

Peter Carl Fabergé
conosciuto anche come Karl Gustavovič Faberže
San Pietroburgo, 30 maggio 1846 – Losanna, 24 settembre 1920)
è stato un gioielliere e orafo russo. Divenne particolarmente noto per le famose Uova Fabergé, prodotti d'alta gioielleria, realizzati nello stile delle uova di Pasqua, con l'uso di metalli e pietre preziose.
conosciuto anche come Karl Gustavovič Faberže
San Pietroburgo, 30 maggio 1846 – Losanna, 24 settembre 1920)
è stato un gioielliere e orafo russo. Divenne particolarmente noto per le famose Uova Fabergé, prodotti d'alta gioielleria, realizzati nello stile delle uova di Pasqua, con l'uso di metalli e pietre preziose.
Nato a San Pietroburgo, in Russia, da padre tedesco del Baltico,
il gioielliere Gustav Fabergé, e da sua moglie, la danese Charlotte
Jungstedt. Gli antenati paterni di Gustav Fabergé furono ugonotti,
originari di La Bouteille, Piccardia, i quali dovettero abbandonare la Francia, a seguito dell'Editto di Fontainebleau ed alla revoca dell'Editto di Nantes, recandosi dapprima in Germania, presso Berlino, e poi, dal XIX secolo, nella provincia baltica della Livonia, allora parte dell'Impero russo. Educato inizialmente a San Pietroburgo, nel 1860, Gustav Fabergé, assieme alla moglie ed ai figli, si ritirò a Dresda,
lasciando la sua attività nelle mani di esperti e fidati manager.
Peter Carl frequentò, in questi anni, un corso alla Scuola delle Arti e
dei Mestieri di Dresda. Nel 1864, Peter Carl si imbarcò per un Grand Tour in Europa, con lo scopo di visitare le principali gioiellerie di Germania, Francia ed Inghilterra, e frequentando, nel contempo, un corso a Parigi, vedendo oggetti in musei e gallerie del continente. I suoi viaggi e studi proseguirono sino al 1872,
quando, all'età di 26 anni, fece ritorno a San Pietroburgo e sposò
Augusta Julia Jacobs. Per i successivi dieci anni, il padre predispose
che il mastro di bottega Hiskias Pendin divenisse il suo mentore e
tutore, in quanto, proprio in quegli anni, la bottega dei Fabergé si
trovava a dover catalogare, riparare e restaurare oggetti, anche
provenienti dall'Ermitage. Dato l'incremento delle richieste, nel 1881,
l'attività venne trasferita in una delle principali strade della città
di San Pietroburgo, al 16/18 di Bol'šaja Morskaja. Alla morte di Hiskias
Pendin, nel 1882,
Carl Fabergé ottenne da solo la responsabilità di condurre l'attività
di famiglia. Carl ottenne dal governo il titolo di Maestro Gioielliere,
il che gli permise, oltre alla firma, di porre sui suoi oggetti un
marchio personale. La sua reputazione era così alta che gli venne
evitato anche l'esame da parte dell'istituto preposto. Suo fratello,
Agathon, disegnatore di creatività e talento grandiosi, aderì al
progetto del fratello, creando una bottega affiliata a Dresda. Carl e
Agathon parteciparono alla Esibizione panrussa, che si tenne a Mosca, nel 1882. Carl, per l'occasione, ottenne la medaglia d'oro dell'esibizione e la medaglia dell'Ordine di San Stanislao. Uno dei pezzi migliori, esposti per l'occasione dalla famiglia Fabergé, era la replica di un prezioso braccialetto del IV secolo, in oro, proveniente dal tesoro di Scizia e presente nel tesoro dell'Hermitage, bello al punto che lo zar,
vedendolo, disse apertamente che non si poteva distinguere la
riproduzione dall'originale, tanto era somigliante. Da quel punto in
poi, le opere della famiglia Fabergé entrarono a far parte della
collezione imperiale e gli artisti vennero ammessi a corte.
L'ecletticità del lavoro dei Fabergé consisteva nel rendere ogni
oggetto particolarmente prezioso, attraverso l'aggiunta di disegni e
particolari unici al mondo, oltre all'utilizzo di automi e sistemi
innovativi per i gioielli stessi.Nel 1885, lo zar Alessandro III di Russia diede alla Casa Fabergé il titolo di Gioiellieri per nomina speciale della Corona Imperiale.
Lo stesso zar commissionò alla compagnia la realizzazione di un
prezioso uovo di Pasqua, in oro e pietre preziose, come regalo per la zarina Marija. Visto il successo del primo regalo, lo zar ne commissionò un altro, per l'anno successivo. Ad ogni modo, nel 1887,
Carl Fabergé ottenne la libertà di esecuzione e il nuovo oggetto
divenne molto elaborato e prezioso. Secondo la tradizione della famiglia
Fabergé, nemmeno lo zar avrebbe saputo il risultato finale: l'unica
sicurezza era che, all'interno, doveva trovarsi una sorpresa. Lo zar
successivo, Nicola II, ordinò due uova ogni anno, uno per la madre e uno per la moglie, Aleksandra, e la tradizione proseguì sino alla Rivoluzione d'ottobre. Grazie anche a questi oggetti, Fabergé divenne la più grande gioielleria della Russia. Oltre alla sede di San Pietroburgo, altri distaccamenti si trovavano a Mosca, Odessa, Kiev e Londra. Tra il 1882 ed il 1917, si è calcolata una produzione di circa duecentomila oggetti preziosi. Nel 1900, Peter Carl Fabergé presentò le proprie opere all'Esposizione mondiale di Parigi, ma, siccome egli era anche membro della giuria, la Casa Fabergé si esibì hors concours
(fuori concorso). Ad ogni modo, la Casa ottenne la medaglia d'oro
dell'esposizione e l'associazione dei gioiellieri parigini riconobbe a
Carl Fabergé il titolo di maître. Inoltre, Carl Fabergé venne decorato con la croce di cavaliere della Legion d'onore. Nel 1916, la Casa Fabergé poteva contare su un capitale di compagnia di tre milioni di rubli. L'anno successivo, con lo scoppio della Rivoluzione d'ottobre, la direzione della compagnia venne affidata al Comitato degli Impiegati della Compagnia C. Fabergé. Nel 1918, la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi
e tutti i pezzi presenti in magazzino vennero confiscati. Dopo la
nazionalizzazione del lavoro della fabbrica, Carl Fabergé lasciò San
Pietroburgo, con un treno diplomatico, verso Riga. A metà novembre, la rivoluzione aveva già raggiunto la Lituania e, nuovamente, Carl si spostò in Germania, insediandosi dapprima a Bad Homburg e poi a Wiesbaden. Eugène, il figlio primogenito di Carlo, riuscì a fuggire con la madre in Finlandia, ove giunse a piedi, nel dicembre del 1918. Durante il giugno del 1920, Eugène raggiunse Wiesbaden, ricongiungendosi al genitore ed accompagnando il padre in Svizzera, ove prese rifugio, con la famiglia, all'Hôtel Bellevue, a Pully presso Losanna. Peter Carl Fabergé non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione russa e morì, in Svizzera, il 24 settembre 1920. La sua salma riposa oggi nel Cimetière du Grand Jas, a Cannes, in Francia, assieme alla moglie, morta nel 1925. Fabergé ebbe quattro figli: Eugène (1874–1960), Agathon (1876–1951), Alexander (1877–1952) e Nicholas (1884–1939).
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