazione con la rivista terminò nel novembre 1970. Dopo aver viaggiato in Australia e Thailandia, insoddisfatto del lavoro all'Olivetti, prese l'aspettativa, e su indicazione di Samuel Gorley Putt - conosciuto per caso alla Hopkins University di Bologna - si aggiudicò una borsa di studio che gli aprì le porte della Columbia University di New York dove scelse il corso di laurea in Affari internazionali. La borsa di studio del Commonwealth Fund's Fellowship programme gli consentì di viaggiare in tutto il paese. Continuò a scrivere per l'astrolabio raccontando le lotte civili del movimento nero intervistando Rap Brown, gli scontri tra gli studenti pacifisti che manifestavano contro la guerra in Vietnam e le forze di polizia nella protesta della Columbia University, e un evento storico come l'allunaggio dell'Apollo 11. Durante il biennio americano sfruttò l'occasione di uno stage nella redazione del New York Times. Dopo i numerosi testi pubblicati su l'astrolabio nell'aprile del 1969 l'ordine dei Giornalisti lo registrò ufficialmente nell'elenco "pubblicisti": una qualifica che aspettava da tempo. In agosto a New York nacque il figlio Folco. Laureatosi per la seconda volta, in settembre rientrò in Italia. Lasciò definitivamente l'Olivetti e cercò un'occupazione come giornalista. Alla fine di novembre del 1969 iniziò il praticantato nella redazione del quotidiano milanese Il Giorno[18] diretto da Italo Pietra e Angelo Rozzoni. Qui conobbe inviati già affermati come Natalia Aspesi, Giorgio Bocca, Giampaolo Pansa e uno dei giornalisti ai quali fu legato da profonda amicizia, Bernardo Valli[20]. Nel marzo del 1971 nacque la figlia Saskia e all'inizio dell'estate sostenne l'esame di Stato per diventare giornalista professionista. In autunno si confrontò con il direttore confidando in un incarico all'estero, ma la risposta fu lapidaria. Deciso a perseguire il prossimo sogno di corrispondente, si dimise. Girò tutta l'Europa alla ricerca di un posto di lavoro finché l'occasione arrivò dal settimanale amburghese Der Spiegel diretto da Rudolf Augstein che gli offrì un contratto da free lance per coprire il Sud-est asiatico. Nel gennaio 1972 si stabilì a Singapore in Winchester Road aprendo il primo ufficio di Der Spiegel in Peck Hay Road. Il 1973 fu un anno delicato: il 23 luglio morì il suocero, Hans-Joachim Staude, e quattro giorni dopo scomparve anche Raffaele Mattioli, l'economista e dirigente della Banca Commerciale Italiana che per primo aveva creduto in lui commissionandogli rapporti politici ed economici dall'Estremo oriente. In novembre pubblicò per Feltrinelli la sua prima opera letteraria Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 inserito nella collana Franchi Narratori. Renzo Foa fu tra i primi a leggerlo e recensirlo: Dal luglio 1974 al maggio 1975 Terzani collaborò anche con Il Messaggero, diretto in quel periodo da Italo Pietra. Nel 1975 fu tra i pochi giornalisti non solo ad assistere alla caduta di Saigon, ma a rimanervi per tre mesi dopo la presa del potere da parte delle forze comuniste. Alla fine del 1975 si trasferì con tutta la famiglia a Hong Kong abitando sul Peak in Mount Austin Road in un caseggiato con altri giornalisti. Questo essere alle porte della Cina alimentò il suo interesse e il sogno di trasferirsi sul territorio cinese. Nel 1976 iniziò a collaborare con la Repubblica, il nuovo quotidiano diretto da Eugenio Scalfari che contava una settantina di redattori oltre a molti volontari tra cui Giorgio Bocca, Miriam Mafai e Barbara Spinelli. Alla fine di marzo pubblicò sempre per Feltrinelli Giai Phong! La liberazione di Saigon con cui si aggiudicò il Premio Pozzale Luigi Russo per la saggistica. Nel mese di ottobre ebbe la possibilità di viaggiare fino a Shanghai raccogliendo le prime impressioni sulla politica e sulla società cinese sconvolta dalla morte di Mao avvenuta il 9 settembre. Si occuperà nei mesi successivi del processo alla Banda dei Quattro. Nel 1977 fu testimone della tragedia dei profughi indocinesi, dramma che preannunciava nel 1978 l'invasione della Cambogia da parte del Vietnam. Questo conflitto militare lo impegnò per molto tempo. Raccolse dapprima con incredulità e poi con sgomento i racconti e le atrocità di ciò che poi si rivelerà essere l'olocausto cambogiano perpetrato da Pol Pot. La moglie Angela ha raccolto questa esperienza in una antologia postuma Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia pubblicata nel 2008. Dopo un viaggio preliminare per Der Spiegel tra fine del 1979 ed i primi giorni del 1980 Terzani riuscì a stabilirsi definitivamente a Pechino come primo corrispondente di un magazine occidentale, anticipando i concorrenti TIME e Newsweek, e realizzò così a 41 anni il sogno concepito nelle aule della Stanford University. Il libro Un altro giro di giostra tratta del suo modo di reagire alla malattia, un tumore all'intestino, viaggiando per il mondo e osservando con lo stesso spirito giornalistico di sempre le tecniche della più moderna medicina occidentale e le medicine alternative; il viaggio più difficile, alla ricerca di una pace interiore, che lo portò ad accettare serenamente la morte. Le sue ultime memorie sono registrate in un'intervista televisiva intitolata "Anam, il senzanome" (dove Terzani parla anche della sua scelta etica in favore del vegetarismo) e nel libro postumo La fine è il mio inizio, in cui Terzani riferisce al figlio Folco le proprie riflessioni di tutta una vita.
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