martedì 5 novembre 2024

Pierangelo Bertoli

(Sassuolo, 5 novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002)
è stato un cantautore italiano Nato a Sassuolo, (Modena), da una famiglia operaia, a tre anni fu colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò della funzionalità degli arti inferiori e lo costrinse su una sedia a rotelle. Malgrado l'ingombrante presenza della carrozzella visse un'infanzia regolare, ma priva di ogni genere di bene superfluo; secondo quanto raccontato dallo stesso Bertoli, in casa non c'era neppure la radio e la passione musicale di Pierangelo venne dall'esterno. Pierangelo conosceva già la discografia di alcuni cantanti famosi, come per esempio Sinatra, ma non possedeva alcuna nozione di strumenti musicali . In pochi mesi Bertoli imparò a suonare la chitarra, che di lì a poco sarebbe divenuta il suo strumento preferito. A ventitré anni cominciò a comporre le prime canzoni e le suonò dapprima di fronte agli amici e poi davanti a platee sempre più vaste, soprattutto in occasione di feste di paese e di partito. Il legame con la sua terra d'origine, non lo allontanò dalla sua città natale. Nei primi anni settanta, Pierangelo Bertoli entrò nell'Unione Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) e, con altri musicisti militanti del partito formò il Canzoniere del Vento Rosso, pubblicando con la casa editrice del partito, la Servire il popolo, 1973 e l'anno successivo: Marcia d'amore/Per dirti t'amo, Scoperta/Marcia d'amore e Matrimonio/L'autobus. Sempre nel 1973 pubblicò il primo album studio, Rosso colore dell'amore contenente in tutto dodici brani, comprese due delle canzoni uscite poco tempo prima in formato singolo, l'album viene anche stampato in Germania Ovest, a cura del Kommunistische Partei Deutschlands, e ciò comportò una tournée di Bertoli che toccò, molte città della germania. L'anno successivo viene pubblicato l'album Alla riscossa, a nome del Canzoniere del Vento Rosso, in cui Bertoli canta; inoltre è anche autore di tre canzoni, tra cui una prima versione di Eppure soffia. Scioltosi il partito e, di conseguenza, anche il Canzoniere del Vento Rosso, nel 1975 Bertoli realizzò un nuovo disco, Rocablues . Nel 1976 l'album Eppure soffia, che iniziò a far conoscere il cantautore presso un pubblico più vasto, grazie alla title track, inno all'ecologismo. L'anno successivo il nuovo album di Bertoli, Il centro del fiume. Nel 1978 realizzò un album che racchiudeva esclusivamente canzoni in dialetto modenese. Il 1979 è l'anno di A muso duro, uno dei suoi album più noti e il primo a conoscere un riscontro su vasta scala, con la canzone che A muso duro, vero e proprio manifesto di uomo e artista, che esalta anche la funzione sociale e aggregativa del mestiere del cantante. In questo periodo conobbe Bruna Pattacini, che diventò sua moglie e da cui ha avuto i tre figli Emiliano, Petra ed Alberto; quest'ultimo ha seguito le orme del padre, facendo il cantante di professione. Tale successo venne consolidato con Certi momenti del 1980, I tre album successivi da Album del 1981 a Dalla finestra del 1984 confermarono la popolarità di un Bertoli non più considerato come fenomeno di folklore. Nel frattempo vinse un telegatto per uno spot televisivo a favore della "Lega per l'emancipazione dell'handicappato".Nel 1991 partecipò al Festival di Sanremo insieme ai Tazenda con Spunta la Luna dal monte, il brano ottenne molto successo, portando a Bertoli una seconda giovinezza artistica. Nel 1992 ritornò a Sanremo con Italia d'oro, una denuncia senza mezzi termini di alcuni malcostumi, la quale anticipò lo scandalo di Tangentopoli che di lì a poco avrebbe interessato l'opinione pubblica: la sua seconda partecipazione gli valse il quarto posto. Impegnato socialmente in iniziative benefiche e di solidarietà, si batté in favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche . Nel 1993 venne pubblicato l'album Gli anni miei . Due anni dopo esce la prima raccolta di brani reincisi intitolata Una voce tra due fuochi. Nel 1997, in occasione del centenario della Juventus Football Club (sua squadra del cuore) scrive una canzone intitolata Juvecentus, che fu anche l'inno ufficiale della società bianconera per alcune stagioni. All'inizio del 2002, Bertoli fu sottoposto ad una serie di cure presso il policlinico di Modena, dove ritornò qualche giorno dopo per spegnersi ad un mese dal suo sessantesimo compleanno.

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